Progetto Live-Haze, dagli scarti di nocciola mangimi per animali

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Filiera della nocciola sempre più sostenibile. Nestlé Italia annuncia la partecipazione al progetto sperimentale Live-Haze, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca italiano. Il progetto mira a ridurre e valorizzare gli scarti agroindustriali, in particolare le cuticole di nocciola, per utilizzarli nei mangimi animali, promuovendo così l’economia circolare nel settore agroalimentare

Pubblico e privato insieme per l’economia circolare

Live-Haze coinvolge diverse aziende del settore agroalimentare, tra cui la filiale italiana di Nestlé e un team di ricercatori provenienti da cinque università italiane, l’Università di Torino, l’Università di Catania, l’Università degli Studi di Milano, l’Università degli Studi di Perugia e l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. “Dare nuova vita a un piccolo scarto può contribuire a rendere la nostra filiera sempre più sostenibile e un modello di economia circolare da esportare”, commenta Marta Schiraldi, Head of Sustainability Nestlé Italia.

Le fasi del progetto

Il processo di ricerca parte dalla caratterizzazione delle cuticole di nocciola e dalla creazione di un estratto green di polifenoli. Si passa poi alle prove in vivo per studiare gli effetti sull’ossidazione, sul microbiota, sulle prestazioni e altri fattori. Conclusa questa fase di studio, si procede con l’analisi dei derivati, carne e latte. Parallelamente, un team dell’Università di Torino guidato dal prof. Simone Blanc studia l’impatto del progetto dal punto di vista della sostenibilità ambientale e dell’accettabilità sociale, coinvolgendo consumatori e aziende aderenti al progetto.

Obiettivo: emissioni zero entro il 2050

Il progetto rientra nella strategia di Nestlé Italia per raggiungere le emissioni zero entro il 2050. Il ruolo dell’azienda in Live-Haze è di fornitrice della materia prima, nella fattispecie gli scarti di produzione delle nocciole del suo stabilimento Perugina di San Sisto (Pg). “Come azienda che opera nel settore agroalimentare abbiamo la responsabilità di trovare soluzioni per limitare gli sprechi e ridurre l’impatto delle nostre produzioni – spiega Schiraldi -. Siamo certi però che lavorare da soli non basti, ma che la collaborazione con altre imprese, start up e Università sia fondamentale per accelerare lo sviluppo di nuove pratiche e tecnologie e raggiungere risultati sempre più significativi”.

Copyright: NocciolaRe
Pubblicato: 10-06-2024

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