INCONTRO BILATERALE UNIONE EUROPEA – TURCHIA SULLE NOCCIOLE – Intervista a Gianluca Griseri

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Quest’anno il tradizionale incontro sulle nocciole tra i paesi produttori dell’UE e la Turchia si è tenuto a Bruxelles il 17 ottobre 2022.
L’evento rappresenta un’importante occasione di confronto tra i Paesi partecipanti per fare il punto sulla produzione delle nocciole, l’andamento dei prezzi, dei mercati e dei consumi.

In rappresentanza della delegazione Copa-Cogeca, per conto di Confagricoltura/Cia ha partecipato all’incontro Gianluca Griseri, rappresentante di Confagricoltura al Tavolo nocciolo del Mipaaf. A lui abbiamo chiesto qualche approfondimento per i nostri lettori.

In rappresentanza della delegazione Copa-Cogeca, Gianluca Griseri referente nazionale per Confagricoltura

Innanzitutto, quali sono le finalità di questo importante incontro annuale che vede coinvolti alcuni dei principali Paesi produttori di nocciole, visto che gli stessi sono di fatto in concorrenza?.

È un momento di confronto e di scambio di informazioni sull’andamento del comparto del nocciolo a livello internazionale. All’incontro, organizzato e presieduto dalla Commissione Europea, hanno partecipato rappresentanti del settore corilicolo di Italia [scarica qui la presentazione], Spagna, Francia e Turchia.

Come si è svolto l’incontro e quali i temi trattati?

I maggiori produttori di nocciole hanno presentato nelle loro relazioni i dati su produzioni, superfici coltivate e le problematiche legate a cambiamenti climatici e alla difesa fitosanitaria del nocciolo.
La produzione in Spagna, estremamente concentrata nella zona della Catalogna, dovrebbe raggiungere quest’anno 7.000 tonnellate, il 39% in più rispetto all’anno precedente. Anche in questo caso siamo comunque lontani dal potenziale produttivo del Paese ed a pesare, ancora una volta, è l’anomalo andamento climatico. Da quest’anno, anche i noccioleti in Spagna devono fare i conti con la cimice asiatica. [scarica qui la presentazione della Spagna]
In Francia il 98% della produzione è rappresentato da un’unica cooperativa – Unicoque – che riunisce 350 produttori per un totale di 7.000 ettari investiti. Nella campagna in corso la quantità raccolta dovrebbe raggiungere 7.000 tonnellate, dato superiore rispetto alla precedente campagna. Anche in Francia i noccioleti sono stati colpiti dalla cimice asiatica ed i produttori hanno rimarcato la forte preoccupazione per il crescente numero di parassiti presenti nelle coltivazioni e l’esiguo numero di molecole disponibili per la difesa fitosanitaria. [scarica qui la presentazione della Francia]
La situazione della Turchia, primo produttore mondiale, è stata presentata dal Ministero del Commercio. La produzione attesa per il 2022-2023 dovrebbe raggiungere 765mila tonnellate, in crescita del 12% rispetto alla precedente campagna che si è fermata a 684mila tonnellate. Il prezzo di vendita dell’ultima campagna è stato il più basso dell’ultimo decennio [scarica qui la presentazione della Turchia].
I diversi rappresentanti della Comunità Europea hanno illustrato dati di sintesi relativi alle annualità precedenti, dati consuntivi in merito alla produzione nei principali Paesi produttori ed informazioni in merito all’andamento della bilancia commerciale dell’UE [scarica qui la presentazione]

Hanno poi fornito un aggiornamento in merito ai controlli sulle aflatossine nelle nocciole importate da Turchia, Azerbaigian e Georgia [scarica qui la presentazione] e fatto un resoconto delle iniziative in corso da parte della UE per promuovere un sistema alimentare sostenibile nell’intera Unione [scarica qui la presentazione].

Quale quadro emerge riguardo la produzione di nocciole in Italia e negli altri Paesi? Le criticità che si sono evidenziate in Italia nel corso di questa annata a causa dell’andamento climatico hanno avuto riscontro anche in altre aree?

Per quanto concerne l’Italia, il gelo ha caratterizzato l’annata 2021/2022 determinando scarsa produzione un po’ in tutte le regioni, come nel resto d’Europa. La buona fioritura di quest’anno, la produzione presente sulle piante nei mesi di maggio/giugno facevano ben sperate poi, la siccità, le alte temperature prolungate nel tempo e la cascola anticipata dei frutti hanno ridotto sensibilmente la produzione. In Piemonte, ad esempio, abbiamo molte aziende che purtroppo non sono andate oltre ad una produzione di 10/12 quintali di nocciole per ettaro. Dalle relazioni presentate dai diversi paesi si evidenzia una generale diminuzione della produzione. Non dimentichiamo la continua revoca di principi attivi utilizzabili sul nocciolo, situazione questa che potrebbe compromettere la qualità oltre alla quantità delle nostre produzioni. [scarica qui la presentazione dell’Italia]

E veniamo al punto sul quale è adesso concentrata l’attenzione dei produttori e che desta non poche preoccupazioni: il prezzo. Se ne è parlato nel corso dell’incontro e sono emerse situazioni analoghe anche per gli altri Paesi? Si è individuata qualche possibile causa per le quotazioni ferme su valori bassi e per la domanda che sembra debole?

I prezzi a punto resa oggi delle principali varietà di nocciole italiane sono molto simili ai prezzi che si sono registrati nei mesi di settembre e ottobre 2020. In quella occasione però la produzione di nocciole era esattamente il doppio di quella odierna. Se poi aggiungiamo l’aumento dei costi di produzione dovuti ai rincari dell’energia, dei concimi, dei fitofarmaci, del gasolio ecc. ecco che la preoccupazione dei produttori è tanta e legittima.

Per concludere sono emersi spunti di lavoro e proposte operative per il prossimo futuro?

Credo sia fondamentale confrontarsi periodicamente, interagire e collaborare su tutti gli aspetti che interessano la coltivazione del nocciolo: tecniche di coltivazione, difesa fitosanitaria, confronto varietale, trasformazione commercializzazione del prodotto, ricerca ed innovazione. Dati e informazioni certe sono gli strumenti sui quali provare a programmare il futuro del nocciolo in Italia, in Europa, in Turchia e nel resto del mondo.

Copyright: NocciolaRe

Pubblicato: 29-10-2022

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