Vivai Nicola – La potatura del nocciolo

0

Vivai Nicola spiega perché potare gli alberi di nocciolo e fornisce alcuni consigli su questa importante pratica colturale.

Gli obiettivi principali della potatura delle piante di nocciolo sono:

  • Stabilire un rapporto di equilibrio tra l’attività produttiva e quella vegetativa (per ridurre l’alternanza di produzione, ovvero la tendenza a produrre ad anni alterni);
  • Mantenere gli alberi in buona salute aumentandone il vigore, sviluppando una struttura solida per ridurre al minimo il rischio di cedimenti strutturali;
  • Aumentare la penetrazione della luce all’interno della chioma, per garantire una buona produttività e una minor incidenza di cascola;
  • Facilitare la raccolta delle nocciole e le altre operazioni colturali (es. spollonatura e pulizia del suolo).
Quando dovrebbe essere fatta la potatura?

La potatura viene generalmente attuata durante il periodo di dormienza della pianta. Il momento ideale è a fine inverno, appena prima della ripresa vegetativa, poiché le ferite cicatrizzano più velocemente. È anche possibile potare sul ‘verde’ dopo la fine della raccolta delle nocciole, ma in questo caso si devono evitare i tagli troppo ‘drastici’ per non indebolire eccessivamente la pianta che sta accumulando le riserve necessarie per superare l’inverno.

Tipi di potatura

La potatura è una pratica essenziale per il buon mantenimento della pianta di nocciolo; può avere scopi diversi a seconda dell’età delle piante. Serve nei primi anni d’impianto per gestire la crescita degli alberi in fase di costituzione della forma di allevamento (che può essere a cespuglio, vaso cespugliato, alberello), sia per regolare la produttività degli alberi adulti (riducendo la tendenza a produrre ad anni alterni, tipica del nocciolo), che per rinvigorire gli alberi più vecchi. È inoltre un mezzo per rimuovere il legno malato o morto, prolungando così la vita del noccioleto e mantenendo le piante in buona salute.

POTATURA DI ALLEVAMENTO O DI FORMAZIONE

Vediamo di seguito le varie forme di allevamento e la relativa potatura di formazione (anche detta di allevamento) per ottenerle:

CESPUGLIO

Forma policaule con 3–6 fusti (anche detti pertiche): la forma a cespuglio è consigliata nelle zone senza irrigazione e in zone ad altitudine elevata, dove le nevicate sono più frequenti. Questa forma di allevamento consente infatti, nel caso di rottura di pertiche, di rinnovare rapidamente i fusti partendo da germogli basali.

È la forma di allevamento più diffusa nelle aree corilicole tradizionali del Piemonte, soprattutto in alta e media collina.

Richiede sesti d’impianto piuttosto ampi per evitare che le piante si ombreggino una volta diventate adulte.

Di seguito gli interventi di potatura da effettuare nei primi anni dall’impianto, per ottenere la forma di allevamento:
1° e 2° anno: capitozzare la pianta e successivamente, scegliere quali germogli tenere per impostare la pianta (di solito 4 o 5) ed eliminare gli altri.
Dal 3° anno in avanti, mantenere la chioma libera da rami in eccesso e rimuovere i polloni. Eliminare i rami che, crescendo internamente alla chioma, evitano il passaggio dei raggi del sole.

VASO CESPUGLIATO

Forma monocaule, costituita da un fusto unico impalcato a 50-60 cm da terra.

Le forme monocauli sono più indicate per terreni fertili e che hanno la possibilità di essere irrigati.

Le piante con questa forma di allevamento (come quelle ad alberello) hanno generalmente una taglia più contenuta rispetto alle piante allevate a cespuglio. Sono più facili da gestire in quanto permettono di utilizzare con più facilità i macchinari, e in particolare si possono tenere meglio sotto controllo i polloni. Consentono di utilizzare sesti d’impianto più ravvicinati rispetto al cespuglio.

Di seguito gli interventi di potatura da effettuare nei primi anni dall’impianto, per ottenere la forma di allevamento:
1° e 2° anno: dopo la messa a dimora della pianta (generalmente in autunno) capitozzarla a 50-60 cm da terra. Dopo un anno lasciare 4 o 5 germogli vigorosi che diventeranno in futuro le branche principali su cui formare l’impalcatura del vaso.
Dal 3° anno in poi, mantenere le 4-5 branche scelte per avere una chioma folta e uniforme, diradare i rami che crescono in eccesso all’interno della chioma. Continuare periodicamente con la rimozione dei polloni.

