Con l’inizio delle operazioni di raccolta si va delineando un’annata nuovamente difficile per i corilicoltori, nonostante la buona partenza che, grazie ad una buona impollinazione e all’assenza di gelate significative, faceva sperare di essersi lasciati alle spalle un 2021 da dimenticare. L’andamento stagionale estremamente siccitoso e accompagnato da temperature costantemente ben al di sopra della media in tutte le principali aree corilicole italiane, di cui abbiamo ampiamente riferito in un articolo dedicato (Siccità e alte temperature mettono in crisi il nocciolo), sta infatti determinando, anche se in modo diversificato da zona a zona a seconda di vari fattori, una significativa perdita di produzione, sia quantitativa che qualitativa. Nei casi più gravi si sono verificati anche danni alle piante.
Se a tutto questo aggiungiamo il pesante rincaro dei mezzi tecnici (fertilizzanti e prodotti fitosanitari, gasolio agricolo, ecc.), la scarsità del raccolto 2021, e la buona produzione prevista in Turchia, che notoriamente influenza il prezzo delle nocciole italiane, il quadro generale non si presenta incoraggiante. Vedremo se il mondo degli utilizzatori sarà disponibile a riconoscere un prezzo adeguato alle nocciole di qualità italiane a fronte della minor disponibilità di prodotto, cosa purtroppo tutt’altro che scontata.
Allo stesso tempo c’è attesa per conoscere se il Piano Corilicolo Nazionale, che dovrebbe essere pubblicato a settembre, porterà con sé strumenti efficaci per rendere economicamente sostenibile la coltura del nocciolo che si sta dimostrando sempre più impegnativa.
Come è ormai tradizione, abbiamo intervistato alcuni dei tecnici di riferimento delle più importanti aree corilicole italiane per avere qualche anticipazione sul raccolto di nocciole nelle rispettive zone.
Lazio
Benedetto Valentini e Giacomo Santinelli – Ufficio agronomico Assofrutti
Quando si prevede l’inizio delle raccolte e come si presenta la produzione di nocciole in termini di quantità?
La raccolta si prevede anticipata a partire dalla quarta settimana di agosto, la produzione totale del Viterbese presumibilmente sarà di un 30% inferiore rispetto a quella potenziale.
Quanto inciderà l’andamento stagionale eccezionalmente caldo e siccitoso?
Le anomalie climatiche hanno accompagnato anche questa stagione. L’assenza di precipitazioni e le temperature roventi hanno influito negativamente sulla resa produttiva e sulla qualità. Le stazioni agrometeo Assofrutti hanno segnato un calo di piogge cumulate nel periodo gennaio – luglio, dove si registrano dai 200 ai 400 mm in meno dello scorso anno. Per quanto riguarda le temperature si sono raggiunti picchi di 43,9° in pianura e 40° nelle zone collinari. Da qui il previsto calo di produzione e rese sotto la media.
La qualità invece come si presenta?
Non è ancora possibile effettuare una stima veritiera della qualità delle nocciole prodotte, in quanto i campioni verranno raccolti a partire da dopo il 15 agosto. Si prevede comunque un sotto calibro e raggrinzito soprattutto negli impianti non irrigui e nelle zone più calde.
Dal punto di vista fitoiatrico quali avversità hanno destato particolari problemi?
L’assenza di piogge non ha rallentato lo sviluppo della nuova forma di oidio (Erysiphe corylacearum), anche se sembra sia rimasto localizzato nei polloni e solo in pochi casi è arrivato a colpire la chioma ed il frutto.
Dal punto di vista dei fitofagi i tecnici Assofrutti monitorano con controlli visivi e frappage tutto l’areale del Viterbese, constatando forti attacchi di balanino, che in questi giorni sta provocando una cascola accentuata; il problema sicuramente è anche legato alla ormai cronica poca disponibilità di principi attivi registrati su questo fitofago.
Ci sono altri aspetti che hanno caratterizzato questa annata?
Purtroppo nel mese di maggio, in alcune aree tra Carbognano e Fabrica di Roma si sono abbattute violente grandinate che hanno defogliato buona parte della vegetazione, compromettendo anche il raccolto.
