Nocciole spagnole, il punto dalla Catalogna

Sergi Martin nocciole spagnole

In Spagna, come in altri Paesi produttori, la corilicoltura sta vivendo una fase complessa. Analizzando la situazione delle nocciole spagnole, la Catalogna rappresenta il principale areale corilicolo nazionale, con circa 7.000 ettari coltivati, di cui 6.000 concentrati nel Camp de Tarragona e 1.000 nella provincia di Girona. Il resto del Paese iberico ha un ruolo marginale. La produzione è però ben lontana dai livelli storici: nel 2024 sono state raccolte solo 2.000 tonnellate, un dato che si prevede analogo anche per l’annata in corso, a fronte di un potenziale normale compreso tra 8.000 e 10.000 tonnellate. Per approfondire le dinamiche in atto abbiamo intervistato Sergi Martín, responsabile per la frutta secca del sindacato agricolo catalano Unió de Pagesos.

Sergi Martín, qual è la situazione produttiva per le nocciole a Camp de Tarragona? E in Spagna?

La produzione nel Camp de Tarragona non sta attraversando un buon momento. I fattori principali sono il cambiamento climatico e la mancanza di strumenti fitosanitari efficaci per fronteggiare le crescenti problematiche fitosanitarie. È un problema che riguarda tutta l’Europa, non solo la Catalogna. In Spagna la coltivazione è praticamente concentrata in questa zona, con solo piccoli impianti in Navarra e nelle Asturie, dove però il nocciolo viene impiegato più per l’inoculo del tartufo che per la produzione di frutti.

Le superfici coltivate a nocciolo che trend stanno mostrando negli ultimi anni?

La superficie coltivata si sta riducendo progressivamente. Le rese sono basse, la qualità è penalizzata dal clima e i prezzi non riflettono il reale valore delle nostre nocciole. Detto questo, riteniamo che ci siano ancora 6.000-8.000 ettari che possono restare produttivi grazie a buoni terreni, accesso all’irrigazione e condizioni climatiche ancora tollerabili. Alcune sperimentazioni sono in corso in Navarra, ma restano marginali.

Nocciole spagnole, corileto dell'avellanas de reus

Qual è l’ambiente ideale per la nocciola in Catalogna? Come sono strutturati i noccioleti?

La pianura presenta i vantaggi maggiori: meccanizzazione totale, disponibilità d’acqua, terreni fertili e rese più elevate. In collina o in montagna i costi crescono esponenzialmente, soprattutto per la raccolta, che è più difficoltosa, e per la scarsa irrigazione. Per quanto riguarda le varietà, abbiamo due grandi gruppi: quelle autoctone, di ottima qualità ma meno produttive, e quelle introdotte da Italia, Cile e Stati Uniti, più produttive ma con qualità inferiori. I sesti d’impianto e le tecniche colturali variano molto in base all’orografia.

Quali sono le principali difficoltà che incontrano i produttori di nocciole catalani?

Le principali difficoltà sono tre: carenza di freddo invernale, che influisce sulla fioritura; proliferazione di parassiti, aggravata dalla progressiva riduzione dei fitofarmaci ammessi; e carenza idrica, che ha portato all’abbandono di molte superfici. Basti pensare che un tempo avevamo 30.000 ettari, oggi ridotti a 7.000, quelli che si riescono ancora a irrigare in modo adeguato.

Nocciole spagnole

Come giudica il mercato della nocciola catalana? Il frutto che canali commerciali segue?

La nocciola catalana è molto apprezzata a livello locale: viene cercata dai trasformatori per la qualità del frutto, ed è ben recepita dai consumatori. Il problema non è la commercializzazione, quanto la carenza di prodotto. Produciamo poco, ma quello che produciamo lo vendiamo tutto e a un prezzo che, mediamente, è sostenibile. Certo, resta il problema della concorrenza globale, soprattutto da Turchia, Cile e Oregon, che influenza la stabilità dei prezzi.

Le istituzioni sostengono il settore corilicolo? Che misure contiene e come giudicate il Plan de l’Avellana de Catalunya 2025-2028?

Il sostegno è arrivato soprattutto con l’attuale governo. Il nuovo Plan de l’Avellana de Catalunya 2025-2028 prevede aiuti per rinnovare i noccioleti danneggiati dalla siccità, supporta la ricerca su nuove varietà e promuove studi sull’adattamento al cambiamento climatico, anche attraverso l’uso di acque rigenerate. Il piano è stato ben accolto dal settore, anche se arriva con un certo ritardo.

L’Avellana de Reus Dop è un valore aggiunto? C’è interesse da parte del consumatore verso questo prodotto?

Senza dubbio. La Denominación de Origen “Avellana de Reus” rappresenta un plus importante: garantisce tracciabilità, protegge dalla concorrenza sleale e valorizza il prodotto locale. Il consumatore riconosce e apprezza questa origine, soprattutto quando il prezzo è simile a quello di prodotti importati. Inoltre, la Dop permette di promuovere tutta la cultura corilicola del territorio, rafforzando l’identità e l’immagine della nocciola catalana.

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Pubblicato 01-08-2025

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