ALBERELLO

Forma monocaule, costituita da un unico fusto impalcato a 80-90 cm da terra. Forma di allevamento simile al vaso cespugliato che si differenzia sostanzialmente solo per l’impalcatura più alta. Questa forma di allevamento è indicata per varietà vigorose; le cultivar di debole vigoria tendono ad esaurire il loro potenziale produttivo precocemente. Richiede più tempo e manodopera per le operazioni di potatura rispetto agli altri sistemi di allevamento precedentemente illustrati, tuttavia consente un elevato grado di meccanizzazione delle operazioni colturali.

Utilizzata prevalentemente nelle zone pianeggianti e dove è possibile irrigare, si adatta molto bene a impianti lavorati in prevalenza meccanicamente. Inoltre facilita la distribuzione dei trattamenti fitosanitari.

Di seguito gli interventi di potatura da effettuare nei primi anni dall’impianto, per ottenere la forma di allevamento:
1°-2° anno: dopo la messa a dimora della pianta, cimarla a circa 80- 90 cm da terra. Eliminare i giovani polloni e mantenere pulito il tronco nei primi 40-50 cm. Dal 2° anno scegliere i rami più vigorosi che negli anni successivi diventeranno le branche principali.
3° anno: lasciare i 4-5 rami che formeranno il palco principale e diradare i rami in eccesso.
Dal 4° anno in poi, rimuovere i germogli che nascono sotto l’impalcatura, eliminare i polloni e i rami in eccesso che crescono in mezzo alla chioma impedendo il passaggio di aria e della luce solare.

ESEMPIO DI POTATURA DI ALLEVAMENTO DAL 2°AL 5° ANNO (FORME MONOCAULI)

2° anno: seleziona da 3 a 5 rami (A) utilizzando i seguenti criteri:
– Scegliete rami rivolti verso direzioni opposte;
– Eliminate i rami con un angolo acuto (inferiore a 35°) rispetto al tronco;
– Lasciate uno spazio di circa 15 cm tra ogni ramo ‘primario’.

3° anno: l’inverno successivo selezionate 1 o 2 rami aggiuntivi, rispetto ai rami ‘primari’ scelti l’anno precedente (B).

4° anno: quando si saranno scelte le branche che costituiranno l’impalcatura principale, la potatura potrà concentrarsi sui rami terminali per ridurne la densità (C).

5° anno: se gli alberi hanno un portamento tendenzialmente verticale (ovvero con rami che si inseriscono sulle branche con angoli acuti), la rimozione di alcuni rami nella parte più interna della pianta nel 4° o 5° anno consentirà di ottenere una chioma più ‘aperta’ (D).

POTATURA DI PRODUZIONE

La potatura di produzione è quella che va eseguita dal 5° anno in poi.

L’obiettivo è quello di garantire il buon vigore e la produttività dell’albero, oltre che consentire la corretta esecuzione dei trattamenti fitosanitari.

Il nocciolo produce sui rami di 1 anno, questo significa che per avere una buona produttività è necessario che ci sia un buon sviluppo (almeno 15-20 cm di nuova vegetazione ogni anno). Come per altri fruttiferi, anche nei noccioleti in produzione occorre quindi effettuare periodicamente tagli di ‘ritorno’ per stimolare la pianta a produrre rami nuovi.

Di seguito gli interventi che vanno eseguiti nella potatura di produzione del nocciolo:

  1. Rimuovere i nuovi germogli dal fusto/fusti principali nelle parti inferiori della pianta;
  2. Rimuovere branche o rami disseccati o che presentano segni di malattia;
  3. Rimuovere le branche o i rami che tendono ad incrociarsi o che sono troppo vicini tra loro;
  4. Rimuovere i succhioni troppo vigorosi che crescono attraverso la chioma in primavera prima che si induriscano.
  5. Effettuare tagli di diradamento per ‘aprire’ la chioma in modo che la luce penetri in tutte le parti dell’albero, diversamente le piante continueranno a svilupparsi verso l’alto e tenderanno a disseccare nella parte centrale;
  6. Effettuare tagli di ritorno per stimolare lo sviluppo di vegetazione nuova;
  7. Rimuovere branche e rami che interferiscono con il passaggio dei macchinari e con la corretta distribuzione dei fitofarmaci sia al suolo (erbicidi e spollonanti) che nella chioma (insetticidi, fungicidi, concimi fogliari, ecc.).

