I lanci di Trissolcus japonicus contro la cimice asiatica verranno sospesi nel 2024. Giovanni Bosio ce ne illustra le ragioni

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E’ di questi giorni la notizia che i lanci del parassitoide Trissolcus japonicus nell’ambito del programma di lotta biologica contro la cimice asiatica (Halyomorpha halys) saranno sospesi nel 2024. La decisione è stata assunta unanimemente dalle Regioni dell’Italia settentrionale e, solo dopo la verifica dei risultati dei monitoraggi che verranno effettuati nella prossima campagna, si deciderà eventualmente se riprenderli o meno.

La notizia ha sorpreso gli agricoltori, i quali vorrebbero che non solo non venissero sospesi, ma addirittura fossero aumentati estendendoli a nuovi siti. Si chiedono se sull’ambiente in generale e sull’entomofauna autoctona in particolare non siano più impattanti i trattamenti insetticidi sempre più numerosi, a cui devono ricorrere per difendere i risultati del loro lavoro, piuttosto che gli effetti collaterali di un insetto utile come Trissolcus japonicus, che tra l’altro si è già introdotto da anni per i fatti suoi nel territorio nazionale dove si è già spontaneamente insediato in estesi areali. Senza parlare dei rischi per la salute umana che, per quanto attenuati da tutta una serie di precauzioni nell’uso dei fitofarmaci, non sono mai del tutto annullati. Gli agricoltori hanno così la sensazione che per motivi ideologici ancora una volta venga penalizzata l’agricoltura e auspicherebbero maggior pragmatismo da parte delle Istituzioni.

I più preoccupati sono i corilicoltori per i quali la cimice asiatica rappresenta l’insetto  chiave,  causa di un notevole aumento dei costi della difesa e delle perdite di produzione.

Giovanni Bosio

Per comprendere quali siano le ragioni alla base di tale decisione e quali potranno eventualmente essere i futuri sviluppi del programma di lotta biologica, abbiamo intervistato il dr. Giovanni Bosio, entomologo coordinatore del progetto della Regione Piemonte. Il dr. Bosio ha una grande esperienza in materia, essendo stato anche un protagonista della lotta biologica contro il cinipide galligeno del castagno che ha portato al pieno controllo di quel fitofago.

Quali sono i motivi che hanno indotto le Regioni della pianura Padana a sospendere i lanci del parassitoide dopo quattro anni? Sono emersi dati negativi al di là dei vincoli operativi posti dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica?

Questa decisione è stata presa nell’ambito del Tavolo nazionale per il contrasto alla cimice asiatica in cui sono presenti sia esperti dei Servizi Fitosanitari delle Regioni e Province autonome sia i rappresentanti delle istituzioni tecnico scientifiche coinvolte nel progetto di moltiplicazione e introduzione del parassitoide T. japonicus. Finora non sono emersi dati negativi riguardo l’impatto del parassitoide su altre specie di cimici diverse da Halyomorpha halys. T. japonicus parassitizza in modo preponderante le uova della cimice asiatica, mentre quelle di specie autoctone, in particolare Palomena prasina, lo sono in modo molto limitato, peraltro si tratta di una cimice anch’essa in grado di arrecare danni, ad es. su nocciolo. Per cui T. japonicus si sta confermando come un parassitoide piuttosto specifico della cimice asiatica. A questo punto è però necessario ricordare che la lotta avviata contro la cimice asiatica è di tipo inoculativo: a fronte di milioni/miliardi di esemplari di cimice ormai presenti nei nostri territori, sono state introdotte, tramite i lanci realizzati negli ultimi 4 anni, alcune migliaia di esemplari del parassitoide che di per sé non possono certo mettere sotto controllo le popolazioni di H. halys. E’ necessario che le femmine di T. japonicus  parassitizzino le uova della cimice attraverso più generazioni all’anno, determinando (in assenza di fattori limitanti, quali effetti avversi di insetticidi, azione di iperparassitoidi, ecc.)  una crescita costante della popolazione del parassitoide, a cui corrisponderà una progressiva diminuzione delle popolazioni di H. halys. E’ un processo quindi che richiede un certo numero di anni, difficile da prevedere. Si può fare un confronto con quanto avvenuto nel progetto di lotta biologica con l’introduzione del parassitoide Torymus sinensis contro il cinipide galligeno del castagno (Dryocosmus kuriphilus), che ha richiesto in media 6-8 anni per raggiungere il pieno controllo del fitofago. Va però considerato che la lotta contro il cinipide  è in genere avvenuta in un contesto naturale (selve castanili), in assenza di trattamenti insetticidi. Nel caso della lotta biologica contro la cimice asiatica i lanci di T. japonicus sono stati effettuati in corridoi ecologici con piante ospiti della cimice (es. vegetazione lungo corsi d’acqua) o in coltivazioni non trattate (es. noccioleti biologici). L’obiettivo è ottenere una moltiplicazione del parassitoide in questi ambienti, in modo da ridurre la popolazione di cimice che poi si sposta nel corso della stagione verso le colture agrarie. Va però ricordato che gli imenotteri parassitoidi, insetti di piccole dimensioni (inferiori a 1,5-2 mm), sono molto sensibili agli insetticidi: effetti di deriva dei trattamenti possono ostacolare fortemente la loro sopravvivenza. Quindi  il contesto in cui si introduce T. japonicus, caratterizzato da “aree ecologiche” circondate da coltivazioni agricole con uso di insetticidi è decisamente meno favorevole rispetto alla situazione di ambiente naturale che ha visto l’introduzione del parassitoide del cinipide del castagno. Questo potrebbe far supporre che i tempi per il raggiungimento di un controllo biologico della cimice possano essere più lunghi, d’altro canto T. japonicus ha il vantaggio di poter sviluppare più generazioni all’anno rispetto all’unica di Torymus sinensis. In ogni caso non avrebbe senso pensare a una lotta biologica di tipo inondativo, ovvero la produzione di milioni di esemplari del parassitoide in biofabbriche e il loro successivo rilascio nelle colture, sia per motivi organizzativi (servirebbero milioni di ovature della cimice) che economici; inoltre al momento non sarebbe una azione contemplata dalla autorizzazione rilasciata dal MASE. Va ricordato che l’autorizzazione concessa era triennale (2020-2022), anche se poi subordinata a un nullaosta annuale a seguito della verifica dei risultati dei monitoraggi effettuati in almeno il 20 % dei siti di lancio. Inoltre il monitoraggio deve proseguire per altri 5 anni dopo l’ultima introduzione in un sito. Le Regioni e Province dell’Italia Settentrionale avevano chiesto e ottenuto l’autorizzazione per il proseguimento dell’attività anche per il 2023. Se in futuro non venissero più effettuati nuovi lanci, l’attività di monitoraggio dovrà comunque proseguire fino al 2028 compreso. Questo comporta un notevole impegno di lavoro per le istituzioni scientifiche coinvolte e un costo economico importante per le Regioni e Province autonome.

