A che punto è la lotta biologica contro la cimice asiatica con Trissolcus japonicus?

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Anche quest’anno prosegue la lotta biologica contro la cimice asiatica Halyomorpha halys con l’impiego del parassitoide oofago Trissolcus japonicus, noto anche come vespa samurai. Il Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica è arrivato nella seconda quindicina del mese di giugno e riguarda le regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Veneto e le province autonome di Bolzano e di Trento.

L’autorizzazione è giunta in tempo utile per effettuare i primi lanci ma anche quest’anno in grave ritardo rispetto alle esigenze operative degli Istituti di ricerca deputati all’allevamento del parassitoide che devono iniziare le operazioni diverso tempo prima per poter disporre delle femmine di T. japonicus mature per la ovideposizione  contestualmente alla presenza delle ovature di H. halys. Così anche nel 2023 i ricercatori hanno dovuto operare, anticipando costi e impegnando personale, senza avere la certezza dell’autorizzazione.

Neanidi di Halyomorpha halys
Foto Giovanni Bosio

Gli agricoltori condividono le cautele per evitare che l’introduzione di T. japonicus possa produrre gravi effetti negativi sull’ecosistema, ma sono perplessi sulle lungaggini di un iter burocratico  farraginoso necessario per autorizzare la lotta biologica con un organismo utile per altro reperito già da tempo in Italia a seguito di una introduzione verosimilmente accidentale. Questo insetto si è insediato spontaneamente in diverse aree del nostro paese e, ciononostante, viene considerato ancora una specie aliena. Dopo quanti anni dalla sua introduzione lo si considererà ancora tale?

 Anche perché l’alternativa alla lotta biologica, tenuto conto della gravità dei danni provocati da H. halys su un gran numero di colture, non può essere altro che la lotta chimica con tutte le conseguenze sull’agroecosistema che possiamo immagine e che non possono essere trascurate dalle Autorità deputate alla tutela dell’ambiente e della salute.

Iniziata nel 2020, la lotta proseguirà anche quest’anno con la solita metodologia. I lanci verranno effettuati in corridoi ecologici rappresentati da aree dove sono presenti piante ospiti della cimice, non trattate e vicine  a colture  infestate, dove il parassitoide possa trovare le ovature della cimice su cui ovideporre. Premessa indispensabile è che l’insetto utile non venga disturbato da trattamenti insetticidi inopinatamente effettuati.

Sullo stato dell’arte in Piemonte abbiamo sentito Giovanni Bosio, entomologo del Settore Fitosanitario e Servizi tecnico-scientifici della Regione. “ Nella nostra Regione per il 2023 sono stati selezionati 40 siti di lancio caratterizzati negli scorsi anni da un’abbondante presenza di ovature di H. halys. I risultati finora conseguiti con questo tipo di lotta sono incoraggianti perché il parassitoide si è insediato in molti siti di lancio con percentuali di parassitizzazione delle uova della cimice fino al 25%. Comunque occorre tenere presente che la lotta biologica di tipo inoculativo rappresenta un metodo complesso e delicato che richiede parecchi anni per fornire risultati stabili nel tempo.

Fortunatamente nel frattempo si vanno spontaneamente diffondendo anche altri organismi utili nemici della cimice asiatica, sia autoctoni che alloctoni come Trissolcus mitsukurii, che in certi casi si è rivelato anche più efficace della specie congenere T. japonicus

Copyright: NocciolaRe

Pubblicato: 25-07-2023

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