Marcatori isotopici multipli per garantire l’origine delle nocciole ed evitare così frodi commerciali e problemi di sicurezza alimentare derivati dalla mancanza di tracciabilità degli alimenti. A questo obiettivo sta lavorando un gruppo di ricercatori dell’Università di Barcellona nell’ambito di TRACENUTS. Il progetto è finanziato dal Ministero della Scienza, dell’Innovazione e dell’Università (PID2020-117701RB100) e guidato dalla professoressa Stefania Vichi, della Facoltà di Farmacia e Scienze Alimentari e dell’Istituto di Ricerca in Nutrizione e Sicurezza Alimentare dell’Università di Barcellona (INSA).
La ricerca sull’origine delle nocciole
I prezzi delle nocciole variano anche un funzione della provenienza, delle varietà e dell’eventuale denominazione o indicazione geografica protetta. Assicurare questi parametri può difendere il valore del prodotto. Però non esiste ancora una metodologia analitica ufficiale per autenticare l’origine delle nocciole e i controlli ufficiali – basati sulla tracciabilità documentale – sono spesso insufficienti per prevenire le frodi.
In un lavoro pubblicato sulla rivista Food Chemistry vengono presentati i promettenti risultati di una metodologia basata sull’utilizzo di marcatori isotopici multipli. Questo studio è pioniere nell’applicazione dell’analisi isotopica – uno degli strumenti più riconosciuti per verificare l’origine geografica degli alimenti – per autenticare l’origine geografica delle nocciole.
Marcatori isotopici per determinare l’origine geografica della nocciola
La composizione isotopica degli alimenti è fortemente influenzata da fattori geografici come la geologia del terreno, l’idrologia e le pratiche agricole applicate al suolo coltivato. Tuttavia, l’analisi di un singolo marcatore isotopico potrebbe non essere sufficiente per autenticare l’origine geografica di un prodotto agroalimentare.
“La principale difficoltà nell’autenticazione geografica è la complessità dei sistemi agroalimentari e i fattori che possono influenzare la composizione degli alimenti, oltre ai fattori ambientali. Il vantaggio di alcuni marcatori isotopici, a differenza di altre metodologie, è che possono essere direttamente correlati a fattori ambientali e geologici, senza essere influenzati da altri fattori come la varietà o le condizioni di conservazione”, commenta la professoressa Mònica Rosell, del gruppo di ricerca TECNIO MAiMA – Isotopi stabili e Mineralogia, della Facoltà di Scienze della Terra dell’UB e dell’IdRA.
A parte l’alta risoluzione, una delle altre pietre miliari dell’approccio multiisotopico presentato dallo studio è la grande capacità di esplorare il potenziale di vari marcatori isotopici – e identificare quelli più promettenti – per autenticare l’origine geografica delle nocciole. “Ciò consente di ottenere informazioni complementari, quando vengono identificati i marcatori isotopici più appropriati per autenticare l’origine delle nocciole, che possono essere applicate e testate su ampi set di campioni per massimizzare l’efficienza dell’analisi. Il nuovo metodo elimina i marcatori che non aiutano a distinguere meglio, il che fa risparmiare costi inutili a lungo termine e migliora i risultati della previsione e l’efficacia del metodo di autenticazione,” spiega la ricercatrice Berta Torres, prima autrice dello studio e membro del Facoltà di Farmacia e Scienze Alimentari dell’INSA.
Questa semplice metodologia, con un trattamento minimo del campione, sarebbe facilmente trasferibile e applicabile ai laboratori di controllo e di routine. Pertanto, potrebbe essere valutato come uno strumento di supporto per gli organismi di controllo che faciliterebbe un maggior numero di controlli attraverso un metodo analitico robusto e affidabile.
Profili metabolici per determinare l’origine e la varietà del prodotto
Nello stesso progetto, il team ha anche sviluppato metodi basati sui marcatori metabolici della nocciola. Lo studio si basa su un insieme di metaboliti lipidici secondari delle nocciole contenuti nella cosiddetta frazione insaponificabile. “Con un’unica analisi la tecnica ci permette di autenticare sia l’origine che la varietà dei campioni. Ciò posiziona la nostra strategia analitica come un’opzione adatta per verificare campioni dubbi e per supportare strumenti di screening rapidi”, rimarca la professoressa Vichi.
Entrambe le metodologie descritte in queste pubblicazioni scientifiche sono compatibili e complementari e potrebbero essere utilizzate insieme per migliorare l’identificazione dei campioni. Da un lato, l’approccio multiisotopico valutato in questo studio è un metodo facilmente trasferibile, poiché si basa sull’analisi di marcatori isotopici specifici e standardizzati a livello internazionale. Quindi può essere applicato in modo riproducibile nei controlli e nelle analisi di routine in altri laboratori. Allo stesso tempo, la tecnica del fingering della frazione insaponificabile ha una maggiore efficienza di classificazione, risultando un metodo adatto per verificare campioni impegnativi o dubbi e come supporto per strumenti di screening rapido.
Con TRACENUTS, il team promuoverà nuove linee di ricerca sulle metodologie presentate in questi due articoli, per applicarle a insiemi di campioni più ampi e con maggiore variabilità naturale, nonché a nocciole che appartengono a specifiche Dop. Inoltre, è in fase di valutazione la stabilità dei marcatori nell’autenticazione delle nocciole lavorate. Ciò determinerà l’idoneità di questi metodi per l’autenticazione non solo delle nocciole crude, ma per un’ampia gamma di prodotti derivati. Inoltre, i risultati aprono la strada all’esplorazione di strategie simili in altri tipi di frutta secca.
Fonte: Universitat de Barcelona
Pubblicato: 28/10/2024