Ninfa di H. halys – Foto G. Bosio

A fine 2024, dopo i monitoraggi a cui sarà dedicata la prossima campagna, avremo sicuramente un quadro più completo sull’efficacia della lotta biologica fin qui condotta. Comunque sulla base delle informazioni raccolte in questi quattro anni di lavoro è possibile tracciare un primo parziale quadro sulla diffusione, in Piemonte in generale e nelle aree corilicole in particolare, degli antagonisti naturali e di quelli esotici nonché della loro efficacia nel contenere Halyomorpha halys?

In base ai monitoraggi effettuati nell’Italia settentrionale in questi 4 anni, si è constatato che il parassitoide si è insediato in diversi siti e la sua attività di parassitizzazione a spese delle uova della cimice è in progressivo aumento, essendo ad es. in Piemonte passata nelle ovature con presenza di parassitizzazione, da una percentuale iniziale del 5% delle uova parassitizzate nel 2020 fino al 27% del 2023. Va sottolineato che non sempre è facile riscontrare la presenza del parassitoide perché spesso non è facile trovare le ovature della cimice, anche per variazioni dell’entità delle popolazioni negli anni.

A livello nazionale, considerati i risultati positivi riguardanti l’insediamento di T. japonicus e l’incremento progressivo delle percentuali di parassitizzazione negli anni, si è convenuto, dopo già aver proseguito i lanci per un quarto anno nel 2023 rispetto ai 3 previsti inizialmente, di sospendere la complessa ed onerosa attività di effettuazione di nuove introduzioni (con relativa procedura burocratica per la richiesta di autorizzazione), prevedendo per il 2024 di effettuare solo l’attività di monitoraggio sull’andamento della lotta biologica. A fine anno, in base ai dati raccolti, si potranno fare valutazioni mirate sulla necessità o meno di effettuare nuove introduzioni in futuro o, se il trend positivo sarà confermato, ritenere ormai che queste non siano più necessarie, considerato che i nuovi lanci, a fronte di una evoluzione naturale delle popolazioni del parassitoide già insediate e in fase di crescita, apporterebbero numeri molto marginali. Va poi considerato che nel nord Italia sono presenti  da alcuni anni anche popolazioni derivanti da introduzioni “accidentali” di T. japonicus e T. mitsukurii,  che possono dare un contributo importante nell’aumentare la popolazione dei limitatori della cimice asiatica.

Gli agricoltori con le loro scelte operative nella difesa delle colture come possono aiutare la lotta biologica e favorire gli antagonisti naturali?

Poiché gli insetticidi autorizzati  efficaci contro la cimice  sono poco selettivi nei confronti di T. japonicus, la risposta è abbastanza scontata: trattare solo quando è necessario, seguendo le indicazioni dei servizi di assistenza ed evitando fenomeni di deriva verso le aree naturali adiacenti alle coltivazioni. Purtroppo sappiamo che spesso il ricorso ai trattamenti risulta indispensabile per ridurre i danni sulle produzioni, pena un forte deprezzamento delle stesse, in un contesto già caratterizzato da una bassa remunerazione dei prodotti agricoli. D’altro canto la monocoltura e la diffusione della coltivazione del nocciolo anche in aree non particolarmente vocate favoriscono un incremento delle problematiche fitosanitarie.

Copyright: NocciolaRe
Pubblicato: 26-02-2024

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