Inoltre i costi elevati di produzione, fonti energetiche, materie prime, concimi (+170%) e carburanti (+129%) hanno avuto delle ripercussioni nella gestione delle aziende agricole: in particolare dove sono state ridotte le unità fertilizzanti o le applicazioni di biostimolanti, sono state esaltate le criticità dovute alle condizioni climatiche estreme di questa stagione.
Campania
Francesco Napolitano – Responsabile Tecnico OP Cerere
Quando si prevede l’inizio delle raccolte e come si presenta la produzione di nocciole in termini di quantità?
L’inizio della raccolta per l’anno in corso è atteso dopo la prima metà di agosto e sono previste due – in alcuni casi anche tre – fasi di raccolta, data la considerevole produzione stimata in tutti gli areali, al contrario di quanto verificatosi nel 2021. Infatti, l’annata scorsa è stata deludente a tal punto che la raccolta si è svolta in una sola fase avvenuta dopo l’ultima decade del mese di agosto.
In definitiva, si attendono rese ad ettaro soddisfacenti nonostante alcuni areali siano stati caratterizzati da eventi climatici avversi (violenti temporali, grandinate, vento forte) che hanno causato una perdita di produzione durante i mesi di giugno e luglio.
Anche in Campania caldo e siccità avranno un impatto sulla produzione?
Anche quest’anno, come per il precedente, in Campania si è assistito ad un andamento climatico caldo e siccitoso durante la fase di ingrossamento e maturazione delle nocciole. Dalle prime rese effettuate su campioni di nocciole precoci raccolte nei vari campi, si evince una buona percentuale di frutti non uniformi o addirittura raggrinziti e vuoti. Nelle aree maggiormente colpite dal forte caldo anche le piante mostrano chiari sintomi da stress ed è facile rinvenire branche secche o, addirittura, intere piante morte per mancanza di acqua.
Come si presenta la qualità?
In generale si registra una bassa incidenza di marcio ed una buona pezzatura dei frutti. È doveroso evidenziare quanto l’andamento climatico influenzi in maniera differente le principali varietà campane. Nello specifico, si è rilevata una maggiore sofferenza della cv San Giovanni rispetto alla Mortarella e alle varietà tardive (Tonda di Giffoni, Tonda avellinese, Camponica, ecc.), in conseguenza della quale una buona percentuale di frutti si presentano raggrinziti e/o vuoti.
Dal punto di vista fitoiatrico quali avversità hanno destato particolari problemi?
Come ci si aspettava, anche quest’anno si sono verificati attacchi di oidio turco nelle diverse aree corilicole. A differenza dei due anni precedenti, però, la fitopatia è comparsa più tardi e i danni rilevati sono stati più contenuti. Altro fattore avverso che ha caratterizzato l’annata in corso è la presenza delle cimici, in particolare della cimice asiatica che, però, ha avuto qualche picco di presenza ad inizio stagione per poi scomparire con l’avvento delle alte temperature. Le nocciole saggiate finora non presentano ingenti danni da cimiciato. Infine si segnalano nuovamente attacchi, più o meno importanti, di ragnetto giallo in alcune zone a partire dal mese di giugno. Attacchi forti di questo acaro hanno determinato una caduta delle foglie nella parte bassa della chioma.
Ci sono altri aspetti che hanno caratterizzato questa annata?
L’annata in corso è stata caratterizzata da un generale aumento dei costi che ha coinvolto buona parte dei mezzi tecnici (concimi, fitosanitari, gasolio, materie prime). Ciononostante la maggior parte delle aziende ha effettuato regolarmente le operazioni colturali necessarie quali concimazioni e trattamenti fitosanitari.
La dedizione e l’impegno profusi da parte degli operatori agricoli, nonostante i numerosi ostacoli, ha reso possibile un’annata degna di considerazioni positive sia sotto il profilo qualitativo che quantitativo. Ci si aspetta, dunque, che il momento della vendita costituisca una gratificazione proporzionale e possa dare loro le meritate soddisfazioni.
