LE PREVISIONI DEL RACCOLTO 2021 PREOCCUPANO I CORILICOLTORI ITALIANI

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Con l’approssimarsi del raccolto 2021 si vanno confermando le previsioni di un raccolto di nocciole decisamente inferiore alla media, non solo per l’annata di “scarica” già prevista, ma soprattutto a causa delle condizioni meteorologiche eccezionalmente avverse responsabili nella fase iniziale della stagione di un andamento non favorevole ad una buona impollinazione, seguito da un’importante gelata (particolarmente distruttiva nel Viterbese) e più recentemente da numerosi eventi grandinigeni al nord e tempeste di vento al centro-sud. Ad aggravare la situazione successivamente è intervenuta un’abbondante cascola dovuta a cause diverse, la quale in tutti gli areali ha ulteriormente ridotto la produzione, tanto che per molte aziende si pone il problema della convenienza economica delle operazioni di raccolta.
Quando arriveranno le prime indicazioni sul prezzo delle nocciole si capirà se questo potrà compensare, anche se solo in parte, la perdita di produzione, limitando il danno economico in un’annata che per molte aziende sarà da dimenticare.

Come è ormai tradizione, Nocciolare ha intervistato alcune figure di riferimento delle principali aree corilicole italiane per avere qualche anticipazione su come si prospetta il raccolto di nocciole 2021 nelle rispettive zone.

Lazio
Dott. Benedetto Valentini – Responsabile Tecnico Assofrutti

In termini generali come si prospetta la produzione di nocciole quest’anno in Lazio dal punto di vista quantitativo a seguito della disastrosa gelata primaverile?
La produzione di nocciole ha risentito della gelata dei giorni 8 e 9 aprile 2021, quando in alcune zone le temperature sono scese fino a -10°C e comunque tutto il Viterbese è sceso al di sotto di 0°C; la quantità è pertanto stimata intorno al 30% rispetto all’anno precedente, con una perdita di circa il 70%.
Il raccolto dopo la cascola avvenuta nel mese di luglio, dovuta anch’essa alle gelate, si attesterà presumibilmente intorno alle 15.000 tonnellate.
Il danno nel Viterbese non è ovviamente omogeneo, ci sono zone in cui non si raccoglierà nulla e zone invece dove si può trovare anche un discreto raccolto.

La qualità invece come si presenta?
Non è ancora possibile effettuare una stima veritiera della qualità delle nocciole prodotte, in quanto i campioni verranno presi dopo il 15 agosto.

Quali sono state le principali problematiche fitosanitarie dell’annata?
Rispetto agli anni precedenti, la differenza è stata notata nell’insorgenza della nuova specie di oidio (Erysiphe corylacearum) in provincia di Viterbo. Gli attacchi sono avvenuti principalmente sui polloni, ma in qualche sporadico caso hanno raggiunto anche chioma e nocciole.
Le aziende che più hanno subito l’effetto della gelata, hanno effettuato soltanto trattamenti a base di alghe e biostimolanti, in modo da far riprendere la vegetazione e assicurare quindi la produzione per l’anno successivo.
La situazione più critica riguarda i noccioleti con poca produzione, 2-3 quintali ad ettaro, dove nell’incertezza della raccolta sono stati tralasciati alcuni trattamenti, mettendo a rischio la qualità dell’eventuale raccolto.

Ci sono altri aspetti che hanno caratterizzato questa annata?
Oltre alle problematiche elencate precedentemente, ci sono i danni da fauna selvatica: ghiri, scoiattoli, ma in particolare cinghiali, che hanno arrecato ingenti danni ai giovani impianti.

Campania
Dott. Francesco Napolitano – Responsabile Tecnico OP Cerere

Quando si prevede l’inizio delle raccolte e come si presenta la produzione di nocciole in termini di quantità?Quest’anno la fase di maturazione delle nocciole è in leggero ritardo rispetto agli anni precedenti, seguendo a ruota quanto già verificatosi con le precedenti fasi fenologiche. Nelle zone di pianura, quindi, le operazioni di raccolta avranno inizio probabilmente verso la terza settimana di agosto e, a seconda della varietà, almeno una settimana più tardi nelle zone collinari.

