Parte il progetto “SOS OIDIO” dedicato al nuovo oidio del nocciolo

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SOS OIDIO – realizzazione di tecniche e strumenti SOStenibili e innovativi finalizzati al contenimento del nuovo OIDIO del nocciolo”, è un Progetto di Ricerca nato e ideato dalla Ricerca e Sviluppo di Terremerse in collaborazione con l’Università degli Studi della Tuscia.

Presentato lo scorso 20 Ottobre ai sensi del REG. UE 2021/2115 E REG. UE 2022/126 relativo all’Intervento Settoriale Ortofrutta, nell’ambito del progetto esecutivo annuale 2024 del Programma Operativo Poliennale 2023-2029 (della AOP Gruppo VI.VA. Visione Valore), è stato approvato dalla Regione Emilia-Romagna per una spesa prevista pari a € 57.871,73 (annualità 2024) su una spesa programmata complessiva di € 173.577,16 per i prossimi 3 anni (2024 – 2026). Il Piano sarà coordinato dal Prof. Angelo Mazzaglia dell’Università degli Studi della Tuscia, in qualità di Responsabile Scientifico, e da Gianfranco Pradolesi Responsabile della Ricerca e Sviluppo di Terremerse, in qualità di Responsabile Organizzativo.

Come nasce l’idea di un Progetto dedicato al “nuovo” oidio del nocciolo?

La presenza di oidio sul nocciolo non è una novità per i corilicoltori italiani e l’agente causale di tale malattia fungina è sempre stato associato alla specie Phyllactinia guttata (Wallr.: Fr) Lév. Questa malattia però è sempre stata caratterizzata da manifestazioni tardive solitamente presenti verso la fine dell’estate e, conseguentemente, da un impatto sulla produzione limitato e che solo in rari casi richiede un trattamento mirato. Purtroppo, però, nel 2013 ha fatto la sua comparsa per la prima volta nel continente europeo, per la precisione in Turchia, una nuova specie, Erysiphe corylacearum U. Braun & S. Takam, molto più aggressiva dell’endemica P. guttata e, fino ad allora, riportata esclusivamente in nord America e nei Paesi Asiatici, peraltro su specie di Corylus diverse da C. avellana. Il suo potenziale di diffusione e la sua pericolosità sono stati subito evidenti, visto che già nel 2016 era riportato in tutte le 16 province di produzione corilicola con interessamento fino al 100% delle piante (Sezer et al., 2016) e perdite di produzione fino al 30%. Altrettanto impressionante è stata la rapidità con cui si sono susseguite numerose segnalazioni nelle principali aree di coltivazione del nocciolo degli altri Paesi del continente europeo, che mostrano come il patogeno si sia espanso da Est verso Ovest, fino a raggiungere la Spagna, e abbia ormai invaso l’intera Europa occidentale.

Presenza di Erysiphe corylacearum in Italia

In Italia, questo patogeno è stato segnalato per la prima volta nel 2020 in Piemonte, nella provincia di Torino, ma il numero di segnalazioni aumenta rapidamente. In seguito la malattia è apparsa anche nella regione Lazio, dove nel viterbese risiede una delle più importanti realtà produttive corilicole del Paese, e in Campania, prima nell’avellinese e poi nelle altre aree di produzione.

Obiettivi del Progetto

Sono molte le criticità e le connesse lacune cognitive che a oggi esistono relativamente al binomio E. corylacearum-nocciolo, e che il Progetto “SOS OIDIO – realizzazione di tecniche e strumenti SOStenibili e innovativi finalizzati al contenimento del nuovo OIDIO del nocciolo” intende risolvere: 1. mancanza delle informazioni relative al ciclo biologico di E. corylacearum e all’influenza dei parametri ambientali sulle diverse fasi di sviluppo del patogeno; 2. mancanza di un modello previsionale in grado di simulare gli stadi di sviluppo del patogeno in funzione dei parametri ambientali, di prevedere conseguentemente i momenti di massimo rischio di infezione e malattia, e, infine, di programmare gli interventi fitosanitari con la massima tempestività ed efficacia; 3. mancanza di conoscenze sull’efficacia dei prodotti fitosanitari, sia chimici sia biologici, verso questo specifico patogeno, anche in relazione all’habitus vegetativo della sua pianta ospite, il nocciolo. L’obiettivo generale del Progetto è dunque lo studio, l’implementazione e la sperimentazione di tecniche e strumenti sostenibili e innovativi finalizzati al contenimento del nuovo oidio del nocciolo e a un incremento quali-quantitativo del processo produttivo di questa coltura. Più in dettaglio, il Progetto si articolerà in 3 linee di ricerca: 1. studi di laboratorio per acquisire conoscenze biologiche relative a Erysiphe corylacearum, agente causale del nuovo oidio del nocciolo, con particolare riferimento alla sua epidemiologia; 2. sviluppo di un modello previsionale analitico per la programmazione di interventi di difesa mirati; 3. screening dei principi attivi, chimici e biologici, maggiormente efficaci nella difesa contro il patogeno. L’attività sperimentale portata avanti dal Centro di Saggio di Terremerse è iniziata con l’identificazione di un’azienda nel viterbese con una storicità pregressa di E. corylacearum. Sono seguiti i primi rilievi di campo e un’analisi molecolare condotta dall’Università degli Studi della Tuscia, che ha consentito di confermare la specie. Nell’ultimo rilievo del 17 giugno l’incidenza media della malattia si è attestata pari al 58.38%, con una severità (percentuale di area colpita) pari al 3.44%. Seguiranno le prove sperimentali con prodotti a basso impatto ambientale e induttori di resistenza.

Fonte: Terremerse
Pubblicato: 24-07-2024

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