Le nocciole sono una referenza strategica per chi opera nel mercato della frutta secca e a guscio: cresce l’attenzione (e la cultura) del consumatore verso questo prodotto e l’offerta commerciale può essere segmentata (prodotti Igp, localismo, funzioni d’uso, livello di servizio…). Insomma, le opportunità per chi opera nel settore non mancano, come conferma a NocciolaRe Davide Mario Sacchi, responsabile marketing e comunicazione di Life, azienda di Sommariva Perno (Cuneo), tra i principali player nazionali della frutta secca.
Dal vostro osservatorio, come vedete lo sviluppo della nocciola italiana? Quali opportunità ci sono per i produttori e quali rischi?
La nocciola italiana sta ottenendo sempre più riscontro positivo. Apprezzata nelle sue varietà in diversi ambiti, in particolare la Nocciola Piemonte IGP, grazie all’utilizzo nell’alta cucina stellata nazionale e internazionale, sta riscuotendo particolare interesse. Le prospettive di sviluppo sono importanti e concrete, con sempre più capacità produttiva a livello nazionale, essendo una pianta che bene si adatta alla morfologia del territorio italiano, principalmente caratterizzato da colline.
Quali trend di consumo individuate per la nocciola?
La nocciola viene spesso e volentieri associata alle creme spalmabili ma il suo impatto è molto trasversale, dalla cucina al consumo come snack e spezzafame, nonché alternativa salutistica a prodotti trasformati e da forno. La si trova in tutti i negozi specializzati e nella GD/GDO, in modo sempre più trasversale, dall’ortofrutta ai preparati per dolci. Senza tralasciare l’innumerevole varietà di prodotti derivati dalla lavorazione: dalla granella alla farina, dalle creme agli insaporitori, arrivando fino all’olio.
Il consumatore è disposto a riconoscere un valore aggiunto al prodotto italiano?
Il consumatore, dal nostro punto di vista, è maturo e molto attento al prodotto made in Italy, ma anche alla regionalità. Infatti è ormai comune vedere in molti punti vendita, varie origini regionali dalle zone vocate d’Italia, dalla Piemonte a quella di Giffoni, passando per molte altre varietà. C’è sempre più cultura intorno a questo frutto, grazie all’attenzione di tutti i livelli coinvolti per migliorarne le lavorazioni, dalla raccolta alla tostatura fino alla trasformazione ed al confezionamento, senza tralasciare la continua ricerca di alta qualità da parte consumatore. Il prodotto italiano e regionale è dunque frutto di costante ricerca e sviluppo, che ha aumentato molto gli standard ed il cliente finale è disposto a riconoscere tutto ciò come valor aggiunto. Sicuramente il sapore, in particolare della Tonda Gentile Trilobata, è molto apprezzato da parte del consumatore italiano, rispetto magari ad altre origini internazionali.
Life, con Valore al Territorio, dà enfasi alla Nocciola del Piemonte Igp. Che riscontri avete e come sta evolvendo la gamma?
Life, ormai da molti anni, valorizza le origini naturali della frutta secca, sia italiane che estere. Nello specifico la linea Valore al Territorio celebra le coltivazioni italiane, dai pistacchi siciliani, ai pinoli toscani fino ad arrivare alla Nocciola Piemonte IGP, cavallo di battaglia della linea, coltivata proprio tra le colline di Langhe e Roero dove l’azienda ha la sua sede storica da oltre 80 anni. Questa linea è sopravvissuta al covid, al calo dei consumi, alla crisi energetica, seppure con battute d’arresto, ma continua a difendersi ed anzi a crescere e si è arricchita con vari prodotti, ad esempio con noci e castagne piemontesi. Inoltre, da poco Life ha siglato un accordo con un’importante OP cuneese proprio per lavorare fianco a fianco nell’eccellenza della frutta a guscio regionale. Si parte quindi dallo studio dei terreni per la coltivazione insieme ad esperti agronomi, e si segue passo passo tutte le fasi fino all’arrivo del raccolto in azienda. In questo modo il controllo è completo e le assicurazioni per il consumatore non possono che migliorare. A breve partiranno anche altri prodotti regionali, come le arachidi e le mandorle piemontesi: una sfida di crescita del territorio su cui Life ha sempre puntato.
Il localismo è un trend che si può cavalcare? Come?
Localismo vuol dire valorizzare e portare il mondo a conoscere cosa il territorio italiano può offrire naturalmente, senza sofisticazioni. Aziende come Life ci credono da sempre, sia per promuovere prodotti, come la Nocciola Piemonte IGP, ai tempi poco valorizzata, mentre ora, grandi aziende che hanno creduto nel frutto e l’hanno fatto assaporare nel mondo, ne hanno dato il giusto lustro. Sia anche per alimentare tutto ciò che gira intorno al prodotto stesso, basti pensare, sempre in termini di nocciole, quante specialità sono state create o riportate in auge come ‘indotto’: dalle torte alle creme, dai cioccolatini ai liquori e anche nel fuori stagione con il gelato! Ma ancora di più il localismo spesso porta i consumatori a scoprire prodotti sconosciuti, sia tramite piatti nuovi, che degustando i frutti tali e quali o con abbinamenti sempre più attenti. Il localismo è quindi sostegno al territorio e il modo per sfruttarlo al meglio, in ottica costruttiva, è ragionare su uno sviluppo del localismo sostenibile, senza forzature e rispondendo ai bisogni del consumatore, rispettando le stagionalità.
Accordi di filiera per la nocciola sono necessari? La richiesta dell’industria dolciaria come influenza il mercato?
Gli accordi di filiera, o comunque le partnership con i produttori, sono sempre un valore aggiunto nell’ottica di lavorare in modo congiunto e non a comparti stagni. Ogni attore nella filiera delle nocciole porta cultura e know-how dal proprio ambito, in grado di creare un valore aggiunto altrimenti difficilmente perseguibile. Spesso è proprio l’industria dolciaria stessa, che ha un forte peso per quanto riguarda l’utilizzo di frutti come le nocciole, a comunicare al consumatore il valore aggiunto della filiera.
Copyright: NocciolaRe
Pubblicato: 27-03-2023