Anche in Campania il raccolto di nocciole 2021 è scarso: si prevede, in media, una riduzione dei quantitativi di almeno il 60% rispetto ad un’annata standard. Il fenomeno interessa quasi tutte le aree corilicole della nostra Regione, in particolare il basso Avellinese, il Napoletano e la provincia di Salerno. Nel Casertano, dove insiste un maggior numero di noccioleti di giovane età e specializzati, la percentuale di riduzione di produzione risulta inferiore.

Come era prevedibile, la “super” produzione del 2020, unitamente al periodo prolungato di siccità hanno indotto nella pianta una condizione di stress tale da bloccare i processi fisiologici e metabolici di differenziazione delle gemme a fiore, generando la scarsa produzione di quest’anno. A risentire maggiormente di questa alternanza di produzione sono gli impianti non specializzati, obsoleti, ma soprattutto quelli non dotati di un adeguato impianto di irrigazione che permetta di attutire lo stress da lunghi periodi di siccità.

La qualità invece come si presenta?
A circa due settimane dall’inizio della raccolta è prematuro parlare di qualità e rese della produzione. Si spera ovviamente che, nonostante l’annata di scarica, almeno il fattore qualitativo non sia scadente. L’andamento termo – pluviometrico dell’annata in corso fa ben sperare sia in una buona qualità, sia in una resa accettabile delle nocciole.

Ci sono altri fattori che hanno inciso sul raccolto finale e quanto?
Ad aggravare la situazione sono i sempre più frequenti eventi atmosferici avversi dovuti ai cambiamenti climatici che, nel caso di gelate tardive, oltre al danno diretto alla produzione dell’annata in corso possono addirittura compromettere la fisiologia delle piante con conseguenze negative anche per gli anni successivi.

Oramai il cambiamento climatico non è più un’utopia e i suoi effetti negativi sulle colture sono tangibili. Quest’anno, per il secondo anno consecutivo, i corilicoltori hanno dovuto fare i conti con il ritorno di freddo ad aprile, che ha inciso negativamente sulla fase di allegagione delle nocciole. Recentemente, poi, alcune zone ad alta vocazione corilicola, specie del Vallo di Lauro, sono state falcidiate da una tempesta di vento che ha fatto cascolare anticipatamente buona parte del raccolto, rendendo insostenibile una situazione già pesante per gli agricoltori locali.

In tale contesto è verosimile che anche la cascola fisiologica dei frutti abbia avuto un’incidenza significativa. In quale misura si è verificata quest’anno?
La cascola fisiologica dei frutti è dovuta a svariati fattori (mancata impollinazione, squilibri nutrizionali, punture di cimici in fase di accrescimento, condizioni di stress per la pianta, agenti atmosferici avversi, ecc.) e si verifica indistintamente ogni anno. Nelle annate di scarica, però, una cascola anticipata delle nocciole ha un’incidenza maggiore sulla produzione totale. Quest’anno si stima una perdita di produzione per cascola anticipata di circa il 20%.

Le cimici sono una delle avversità chiave di questa coltura. Come è la situazione nel 2021?
Sia le popolazioni di cimici nostrane che di quella asiatica, quest’anno, sono state influenzate fortemente dall’andamento delle temperature, infatti i primi adulti sono comparsi più tardi rispetto all’anno precedente. Nei mesi di giugno e luglio, con temperature superiori ai 35 °C, le catture sono diminuite in tutti gli areali, ma nonostante ciò, i danni ai frutti non mancano, soprattutto nelle aziende a conduzione biologica o laddove il numero dei trattamenti è stato limitato.

Foto Francesco Napolitano

La Campania è la regione nella quale è stata segnalata per la prima volta la presenza dell’oidio da Erisiphe corylacearum. Quale è stata l’evoluzione nel 2021?
In Campania ormai sono ufficiali gli attacchi di oidio di origine turca (Erisiphe corylacearum) a carico dei noccioleti. Come già affermato nel precedente articolo si tratta di una specie di oidio molto aggressiva e di facile diffusione rispetto a quella comune (Phillactinia corylicola), meno invasiva e dannosa. La nuova forma di oidio, in caso di forti attacchi, si sposta dalle foglie ai frutti causandone la cascola anticipata.
Per fortuna chi ha effettuato trattamenti mirati all’evidenza dei primi sintomi è riuscito a sfuggire a conseguenze gravi della malattia. In generale, le prime piogge dopo il periodo secco ne hanno rallentato lo sviluppo e la diffusione.

