“La manodopera ormai è introvabile, fare la raccolta sta diventando quasi impossibile. Specialmente per noi che siamo in una zona di montagna e non possiamo praticare la raccolta meccanizzata. Per questo abbiamo deciso di rilanciare la ‘Festa delle nocciole e del volontariato’, un’idea che abbiamo avuto per coinvolgere la comunità di Montalbano nel mondo della corilicoltura e del turismo locale. Tre anni fa funzionò molto bene, speriamo sia così anche quest’anno”. A lanciare l’allarme è Silvio Scuto, presidente della Cooperativa Sociale Handmade Montalbano Elicona.
Parliamo di un’azienda agricola multifunzionale che sorge sui Nebrodi, in provincia di Messina, e da 9 anni coltiva nocciole rigorosamente biologiche su 12 ettari di corileti: nessun trattamento chimico, niente irrigazione; solo qualche sfalcio dell’erba per facilitare la raccolta ed evitare gli incendi. Insomma, la natura fa il suo corso e si tira su ciò che offre di anno in anno. Il problema, però, è riuscire a fare tutto a mano senza l’aiuto di personale, ormai introvabile.
“Purtroppo i tempi sono cambiati – racconta Scuto -. Fino a 20 anni fa i lavoratori stagionali erano una fonte di reddito chiave del nostro piccolo paese, che fa parte dei Borghi più belli d’Italia. Oggi non è più così. La manodopera manca sia per la raccolta che per la trasformazione delle nocciole. E a questo si è aggiunto l’aumento dei costi che negli ultimi anni sono lievitati esponenzialmente. Per noi che produciamo solo Bio è ancora più dura, perché dobbiamo far fronte a tutte le criticità affidandoci alla clemenza di clima, insetti e animali. Fortunatamente le cimici ultimamente sono diminuite, i ghiri invece restano un bel problema: se non raccogliamo velocemente rischiamo che spazzino via tutto. E lo stesso vale per gli agenti atmosferici: quest’anno abbiamo avuto 6 mesi di siccità che hanno condizionato la produzione. Mentre nel 2023 non abbiamo avuto nocciole”.
Nonostante il grande caldo e la poca acqua, l’annata 2024 della Handmade Montalbano si preannuncia più che discreta. Se nelle stagioni migliori l’azienda è arrivata a raccogliere fino a 8/9mila chili, quest’anno conta di tagliare il traguardo dei 60 quintali. “I nostri corileti nascono da piccoli appezzamenti abbandonati che abbiamo deciso di recuperare per puntare sul trasformato – spiega Scuto -. Abbiamo cultivar antichissime, come la pizzuta e la romana, che con il tempo si sono naturalizzate assumendo il ricco sapore e il profumo intenso delle nocciole dei Nebrodi. Facciamo di tutto: dal crudo al tostato passando dal granellato in varie pesature, oltre a 5 tipi diversi di crema spalmabile. E solitamente riusciamo a vendere l’intera produzione annuale”.
Il trasformato è la salvezza dell’azienda, che altrimenti si ritroverebbe a sostenere costi troppo alti rispetto ai ricavi del semplice mercato all’ingrosso. I contributi per il biologico, infatti, per quanto utili spesso non sono sufficienti per sostenere l’attività corilicola dei piccoli imprenditori. “Penso che la nocciola andrebbe valorizzata di più a livello commerciale – afferma il corilicoltore -. Bisognerebbe favorire la creazione di filiere più snelle e meno chiuse. La trasformazione ci garantisce più margine, almeno a noi che riusciamo a effettuarla internamente e ci permette di raggiungere l’utente finale sia attraverso i consorzi, sia tramite la vendita diretta che effettuiamo con l’e-commerce sul nostro sito web. Non commercializziamo per conto terzi perché vogliamo rispondere dei prodotti che facciamo”.
A tutto questo si aggiunge l’attività del ristorante “Il ritrovo del re e la taverna di Arnaldo”. E’ gestito dalla Handmade Montalbano, dove le nocciole finiscono in diversi piatti previsti nel menù. “Abbiamo sostituito la granellatura di pistacchio tostata con la nostra e la utilizziamo come condimento – sottolinea Scuto -. La nostra è un’azienda agricola multifunzionale, gestiamo anche strutture per l’ospitalità nel borgo antico, organizziamo escursioni di gruppo con le nostre guide per andare alla scoperta del territorio e svolgiamo laboratori per insegnare a valorizzare alcuni prodotti. Oltre alle nocciole, infatti, abbiamo 3 ettari di erbe aromatiche (rosmarino, origano, salvia, alloro). Inoltre raccogliamo le erbe spontanee (finocchietto e sambuco), cosa che ci è permessa in quanto azienda Bio. Con queste facciamo sciroppi, liquori, salse e condimenti”.
Forte delle sue idee, l’azienda vuole ampliarsi nonostante le tante difficoltà. Ora la base sociale è la stessa di 9 anni fa (6 persone) e non resta che continuare a trovare nuove soluzioni per andare avanti. Da qui è nata la “Festa delle nocciole e del volontariato”, un’iniziativa che per un mese mira a coinvolgere la comunità di Montalbano nella raccolta. “La mattina si lavora insieme per 4 ore nei noccioleti mentre il pomeriggio e la sera si organizzano attività a favore della collettività, come mercatini, incontri culturali e altro ancora – conclude Scuto -. Questa soluzione coniuga l’esigenza della raccolta e quella delle attività turistiche. L’anno scorso non abbiamo avuto nocciole quindi la festa è saltata, ma nel 2022 il coinvolgimento fu notevole e abbiamo condiviso metà del raccolto con i volontari. Si tratta di un bel momento di festa e condivisione, speriamo che sia un successo anche quest’anno”.
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Pubblicato 21-08-2024