Un focus sulla fertilizzazione del nocciolo al 9° convegno di Confagricoltura a Cherasco

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Un folto pubblico di operatori del settore corilicolo, provenienti non solo da tutta Italia ma anche da diversi paesi europei, ha partecipato oggi a Cherasco (CN) al tradizionale convegno primaverile sul nocciolo organizzato da Confagricoltura  in collaborazione con Ascopiemonte e Piemonte Asprocor.

Veduta della sala

Anche quest’anno gli organizzatori hanno colto nel segno proponendo un argomento di grande attualità come la concimazione. Oggi più che mai gli agricoltori si trovano tra l’incudine e il martello perché, se da una parte devono far fronte all’aumento a dismisura dei prezzi dei fertilizzanti come di tutti i mezzi di produzione, dall’altra hanno l’esigenza di realizzare produzioni abbondanti e di qualità, pena uscire dal mercato. Ma dopo due anni di scarse soddisfazioni  economiche sono molto perplessi e  si interrogano seriamente sulle scelte da  fare per quadrare il bilancio.

A complicare la situazione si sono poi aggiunti i cambiamenti climatici che stanno ponendo nuove sfide con cui il comparto si sta confrontando.

Il messaggio giunto dal convegno è che la tecnologia può venire in  aiuto fornendo mezzi tecnici e strategie agronomiche utili per evitare sprechi e ottimizzare l’efficacia dei fertilizzanti in una logica di sostenibilità economica e ambientale

I lavori sono stati coordinati da Lorenzo Tosi, giornalista Edagricole

Alberto Cirio

In introduzione le autorità presenti hanno portato i loro saluti ai partecipanti. Claudio Bogetti vicesindaco di Cherasco, Enrico Allasia Presidente di Confagricoltura Piemonte, il senatore Giorgio Bergesio membro della Commissione Attività produttive del Senato , Alberto Cirio Presidente della Regione Piemonte e da remoto Marco Protopapa Assessore regionale agricoltura nei loro interventi hanno ribadito l’attenzione verso il comparto e l’impegno delle relative istituzioni per sostenere i produttori nell’attuale difficile congiuntura caratterizzata da diminuzioni delle produzioni  e dei ricavi a fronte di forti aumenti dei costi di produzione.

 Nella prima relazione Valerio Cristofori dell’Università della Tuscia-Viterbo ha trattato il tema dell’ottimizzazione degli interventi di concimazione del corileto in chiave di sostenibilità. Ci ha ricordato come per una fertilizzazione razionale siano indispensabili le conoscenze delle esigenze nutritive della pianta in relazione alla fase produttiva e delle caratteristiche dei suoli attraverso analisi fisico-chimiche che devono essere eseguite almeno una volta ogni cinque anni. Altro importante strumento di valutazione delle necessità nutritive è rappresentato dalla diagnostica fogliare per la quale il Piemonte vanta grandi tradizioni.

Alla luce di tutte queste conoscenze è possibile redigere dei piani di concimazione che tengano conto della dotazione residua del terreno e delle esigenze di assorbimento da parte della pianta in relazione alla fase di sviluppo.

Azoto fosforo e potassio sono i tre macroelementi fondamentali per lo sviluppo vegetativo e produttivo del nocciolo che li richiede rispettivamente nel rapporto di 1: 0,5: 1.

Per piante in fase di piena produzione, tenuto conto di una produzione di una  media di 2-2,5 t/ha, si prevede la somministrazione di 90 unità di azoto in due o tre frazionamenti: ripresa vegetativa, estate e postraccolta. Mentre per fosforo e potassio le quantità sono rispettivamente di 45 e 90 unità per ettaro in un unico passaggio in primavera.

Nel corso della stagione vegetativa possono rendersi necessarie concimazioni fogliari con macro e micro elementi. Inoltre la moderna tecnologia mette a disposizione degli agricoltori soluzioni avanzate come la fertirrigazione che consente di abbinare la fertilizzazione alla irrigazione

Un ruolo essenziale per la fertilità del suolo è esercitato dalla sostanza organica che può essere adeguatamente somministrata sotto forma di stallatico o di misto organico in autunno integrando poi in primavera con concimi granulari ternari.

L’importanza  della sostanza organica del terreno è stata successivamente approfondita da Claudio Ciavatta dell’Università di Bologna. Non è possibile alcuna fertilità del suolo senza sostanza organica che è indispensabile per la struttura del terreno, l’assorbimento dell’acqua, la prevenzione dell’erosione e la vita della microflora del suolo, da cui dipende la mineralizzazione della sostanza organica stessa. La maggioranza dei corileti piemontesi, specie quelli in collina, ne sono particolarmente poveri, avendo un contenuto in carbonio organico inferiore a 10 grammi per chilogrammo di terreno.