Quali altre problematiche fitosanitarie sono state rilevate?
Tra i problemi fitosanitari che comunemente interessano i noccioleti nelle nostre aree (balanino, necrosi grigia-marciumi, citospora/mal dello stacco, seccumi, ecc.), negli ultimi anni, in alcune zone di pianura, sono stati evidenziati importanti attacchi di acari (ragnetti rossi e ragnetti gialli) a carico delle foglie del nocciolo. In particolare si tratta di acari appartenenti alla famiglia dei Tetranichidi, invisibili ad occhio nudo e gli attacchi si verificano nella parte interna delle piante con maggiore intensità nei mesi più caldi, luglio e agosto. Le foglie, che assumono dapprima una leggera sfumatura giallastra accompagnata da macchie più scolorite vicino alle nervature, possono andare incontro a filloptosi anticipata, riducendo l’attività fotosintetica della pianta.

Ci sono altri aspetti che hanno caratterizzato questa annata?
Di certo la scarsa produzione di quest’anno ha creato molto disappunto tra i corilicoltori, che si sono interrogati sulla convenienza economica di alcune operazioni agronomiche e dei trattamenti fitosanitari. Effettivamente non pochi produttori quest’anno hanno abbandonato i propri noccioleti fin dall’inizio, considerando la non convenienza nel condurli alla raccolta.

Piemonte
Dott.ssa Maria Corte e Dott. Alan Pizzinat – Responsabili della Divisione Corilicoltura di Agrion

Quando si prevede l’inizio delle raccolte e come si presenta la produzione di nocciole in termini di quantità e qualità?
I mesi di aprile e maggio sono stati caratterizzati da temperature più basse rispetto allo storico e ciò ha determinato un rallentamento delle fasi fenologiche di 1-2 settimane. Le temperature più alte nei mesi di giugno e luglio hanno permesso alle piante di riprendersi anche se con qualche ritardo rispetto agli anni scorsi.

Secondo le indicazioni fornite dai tecnici che seguono areali diversi della nostra regione, le date di inizio raccolta dovrebbero essere all’incirca queste: per la provincia di Alessandria dopo il 20 agosto; Astigiano dal 16 agosto in poi; Torinese dal 16 agosto; e per la provincia di Cuneo da ferragosto nelle zone di Bassa Langa e zone anticipate e la settimana dopo ferragosto per l’Alta Langa, Monregalese, Carrucese, Doglianese, Fossanese la settimana dopo ferragosto).

Anche quest’anno, come purtroppo è già capitato in altre recenti stagioni, le anomalie climatiche hanno lasciato un’impronta decisa sulla coltura. Le intense gelate primaverili del 7-8 aprile (giorni in cui la colonnina del mercurio ha registrato picchi di -7,-8°C in pianura) sono state ancora più dannose perché precedute da un fine marzo con temperature miti e quasi primaverili che hanno favorito il germogliamento delle piante rendendole più vulnerabili ai repentini abbassamenti termici. La stagione è proseguita con poche precipitazioni e temperature nella media del periodo. Purtroppo nel mese di luglio, in alcune aree dell’Astigiano, del Roero e del Saluzzese e Monregalese si sono abbattute violente grandinate con chicchi grossi come noci che hanno colpito e mortificato le piante contribuendo alla cascola pre raccolta. Per via di questi fenomeni le previsioni di raccolta non sono così favorevoli per il 2021: si prevede un raccolto significativamente inferiore all’anno scorso.

In tale contesto è verosimile che anche la cascola fisiologica dei frutti abbia avuto un’incidenza significativa. In quale misura si è verificata quest’anno?
Sicuramente la gelata primaverile di quest’anno ha influito notevolmente sulla cascola che, per la varietà Tonda Gentile, in annate normali, si aggira intorno al 10%. Purtroppo i fattori che contribuiscono alla cascola non sono ancora del tutto noti. Possono essere dovuti a mancata o insufficiente impollinazione, condizioni climatiche non favorevoli, carenze nutrizionali e idriche, basso livello di illuminazione della chioma, intervento di agenti biotici (insetti e funghi) e probabile sensibilità varietale.
E’ difficile dare una stima precisa della cascola 2021 anche perché c’è disformità nelle diverse aree; in quelle più colpite dal freddo di questa primavera si parla di 30-35% in meno di prodotto.

