Dove sta andando il vivaismo corilicolo?

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Dopo il boom degli ultimi anni il comparto sembra conoscere un momento di riflessione anche alla luce di alcune scelte strategiche operate a livello nazionale da alcuni importanti soggetti della filiera. Per rispondere a questo interrogativo abbiamo intervistato un operatore che per il suo portafoglio di clienti, ha il polso non solo del mercato nazionale, ma anche di quello europeo: il vivaista Marco Nicola, titolare della ditta Vivai Nicola.

La coltivazione del nocciolo sta proseguendo la sua espansione, oppure c’è un rallentamento dopo l’entusiasmo degli ultimi anni? La tendenza è la stessa sia a livello nazionale che europeo, oppure è possibile fare delle distinzioni?

La corilicoltura sta proseguendo la sua espansione in funzione dell’utilizzo e della richiesta di prodotto sempre crescente. Il noccioleto è ormai considerato una valida alternativa al seminativo di collina e di pianura in molte zone. Questa tendenza è conseguente al fatto che la redditività viene garantita grazie ad accordi di filiera.
Anche a livello europeo l’interesse è notevole, soprattutto per le cultivar più produttive.

Le richieste sono variate nel corso degli anni: se inizialmente esse provenivano per noi principalmente dal Piemonte, ad oggi si sono allargate al Veneto, Lombardia, Umbria e piccoli numeri anche in altre regioni prevalentemente al nord.

In Piemonte la varietà più richiesta è la Tonda Gentile sin. Tonda Gentile Trilobata (già Langhe), varietà considerata tra le migliori al mondo e che grazie all’IGP Piemonte mantiene un prezzo elevato.
In altre regioni come Veneto e Lombardia, non tradizionalmente vocate, si evidenzia l’utilizzo di varietà come la Tonda di Giffoni e Tonda Gentile Romana che sono a più alta produttività.

Interesse particolare proviene dalla regione Sicilia, nella zona dei Nebrodi insieme a vaste aree delle province di Trapani, Catania e Messina.
La domanda proviene anche da Lazio e Campania che sono regioni tradizionalmente corilicole.

Per quanto riguarda i paesi stranieri, quelli che attualmente manifestano notevole interesse al settore corilicolo sono Romania, Bulgaria, Francia e altri dell’area del mar Nero e del mar Caspio.
Nei paesi europei le superfici dedicate sono mediamente divise in blocchi da 50 ha, con l’eccezione della Macedonia e della Russia, dove gli appezzamenti superano anche i 500 ettari.

Parlando di varietà, quella più richiesta dall’estero ultimamente è la Tonda di Giffoni con i relativi impollinatori in proporzione variabile (Tonda Gentile Romana, Tonda Gentile, Camponica, Nocchione).

Che riscontri avete negli impianti effettuati negli ultimi anni, soprattutto in quelli nei nuovi areali?

Gli ultimi impianti hanno dato piena soddisfazione, grazie anche alle particolari attenzioni riservate allo studio ed alla preparazione del terreno, oltre che alla preparazione del materiale con tecnica brevettata NICOLAHAZELNUT® che consente  l’impianto meccanizzato con tracciatura GPS e un lasso di tempo di conservazione del prodotto a livelli ottimali (temperatura controllata, idonea umidità mantenuta dagli appositi imballi); altra peculiarità di questa lavorazione è riferita al notevole risparmio in termini di costi di trasporto, in quanto vengono ridotti i volumi, viene effettuata la potatura nel corso della preparazione, pertanto non sarà più necessario effettuarla al primo anno.

Inoltre le piante da noi lavorate hanno un’ottima ripresa vegetativa in quanto la paraffinatura preserva le gemme da agenti atmosferici e sbalzi termici, anche quando si effettuano impianti tardivi o in zone a clima più freddo rispetto al nostro.

La percentuale di attecchimento degli impianti effettuati è del 99% circa e il successivo sviluppo ha dato ottime soddisfazioni, portando a mostrare i primi frutti già dal 3° anno.

Come vedete il futuro della corilicoltura?

La corilicoltura, a livello italiano e non, sarà sempre più innovativa e considerata come una frutticoltura specializzata e non più una coltivazione marginale come in passato.

Di conseguenza anche il vivaismo corilicolo deve essere in continua evoluzione per garantire materiali geneticamente migliorati e piante che rispondano alle esigenze di meccanizzazione per velocizzare i tempi di impianto.

Pubblicato 23/08/2019

Copyright: nocciolare.it

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