Durante una recente trasferta di due giorni, il professor Vladimiro Guarnaccia, ricercatore e docente di Patologia Vegetale presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) dell’Università di Torino, è stato ospitato dai ricercatori dell’IRTA (Institut de Recerca i Tecnologia Agroalimentàries) di Tarragona. L’obiettivo principale della missione era condurre un’indagine approfondita sulla malattia del nocciolo nota come “mal dello stacco” causata dal fungo Anthostoma decipiens, anche se solitamente attribuita a Cytospora corilicola. Questa malattia è, in Piemonte, la causa già nota di elevate perdite della chioma delle piante, con conseguenti riduzioni di produzione e, talvolta, necessarie sostituzioni delle piante. Si manifesta con necrosi interne nelle parti più basse delle branche principali, che portano alla rottura del legno (da cui il nome “stacco”). Recenti analisi, raccontate da Vladimiro Guarnaccia e Matteo Monchiero anche sul nostro sito, hanno mostrato molteplici specie patogene in associazione alla malattia, dimostrando che non è sempre possibile discriminare l’agente causale basandosi solo sui sintomi osservati. Tuttavia, la specie A. decipiens, maggiore responsabile della malattia, produce spesso, sulla parte esterna del legno colpito, dei cirri rossastri visibili a occhio nudo, formati da masse di spore conidiche.
Durante le attività di monitoraggio in Spagna, il professor Guarnaccia ha lavorato con un team di esperti che ha condiviso con grande disponibilità le proprie conoscenze e competenze sulle varietà coltivate nell’area corilicola tra Tarragona e Reus. Il gruppo, composto da Leontina Lipan, Mercè Rovira, Agusti Romero, Laia Abelló, Jordi Roig, Roger Palau, Jordi Sordé, Veronica Casadó, Carlos Solano e Anna Aymamí, ha messo a disposizione le migliori risorse per ottimizzare il monitoraggio, il rilevamento del mal dello stacco nei noccioleti locali e le piante malate coltivate in aziende private e nei campi sperimentali di IRTA, al fine di osservare la diffusione della malattia e raccogliere porzioni di piante sintomatiche che sono adesso analizzate dal gruppo di Patologia Vegetale nei laboratori del DISAFA. Grazie anche alla collaborazione con l’ Università Miguel Hernández di Elche, Coselva, Associació de Defensa Vegetal de l’Avellana, e Secció d’Agricultura i Sanitat Vegetal dels Serveis Territorials d’Agricultura, Ramaderia, Pesca i Alimentació a Tarragona, Catalunya, è stato possibile acquisire un quadro completo della situazione.
Il monitoraggio ha incluso una vasta gamma di varietà di nocciolo quali Negret, Pauetet, San Giovanni, e Tonda Giffoni, che hanno mostrato una situazione della malattia analoga rispetto a quanto osservato in Piemonte. I sintomi riscontrati includono cancri corticali e perdita di vigore delle piante, che nei casi più gravi possono portare alla morte degli alberi colpiti. Durante la seconda giornata di lavoro, è stato possibile effettuare presso le strutture del Serveis Territorials d’Agricultura, Ramaderia, Pesca i Alimentació a Tarragona, Catalunya, un’osservazione di nocciole appena raccolte che presentavano i tipici sintomi di avariato, analoghi a quelli osservati nelle nocciole piemontesi. L’osservazione è stata seguita da un’ampia discussione e condivisione di conoscenze tra il ricercatore italiano e i colleghi spagnoli, riflettendo sull’associazione tra i sintomi osservati e i diversi possibili patogeni fungini, ma anche sul ruolo dei cambiamenti climatici, che sembra ormai evidente e strettamente collegato all’aumento delle problematiche fitosanitarie del nocciolo.
Questo lavoro ha permesso di confrontare i risultati e discutere approcci di contenimento, oltre a favorire il networking tra l’Università di Torino e IRTA, rafforzando il legame per future collaborazioni nella salvaguardia della coltura del nocciolo.
L’esperienza del professor Guarnaccia si è conclusa positivamente: i dati raccolti e le informazioni condivise saranno integrati dalle analisi attualmente in corso, fondamentali per comprendere le dinamiche di diffusione del mal dello stacco e per sviluppare strategie innovative di gestione.
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Pubblicato: 19-11-2024