Una rassegna sulla spollonatura del nocciolo: a che punto siamo?

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Pacchiarelli Alberto, Silvestri Cristian, Cristofori Valerio
Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali (DAFNE) – Università degli Studi della Tuscia. Via San Camillo de Lellis snc, 01100 Viterbo

La pianta di nocciolo europeo (Corylus avellana L.) è caratterizzato da un portamento di tipo cespuglioso a causa della presenza di gemme avventizie a livello del colletto (zona tra tronco e radici) da cui si sviluppano durante la stagione vegetativa dei nuovi germogli chiamati polloni. In natura la capacità di emettere polloni è una caratteristica vantaggiosa poiché consente alla pianta di costituire una folta chioma e di sostituire facilmente eventuali branche danneggiate. Anche a livello agronomico tale capacità può essere utilizzata nei noccioleti per sostituire le branche malate, secche o invecchiate, e tradizionalmente i polloni venivano utilizzati per ottenere nuove piantine autoradicate per la realizzazione dei nuovi impianti.

Tuttavia, i polloni competono fortemente con gli organi principali della pianta (branche e rami, germogli e frutti) per l’acqua e gli elementi nutritivi, influenzando negativamente lo sviluppo vegetativo e la produttività. Per tale ragione nei noccioleti i polloni vengono comunemente eliminati. Nei primi anni d’impianto la spollonatura può avvenire solo manualmente, per non danneggiare le giovani piante, mentre successivamente (a partire indicativamente dal 4° anno) la spollonatura eseguita con mezzi meccanici o manuali diviene un’operazione che richiede molte ore di lavoro e costi elevati, tanto che la pratica più diffusa è attualmente la spollonatura chimica mediante irrorazione localizzata di erbicidi autorizzati.

In una recente pubblicazione dell’Università della Tuscia di Viterbo gli autori illustrano le diverse possibilità e le recenti sperimentazioni sui metodi con cui i polloni possono essere gestiti nel noccioleto.

Pacchiarelli, A.; Silvestri, C.; Cristofori, V. (2022) Advances in Sucker Control for Sustainable European Hazelnut (Corylus avellana L.) Cultivation. Plants, 11, 3416.
https://doi.org/10.3390/plants11243416

Spollonatura chimica: è il metodo più utilizzato poiché associa efficacia, rapidità d’intervento e costo relativamente contenuto. Il numero di applicazioni stagionali per il controllo dei polloni varia da due a quattro, a seconda delle condizioni climatiche, dell’età delle piante, della forma di allevamento e della diversa attitudine all’emissione di polloni delle cultivar. Per aumentarne l’efficacia e ridurre il numero di interventi, i trattamenti devono essere eseguiti quando i polloni sono nella fase erbacea (circa 15–20 cm di altezza). I principi attivi attualmente autorizzati in Italia ed Europa sono carfentrazone etile (Affinity plus; Spotlight plus) e pyraflufen etile (Revolution; Piramax EC).

Spollonatura manuale: è ancora utilizzata in alcune aree tradizionali in Italia e Turchia. Dati gli elevati costi di manodopera, è applicabile per aziende di piccole dimensioni e aziende a conduzione biologica. L’operazione manuale viene eseguita in una singola operazione nel corso dell’estate quando i polloni tendono a rallentare il loro sviluppo e a lignificare.

Spollonatura meccanica: viene solitamente eseguita mediante decespugliatore a spalla dotato di filo di nylon, oppure con macchine spollonatrici utilizzate in vigneto e dotate di disco rotante orizzontalmente provvisto di stringhe di nylon. È una pratica che può essere ripetuta nel corso della stagione intervenendo quando i polloni sono allo stadio erbaceo; tuttavia, non è particolarmente efficace nel caso di noccioli allevati a cespuglio (forma d’allevamento con più fusti sviluppati su una ceppaia) poiché i polloni all’interno della pianta non vengono eliminati. L’utilizzo della spollonatura meccanica consente un risparmio fino al 55% delle ore di lavoro e fino al 20% dei costi, tuttavia richiede particolare attenzione nell’esecuzione, per evitare di danneggiare i fusti delle piante. Il mondo della meccanica agraria è abbastanza attento a questo aspetto e periodicamente vengono immesse sul mercato attrezzature in grado di svolgere con maggiore efficacia questo lavoro.

Spollonatura con mezzi fisici: sono stati sperimentati con successo parziale l’utilizzo del vapore acqueo e del fuoco (fiamme libere), distribuiti mediante macchine specializzate. L’applicazione consiste in un getto di calore intenso di breve durata spruzzato direttamente sui polloni erbacei, che appassiscono e muoiono nel giro di pochi giorni dal trattamento. L’applicazione sul pollone erbaceo va ripetuta per 3-4 volte nel corso della stagione. Sono pratiche efficaci, che tuttavia richiedono una elevata professionalità nell’uso della macchina.