Piemonte
Simone Bardella e Maria Corte – Divisione Corilicoltura di Agrion
Quando si prevede l’inizio delle raccolte?
In Piemonte, complice il caldo dei mesi estivi, la raccolta sarà anticipata mediamente di 5-7 gg. sia nelle aree di pianura, dove le operazioni sono già iniziate da qualche giorno, sia in quelle di media ed alta collina dove si va da Ferragosto fino al 20 agosto per le zone di Alta Langa.
Quanto inciderà l’andamento stagionale eccezionalmente caldo e siccitoso?
L’esame della termopluviometria mensile del 2022 rispetto alla serie storica (Fonte: RAM Regione Piemonte) evidenzia che nei primi 7 mesi dell’anno sono caduti mediamente 200 mm di pioggia contro i 420 mm della serie storica. A questo si aggiungono la scarsità di precipitazioni nevose e il caldo eccezionale dei mesi di giugno e luglio. Le piante, nonostante qualche ustione fogliare dovuta appunto al gran caldo, hanno retto abbastanza bene fino ad ora, ma per una coltura che richiede mediamente da 600-800 mm di acqua all’anno ed ha bisogno di acqua nella fase di accrescimento del seme questo è davvero un anno difficile.
La qualità invece come si presenta?
Non disponiamo ancora di dati relativi alla qualità delle nocciole, anche se auspichiamo che le piogge cadute a fine luglio contribuiscano positivamente alla fase finale di accrescimento del seme prima della cascola naturale di raccolta.
Dal punto di vista fitoiatrico quali avversità hanno destato particolari problemi?
Quest’anno così caldo e siccitoso sembra che abbia influito negativamente anche sulle popolazioni di cimici. Nei rilievi di campo sono ricomparse ‘vecchie conoscenze’ del nocciolo come Gonocerus acuteangulatus e Palomena prasina mentre fino a luglio si è vista meno cimice asiatica in generale anche se è meglio non abbassare la guardia.
L’oidio turco è stato segnalato in diversi noccioleti (soprattutto impianti giovani) nella fase primaverile inizio estiva, ma in questa fase sembra in attenuazione. Bisognerà aspettare l’autunno per vedere se ci sarà nuova comparsa di sintomi e quali parti della pianta verranno colpite.
Purtroppo anche la Popillia japonica è comparsa su nocciolo, al momento però le segnalazioni riguardano areali confinanti con quelle dei primi ritrovamenti nel novarese.
Ci sono altri aspetti che hanno caratterizzato questa annata?
L’analisi di ‘mezza stagione’ evidenzia come l’annata sia partita bene con fioritura anticipata e abbondante, non vi sono stati ritorni di freddo primaverili come in passato tuttavia non sono mancate le difficoltà. Gli eventi bellici in ambito europeo hanno contribuito all’incertezza con ripercussioni sui prezzi delle materie prime, dei mezzi tecnici e sui costi aziendali. Sul fronte climatico la scarsità di acqua ha costituito un problema non solo a livello di gestione agronomica delle piante, ma anche per la parte di difesa: alcune aziende sono state costrette a rinunciare ad alcuni interventi fitoiatrici durante la stagione estiva proprio per via dell’indisponibilità di acqua necessaria al riempimento delle botti.
Intervistando altri tecnici sul territorio piemontese, ci si aspetta un calo della produzione ipotizzabile attorno al 30-40% rispetto ad una normale annata con una certa variabilità nei diversi appezzamenti. Anche le rese, soprattutto dove la carenza di acqua è stata più grave, ne risentiranno. Ci si interroga anche sulle possibili ripercussioni sulla produttività nel prossimo anno delle piante che hanno maggiormente subito le condizioni di stress, come si può già notare osservando gli amenti in formazione. In alcuni casi le piogge degli ultimi giorni, ove si sono verificate, hanno aiutato le piante a riprendersi, ma spesso i danni causati dai temporali hanno superato i benefici apportati con la pioggia. Molte anche le segnalazioni di attacchi di citospora (mal dello stacco) e gleosporiosi oltre ai danni causati dalla fauna selvatica fuori controllo, come cinghiali, caprioli e ghiri.
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Pubblicato 15-08-2022