Siamo in pieno autunno e la raccolta delle nocciole è stata ormai del tutto completata. Quasi ovunque l’annata non è risultata soddisfacente e non sono mancate delle sorprese non troppo favorevoli in alcune delle zone tradizionali conosciute per l’elevata qualità del prodotto. Alla scarsa produzione, in alcuni casi, si è aggiunta la difficoltà di raccolta dovuta alle piogge. Queste hanno influito negativamente sulla tempestività delle operazioni con la conseguenza di mettere a repentaglio anche la qualità delle nocciole raccolte.
Il bilancio complessivo a livello nazionale resta comunque sul grigio, mentre registra delle punte di eccellenza in alcuni comprensori che si sono affacciati da pochi anni sullo scenario della corilicoltura. L’Umbria, con i suoi circa 1.500 ettari già avviati verso la produzione, è una di queste. Alcuni dati li fornisce la Prof.ssa Daniela Farinelli dell’Università di Perugia, responsabile del NoccioLivingLab e delle coltivazioni frutticole sperimentali presenti in località Fosso di Provancio, in Comune di Deruta. In queste ultime sono stati posti a confronto diversi sesti d’impianto e un’ampia gamma di cultivar di nocciolo. Sono presenti in comparazione sia tutte le cultivar più diffuse nel nostro Paese, sia una lunga serie di quelle note a livello mondiale.
I risultati delle produzioni ottenute nei vari appezzamenti, tutti gestiti sia con finalità di ricerca che di divulgazione dei risultati verso gli agricoltori, sono già stati presentati al pubblico e riepilogati nel prospetto riportato di seguito. I dati confermano come i quantitativi di nocciole prodotte dalla cultivar Tonda Francescana®, anche negli appezzamenti ancora alla quarta foglia, possano ritenersi apprezzabili. Analizzando inoltre il raccolto dei noccioleti al quinto anno, la nuova varietà mostra una produzione degna di nota e notevolmente superiore rispetto alla Tonda di Giffoni e alla Tonda Romana. La Tonda Francescana® si incontra spesso percorrendo le fasce pianeggianti della media e alta Valle del Tevere sempre accompagnata da una sostenuta quota di impollinatori. Tra questi i preferiti sono: Nocchione, Camponica, Tonda di Giffoni, Tonda Romana, nonché la Tonda Gentile Trilobata che è sovrapponibile come fasi fenologiche e dotata di alleli perfettamente compatibili con la nuova varietà brevettata dall’Università di Perugia e prodotta nei vivai della Fondazione per l’Istruzione Agraria a Deruta (PG).
Dai dati forniti dalla Prof.ssa Daniela Farinelli del DSA3 di Perugia si possono osservare delle modeste variazioni a discapito delle piante innestate, caratteristica già ben nota da tempo e che rientra nella norma per i primi 5-7 anni di vita del noccioleto. Trascorso tale lasso di tempo il rapido sviluppo dell’apparato radicale del Corylus colurna rallenta e giunge a un perfetto equilibrio con la parte epigea. Da questo momento in poi il portinnesto, grazie al suo abbondante sviluppo in profondità, è in grado di trasferire alla pianta maggiori volumi di acqua e di nutrienti recuperando il gap di produzione degli anni precedenti.
Numeri simili a quelli forniti dalla ricerca dell’Università sono stati registrati anche in analoghe piantagioni con indirizzo produttivo della medesima zona. In Umbria gran parte dei nuovi corileti sono stati progettati e realizzati con tecniche diverse rispetto a quelle più tradizionali del passato. Si tratta spesso di appezzamenti di buona estensione, con piante allevate a monocaule per facilitarne la meccanizzazione, caratterizzati da importanti densità d’impianto per ripagare in pochi anni i costi iniziali dell’investimento. Questo è anche l’indirizzo produttivo adottato dalla Fondazione per l’Istruzione Agraria in Perugia che, nei circa 100 ettari di noccioleti realizzati nel Comune di Deruta (PG), ha impiegato sia piantine micropropagate, sia innestate su portinnesti non polloniferi. Quest’ultima opzione consente di eliminare i costi della spollonatura e di ridurre notevolmente le necessità irrigue.
Proprio il direttore di tale struttura, Dott. Mauro Brunetti, ha fornito una serie di dati riferiti alla produzione di quest’anno. I rilievi sono stati seguiti sul posto da due giovani laureati in agraria che hanno assistito a tutte le fasi di raccolta, da quelle precoci riguardanti la Tonda Francescana®, fino a quelle completate nelle scorse settimane per le altre varietà.
Pur avendo assistito quest’anno a un leggero ritardo nella caduta delle nocciole, la raccolta meccanizzata della Tonda Francescana® è iniziata già nell’ultima settimana di agosto per essere completata con un secondo passaggio a inizio settembre. Successivamente l’interesse si è spostato verso le altre cultivar inserite nei corileti con la funzione di impollinatori, in particolare: Tonda di Giffoni, Tonda Romana e Nocchione. Nei campi della Fondazione le tre varietà, nel loro insieme, rappresentano il 27,2%, mentre il restante 72,8% è riferito alla Tonda Francescana®. Il modulo d’impianto prevede due file destinate agli impollinatori che, a loro volta, si alternano con sei file della varietà principale.
Nelle piantagioni alla quinta foglia, pari a circa 20 ettari, sono stati confermati i seguenti dati produttivi che rappresentano un buon elemento di valutazione per le scelte che ciascun corilicoltore vorrà fare in futuro. Il quadro emerso è stato il seguente:
Tonda Francescana®:
- media della raccolta a ettaro
(Kg) 1.058 - produzione media per pianta
(Kg) 1,91 - Umidità al conferimento
(%) 8,00 - Resa alla sgusciatura
(%) 45,40 - Cimiciato
(%) 1,30 - Avariato visibile
(%) 0,40 - Avariato occulto
(%) 1,70
Impollinatori (in mescolanza tra le diverse cultivar):
- media della raccolta a ettaro
Kg 412 - produzione media per pianta
Kg 0,74
Dai dati risulta più che evidente come la nuova varietà Tonda Francescana® sia di gran lunga la più produttiva. Dobbiamo infine tener conto del vantaggio rappresentato dalla precocità di caduta dei frutti a terra. Caratteristica questa che ha consentito di completare la raccolta soltanto con due passaggi della macchina tra la fine agosto e l’inizio settembre, periodo in cui il clima è stato favorevole per il transito dei mezzi meccanici sui campi e il prodotto è man mano caduto al suolo rimanendo perfettamente asciutto senza mettere minimamente a rischio la qualità delle nocciole.
I dati di quest’anno confermano quanto già era emerso fin dal passato a favore della nuova varietà, ormai diffusa, più che in Italia, soprattutto in gran parte dell’Europa e del Sud America.
Autori:
Daniela Farinelli – Professore associato UNIPG
Moreno Moraldi – Consulente libero professionista
Mauro Brunetti – Fondazione per l’Istruzione Agraria in Perugia
Copyright: NocciolaRe
Pubblicato: 31-10-2024