Il problema è ulteriormente aggravato dagli innalzamenti della temperatura connessi ai cambiamenti climatici, perché il calore accelera la mineralizzazione della sostanza organica e quindi aggrava l’impoverimento dei suoli.

Come si può intervenire? Usare ammendanti a basso contenuto di nutrienti come ad esempio il letame oppure concimi organo-minerali, se necessario. Ottima soluzione è rappresentata dall’inerbimento che inoltre protegge anche  dall’erosione e mantiene la struttura del terreno.

Un discorso a parte deve essere fatto per il fosforo di cui sono particolarmente poveri i terreni corilicoli piemontesi esaminati. Questo elemento è poco solubile per cui occorre somministrarlo in occasione della concimazione di fondo all’epoca dell’impianto

Nella terza relazione Sergio Tombesi, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza,  ha illustrato le moderne tecniche di gestione del suolo per far fronte  ai cambiamenti climatici e razionalizzare  le strategie di fertilizzazione. La gestione del suolo deve variare  nel corso della vita del corileto a seconda dell’età e dell’esigenza di adattamento ai cambiamenti climatici, tenendo conto quindi anche delle precipitazioni e dei rischi di erosione. La protezione del suolo dall’erosione diventa così primaria e sotto questo profilo l’inerbimento può fornire un grosso contributo oltre a mantenere la fertilità. Occorrono però delle cautele per evitare la competizione per l’acqua e i nutrienti che si possono verificare tra le piante erbacee ed il nocciolo. Queste sono particolarmente intense nei primi anni di vita, di qui la necessità che la fascia inerbita  sia tenuta lontana dalla fila.

Particolarmente utile è poi il sovescio che contribuisce anche a fornire unità di azoto oltre che essere un mezzo di protezione del suolo dall’erosione e di mantenimento della fertilità. Il più indicato è quello autunno-vernino realizzato con miscugli di leguminose e crucifere, da preferire a quelli con graminacee perché meno competitivi nei confronti della coltura rispetto a questi ultimi. Tuttavia anche con questa tecnica esiste il rischio di competizione idrica, per cui il cotico deve essere sfalciato e interrato non oltre la metà di aprile.

In conclusione il tecnico corilicolo Simone Bardella ha illustrato le iniziative poste in campo dalla Fondazione Agrion per lo sviluppo della corilicoltura piemontese. Nei tre ettari dell’azienda sperimentale di Cravanzana recentemente inaugurata viene condotta una serie di ricerche su tematiche di grande attualità per la corilicoltura piemontese che riguardano valutazioni di impollinatori, di nuove varietà e cloni nonché di portinnesti non polloniferi. Inoltre sono eseguite prove su diversi sesti d’impianto, sul sovescio e sulla lotta biologica contro l’eriofide. Mentre a Carpeneto (AL) si conducono prove di subirrigazione.

Agrionsvolge in Piemonte il ruolo di coordinatore dei servizi di assistenza tecnica alle aziende agricole delle Organizzazioni professionali e delle Associazioni dei produttori per cui il  relatore è poi passato ad illustrare le linee tecniche raccomandate ai corilicoltori relative alla messa a dimora di nuovi impianti, al sovescio e alla scelta degli impollinatori. Particolarmente interessanti inoltre sono state le prove di valutazione in campo di biostimolanti, prodotti di grande attualità per aumentare la resilienza delle piante agli stress causati dai cambiamenti climatici. Sono emersi effetti incoraggianti sulla cascola precoce e la resa produttiva.

Nelle conclusioni Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo, e Gian Luca Griseri di Agrion hanno ringraziato tutti i numerosi partecipanti e gli organizzatori,  evidenziando anche  il ruolo insostituibile dei servizi tecnici delle Organizzazioni professionali e delle Associazioni dei produttori per sostenere i corilicoltori piemontesi nelle loro scelte colturali anche attraverso i bollettini emessi periodicamente.

Da sinistra: Gianluca Griseri,
Roberto Abellonio e Lorenzo Tosi

Scarica le presentazioni:

Valerio Cristofori – Ottimizzazione degli interventi di fertilizzazione del corileto per una nutrizione sostenibile

Claudio Ciavatta – La Sostanza organica, fulcro della fertilità dei suoli

Sergio Tombesi – Gestione del suolo nel corileto: dal contrasto ai cambiamenti climatici al supporto delle strategie di fertilizzazione

Simone Bardella – Corilicoltura sostenibile: il ruolo di Fondazione Agrion tra presente e futuro

Guarda la registrazione del convegno

Al termine del convegno i partecipanti si sono trasferiti da Chianchia, ditta specializzata nella produzione di macchine per la lavorazione di frutta a guscio, per il tradizionale “Porte aperte”,  dove hanno potuto visionare diverse novità.

Copyright: Nocciolare

Pubblicato: 27-05-2023

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