Dopo aver assistito a due annate con un livello di piovosità ai minimi storici, il contesto pluviometrico di questi primi mesi del 2024 si presenta molto eterogeneo nella penisola italiana. Mentre in alcune regioni persiste una carenza idrica senza precedenti, in altre, in particolare nel nord Italia, ci si trova a fare i conti con il primo trimestre del 2024 all’insegna della pioggia. “Crisi climatica rientrata”, potrebbero dire i meno accorti, ma osservando in modo razionale e oggettivo questo fenomeno, ci si rende facilmente conto di quanto la situazione metereologica del nord Italia in questi primi mesi del 2024 non sia null’altro che l’eccezione che conferma quello che ormai è diventato, purtroppo, un trend consolidato.
Il fatto che nell’ultimo quinquennio sia piovuto meno rispetto al passato è evidente, ma, analizzando i dati meteo, emerge un altro importante aspetto: ovvero la cattiva distribuzione (leggasi qualità) delle precipitazioni nell’arco dell’anno. Piove poco e piove “male”.
Qualora si confermasse il trend di estati siccitose degli ultimi anni, le piogge di questo inizio 2024, soprattutto laddove non si siano messe in atto pratiche volte allo stoccaggio dell’acqua in eccesso, non saranno sufficienti a mitigare gli stress idrici che stanno interessando sistematicamente tutte le colture, soprattutto quelle non irrigue.
Una tra le colture più vulnerabili agli stress idrici è proprio il nocciolo e questa sensibilità è da ricondursi ad un’esigenza idrica annua piuttosto elevata (800-1000 mm) e ad un apparato radicale piuttosto superficiale, quindi tendenzialmente poco idoneo a sfruttare le riserve idriche degli strati più profondi del suolo.
L’approccio agronomico che è necessario adottare per garantire produzioni corilicole sostenibili, dal punto di vista quantitativo e qualitativo, anche in condizioni ambientali difficili, dev’essere senza dubbio di tipo multidisciplinare e comprensivo di diverse tecniche agronomiche. Queste vanno da una corretta gestione del suolo fino all’utilizzo di biostimolanti specifici per questo tipo di avversità abiotiche come Eranthis di Greenhas Group.
Eranthis è il nuovo biostimolante CE non microbico (Reg.UE 2019/1009) sviluppato appositamente dal Centro Ricerche di Greenhas per la mitigazione degli stress abiotici, in particolare di quelli idrici.
Quando applicato preventivamente sulle piante, Eranthis è in grado di attivare i processi metabolici legati alla produzione di sostanze antiossidanti che svolgono un’azione protettiva contro i danni derivanti dalle avversità abiotiche, consentendo alle piante di mantenere un livello adeguato di efficienza fotosintetica anche in condizioni critiche. Inoltre, le piante trattate con questo biostimolante hanno mostrato una minore perdita d’acqua per traspirazione, tale da consentire, in caso di carenza, un’ottimizzazione delle risorse idriche disponibili.
Diverse prove condotte dal Centro Ricerche Greenhas, in collaborazione con il Centro di Saggio SAGEA, hanno evidenziato come Eranthis, applicato su nocciolo in fase di fruttificazione, abbia dimezzato la percentuale di scarto alla raccolta (riducendo in particolare l’avvizzimento dei semi e la presenza di semi doppi) e incrementato di conseguenza la resa alla sgusciatura fino a 5 punti resa.
Vista la sua ampia compatibilità con i fitofarmaci ad uso più comune (esclusi gli oli minerali) Eranthis può essere applicato su nocciolo in occasione degli interventi fitosanitari fino a 4 volte durante la stagione.
Il dosaggio consigliato è 2 l/ha e al fine di massimizzarne l’efficacia, si suggerisce un approccio preventivo rispetto agli eventi climatici avversi (ondate di calore, ritorni di freddo, periodi di siccità).