Le cimici sono diventate di fatto l’avversità chiave di questa coltura. Quali danni hanno causato nel 2021?
Quest’anno oltre alla presenza della cimice asiatica si è avuto, come nel 2020, un aumento delle cimici autoctone, soprattutto Palomena prasina, Nezara viridula e Gonocerus acuteangulatus. Sul territorio la situazione cimice è stata gestita con una strategia collaudata negli anni basata sulla puntuale collaborazione tra tecnici Agrion e tecnici dell’assistenza alle aziende.  Capisaldi della collaborazione sono i monitoraggi con controlli visivi e frappage, lo scambio costante di informazioni attraverso i coordinamenti settimanali e l’emissione di bollettini per zona al momento del superamento della soglia di presenza di insetti dannosi.
Non possiamo ancora fornire indicazioni sui danni, ci auguriamo, però che la strategia adottata in questi anni sia quella più efficace per garantire alle aziende un raccolto di buona qualità.

Nel 2020 è stata segnalata per la prima volta la presenza in Piemonte dell’oidio Erisiphe corylacearum, destando forti preoccupazioni per la sua pericolosità. In questa annata si è verificata la sua temuta crescita?
Nel 2020, per il Piemonte, le segnalazioni ci sono state a partire da agosto-settembre. Per il 2021 abbiamo avuto solo un paio di segnalazioni (su un impianto in allevamento e su nocciolo spontaneo) e per il momento la situazione non crea allarme.

Quali altre problematiche fitosanitarie sono state rilevate?
Premettendo che l’attenzione maggiore è sempre rivolta alle cimici, altre problematiche fitosanitarie sono di natura fungina (citospora e gleosporiosi) e batterica (Xanthomonas arboricola pv. corylina), ma si tratta di situazioni sotto controllo che si possono gestire con interventi agronomici o di difesa anticrittogamica.

Ci sono altri aspetti che hanno caratterizzato questa annata?
Preoccupa la mancanza di acqua che sta diventando un problema serio per molte colture come per il nocciolo. In questa fase di accrescimento del seme, la pianta avrebbe bisogno mediamente di 70-80 mm di pioggia al mese. Analizzando i dati forniti dalle stazioni agrometeo regionali, risulta che da aprile a luglio siano caduti meno di 50 mm di pioggia al mese. La scarsità di acqua e l’aumento della ventosità sono altri due ‘fenomeni climatici’ che possono influire negativamente sulla resa produttiva e sulla sanità delle piante.

A completare e confermare il quadro sopra esposto il dott. Claudio Sonnati, rappresentante dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali per il Tavolo di filiera frutta in guscio – sez. nocciolo presso il Mipaaf, ci riferisce che “sulla base delle informazioni raccolte da numerosi colleghi agronomi che operano nel settore si prevede che la raccolta delle nocciole inizierà quest’anno in ritardo in tutti gli areali produttivi italiani per l’anomalo andamento climatico verificatosi ad inizio primavera (gelate con intensità diversificata in molte realtà produttive ortofrutticole fra il 6 ed il 9 di aprile) e per il perdurare di un andamento climatico primaverile non sempre favorevole alle coltivazioni corilicole, in particolare al Nord”. “A tutt’oggi” -prosegue Sonnati – “stimiamo che le raccolte inizieranno al Nord nella seconda decade di agosto completandosi al Sud nella seconda metà di ottobre nonostante il periodo di siccità verificatosi in quelle aree nell’ultimo mese. Avverse condizioni climatiche, alternanza di produzione rispetto alla precedente annata agraria, mancata o ridotta applicazione di alcune buone pratiche agricole influiranno, a nostro avviso, sulla produttività di tutte le cultivar italiane che risulterà complessivamente modesta”. Secondo Sonnati “sono quindi da rivedere decisamente al ribasso (già lo stesso INC aveva previsto una produzione italiana attorno alle 70.000 tonnellate) le attuali valutazioni estimative riportate dall’Istat sulla produzione del comparto corilicolo nazionale (scarica la tabella); evento, quello del riallineamento estimativo, che avverrà necessariamente durante l’annata agraria seguendo il calendario di rilevazione stabilito all’interno del Protocollo di intesa Istat-Mipaaf-Regioni”.

Copyright: NocciolaRe

Pubblicato 09-08-2021


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