Come riportato da binews, in Campania, regione che per la sua ampia produzione di nocciole rappresentava fino a qualche anno fa uno dei nostri settori di eccellenza a livello mondiale, la crisi del settore è diventata irreversibile nel corso di quest’anno.
La siccità prima e le abbondanti piogge dopo hanno reso scarsa sia la quantità che la qualità. Una produzione che per il secondo anno consecutivo è al minimo storico; un ettaro di noccioleto in alcune aree della Regione non è andato oltre 5, 6 quintali di nocciole raccolte, con prodotto che in alcune zone, soprattutto quelle della pianura campana è di scarsa qualità a cause delle continue piogge cadute da ferragosto in poi con il prodotto già a terra e non ancora raccolto. Ma se tutto ciò non bastasse ecco che a dare il colpo finale al settore è il mercato: prezzi intorno a 200 euro al quintale non bastano neanche a coprire i costi di produzione a cui vanno aggiunti i costi triplicati dei prodotti petroliferi, in primis il gasolio agricolo che dai 50 centesimi nel periodo della pandemia ha toccato anche 1,60 quest’anno. I prezzi dei concimi sono triplicati così come sono aumentati anche quelli dei prodotti fitosanitari.
Molti agricoltori hanno preferito non raccogliere per non aggravare il bilancio già in perdita, altri hanno aspettato che tutte le nocciole cadessero per fare una sola raccolta, sta di fatto che l’ambiente è in agitazione e si prospetta un 2023 con molti terreni lasciati incolti, soprattutto quelli che vengono dati in fitto. Il settore necessita di un intervento immediato della politica affinchè si possano aiutare i migliaia di agricoltori in difficoltà che non riescono più a far fronte ad un crisi diventata nera come mai si è registrata in passato.
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Pubblicato: 17-09-2022