Utilizzo dei portinnesti non polloniferi: la varietà principale selezionata per la buona qualità dei frutti viene innestata su piante che producono una ridotta o nulla quantità di polloni. Attualmente i portainnesti più usati sono semenzali ottenuti da libera impollinazione di nocciolo turco (Corylus colurna L.) ottenuti per germinazione dei semi raccolti direttamente nelle foreste (materiale proveniente prevalentemente dalla Serbia, dove l’innesto su semenzale di C. colurna è storicamente utilizzato). Il materiale presenta una scarsa omogeneità ma recentemente sono stati selezionati due genotipi (NS A2 e NS B4) per la buona vigoria e la resistenza alle basse temperature e alla siccità. Altro materiale disponibile è rappresentato dai portinnesti clonali ibridi (C. colurna x C. avellana) selezionati negli Stati Uniti presso Oregon State University (denominati Dundee e Newberg). Questi ultimi sono stati sperimentati con successo in Spagna nella cv Negret dimostrando una miglior vigoria e produttività rispetto alle piante autoradicate e una maggior resistenza alla clorosi ferrica, nel caso di Dundee.

Spollonatura con sostanze ormonali: sperimentazioni condotte con acido alfanaftalenacetico (NAA) hanno dimostrato una buona efficacia nel contenimento dei polloni senza mostrare fitotossicità nelle piante.
L’elevata dose di impiego non rende però al momento conveniente l’utilizzo di NAA, la cui efficacia aumenta quando viene miscelato con gli erbicidi. 

Spollonatura mediante applicazione di soluzioni ad elevato contenuto di azoto: è stato sperimentato recentemente l’utilizzo di soluzioni contenenti solfato ammonico a diverse concentrazioni. È risultato che una concentrazione al 10% mostra una elevata efficacia nell’eliminazione dei polloni, pari a quella degli erbicidi autorizzati, senza avere effetti collaterali sul comportamento vegetativo e sulla produttività della pianta. 

Pacciamatura: l’utilizzo di film plastici è stato sperimentato fin dagli anni 1970. Recentemente alcune prove condotte in noccioleti cileni utilizzando film plastici di colore nero posizionati intorno alle piante gestite con forme monocauli hanno dimostrato una buona capacità nel ridurre la crescita sia dei polloni che delle erbe infestanti. Tuttavia, l’utilizzo di tale pratica è limitato dalla scarsa durabilità del materiale e dall’utilizzo delle macchine per la raccolta di nuova generazione (raccattatrici).

Disbudding (eliminazione delle gemme): tecnica sperimentata a livello vivaistico che consiste nella rimozione delle gemme e dei tessuti meristematici primari (in corrispondenza dei nodi in cui le gemme sono inserite), nella porzione basale della piantina, ovvero al di sotto del punto in cui si intendono far sviluppare le branche per la costituzione della chioma. Dalle sperimentazioni effettuate, dopo due anni dal trattamento le piante hanno dimostrato di non emettere polloni.

Spollonatura di precisione: recentemente sono state sviluppate e sperimentate tecnologie robotiche in grado di eseguire la spollonatura in modo da consentire di minimizzare l’uso degli erbicidi rilasciando la corretta quantità di trattamento in funzione della reale quantità di polloni della singola pianta. Si tratta di un sistema di livello avanzato che consente di ridurre significativamente le quantità di erbicida utilizzato per il trattamento spollonante, in quanto prima dell’irrorazione viene stimata la consistenza volumetria dei polloni presenti per singola ceppaia, grazie all’utilizzo di appropriata sensoristica prossimale.

I risultati sperimentali dell’utilizzo delle tecnologie utilizzate per il controllo dei polloni mediante agricoltura di precisione e agricoltura 4.0 sono riportati nella pubblicazione: 

Lippi, M., Santilli, M., Carpio, R.F., Maiolini, J., Garone, E., Cristofori, V., Gasparri, A. (2023) An autonomous spraying robot architecture for sucker management in large‐scale hazelnut orchards. Journal of Field Robotics, 1–19.
https://doi.org/10.1002/rob.22217

Nell’articolo viene illustrato un nuovo sistema di gestione dei polloni completamente autonomo che utilizzando un sistema di riconoscimento You Only Look Once (YOLO), è in grado di ricostruire la massa di polloni in tre dimensioni e stimare la quantità di spollonante necessaria per ogni singola pianta. La soluzione erbicida viene applicata utilizzando un agribot dotato di appropriata sensoristica e di lancia irroratrice a funzionamento autonomo che mediante un modello matematico è in grado di calcolare il volume dei polloni e di spruzzare l’esatta quantità di erbicida necessario per il loro controllo. Nella pubblicazione vengono riportati i risultati sperimentali sia per i singoli componenti del sistema che per l’intera ‘architettura’, sviluppati in un noccioleto situato a Caprarola (Viterbo).

Copyright: NocciolaRe

Pubblicato: 17-07-2023

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