Sei in: Difesa

Su piante di nocciolo con diverso sviluppo vegetativo sono state poste a confronto diverse regolazioni di una macchina irroratrice da frutteto (volume distribuzione, velocità aria sul bersaglio) al fine di valutare quella più idonea. I primi risultati ottenuti hanno evidenziato che incrementi sia della velocità dell’aria sul bersaglio da 10 a 12 metri al secondo, che del volume di miscela fitoiatrica distribuito da 650 a 1800 litri ad ettaro, non si traducono in aumenti significativi del deposito sul bersaglio

Numerosi i temi trattati sia di carattere generale (come l’analisi dei dati meteo forniti dalle stazioni elettroniche del Servizio Agrometereologico Regione Piemonte e l’esame della situazione fitosanitaria del nocciolo in Piemonte), che di approfondimento degli aspetti della ricerca con la sintesi delle attività svolte in collaborazione con Università di Torino e Servizio Fitosanitario Regione Piemonte.

Col procedere della stagione cresce l’importanza della difesa del nocciolo contro le avversità per cui bisogna avere le idee chiare ed intervenire con tempestività. Vi proponiamo la guida messa a punto da Ascopiemonte per i propri associati. Il testo riguarda le avversità presenti in Piemonte tuttavia la sua validità supera i confini di questa regione.

In questa presentazione, la Dr.ssa Alessandra Belisario del CRA Patologia Vegetale di Roma illustra le più recenti acquisizioni scientifiche relative ad alcune malattie fungine emergenti come la Necrosi apicale bruna della noce (NAB) e la Necrosi grigia della nocciola (NGN), che in questi ultimi anni hanno accresciuto la loro dannosità ed il loro areale di diffusione.

Nel triennio 2005-2007 sono tate condotte in Sardegna indagini per accertare la presenza di malattie batteriche del nocciolo e verificare l’efficacia nei loro confronti di nove oli essenziali (Artemisia, Bupleurum, Finocchio, Lavanda, Menta, Mirto, Rosmarino, Salvia e Timo) oltre che di cinque ceppi di Bacillus amyloliquefaciens.

La Moria del nocciolo è una malattia batterica che affligge fin dagli inizi degli anni ’80 la corilicoltura nel Viterbese e che si manifesta nel deperimento di una o più branche, fino alla morte della pianta, nella maggioranza dei casi. Il patogeno responsabile della malattia è di natura batterica e differenti studi hanno associato la patologia a due distinti batteri fitopatogeni: Erwinia gruppo amylovora e Pseudomonas avellanae.