COME EFFETTUARE I TAGLI?

Quando si pota il nocciolo, così come si fa per tutti gli altri fruttiferi, bisogna sempre ricordare che si sta praticando alla pianta un intervento paragonabile a quello ‘chirurgico’. Per evitare che in seguito al taglio si sviluppino infezioni, è importante avere alcune attenzioni.

  1. Potare i rami in modo tale da non lasciare monconi (vedi immagine);
  2. Praticare un taglio netto e inclinato. Il taglio deve essere pulito, senza inutili lesioni e sfilacciamenti sul ramo; deve avere un’inclinazione di circa 45 gradi, per evitare il soffermarsi di gocce d’acqua sulla zona tagliata.
  3. Procedere alla disinfezione dei tagli più grandi con appositi mastici o semplicemente con un trattamento a base di rame;
  4. È importante eseguire i tagli senza intaccare la zona del collare (o cercine) (zona dove il ramo si attacca a una branca più grande o al tronco), dal momento che è da questa zona che comincia il processo di cicatrizzazione; il legno di nocciolo è inoltre particolarmente sensibile ai funghi saprofiti che si instaurano sul legno in deperimento o morto.
  5. Usare sempre attrezzi puliti. Cesoie, segacci e troncarami devono essere puliti all’inizio del lavoro, e vanno disinfettati tra una pianta e l’altra per evitare di trasmettere malattie nel frutteto.

LA POTATURA MECCANICA

Negli ultimi anni la difficoltà di reperimento della manodopera e gli elevati costi rappresentati dalle operazioni di potatura tradizionali stanno spingendo verso una potatura di tipo meccanico, anche se rimangono molti aspetti ancora da valutare. La potatura meccanica è eseguita con particolari dischi montati su barre orientabili.

L’intensità, la profondità e la direzione del taglio possono cambiare di volta in volta, adattandosi alle diverse situazioni d’intervento. Generalmente si distinguono un intervento di cimatura (anche detto topping) e uno di taglio laterale (detto hedging); l’abbinamento dei due tagli porta ad una forma del filare simile ad una siepe.

Per utilizzare con successo la potatura meccanica è necessario preventivamente valutare uno schema di intervento che consenta di mantenere la produttività del noccioleto (ad esempio: intervento a filari alterni; sul primo si esegue la potatura mentre sul filare a fianco la produttività viene mantenuta invariata).

Negli impianti in produzione la potatura meccanica consente di ridurre i tempi dell’intervento complessivo, anche se non è esaustiva perché va preceduta e seguita da un intervento di rifinitura manuale.

Alcune sperimentazioni hanno dimostrato che la potatura può essere utilizzata con successo per rinnovare gli impianti datati (es. di età superiore ai 30 anni) eseguendo un taglio a 2 m circa di altezza dal suolo. Poiché le piante di nocciolo sono in grado di ricostituire velocemente la chioma, se in buone condizioni sanitarie, nel giro di due anni si avranno le nuove produzioni.

IL NOCCIOLO E LA POTATURA: TERMINOLOGIA UTILE

Fusto (pertica): asse principale da cui si dirama il resto della vegetazione

Germoglio: consistenza erbacea e età inferiore all’anno

Ramo: consistenza legnosa ed età superiore all’anno; organo principale sul quale sono presenti la maggioranza delle infiorescenze femminili (e quindi la produzione)

Branca: ramo di almeno due anni di età

Taglio di ‘ritorno’: taglio che viene eseguito su una branca di una certa età/dimensione. Il taglio di ritorno deve essere realizzato in prossimità di un ramo di debole vigore per evitare lo sviluppo (nella stagione successiva al taglio) di succhioni vigorosi.

Succhione: germoglio molto vigoroso che cresce nella chioma in posizione verticale; non interessante ai fini produttivi.

Copyright: NocciolaRe

Pubblicato 18-10-2021

Comments are closed.