Risvolti positivi per la campagna 2018, anche se i prezzi sono al di sotto di due anni fa. Enrico Masenga di Confagricoltura Asti: “Nei prossimi mesi il prezzo dovrebbe aumentare, fatto salvo eventuali oscillazioni della lira turca”
La crisi della lira turca impensierisce il noccioleto Italia, ma non troppo. La valuta mediorientale si è svalutata di circa il 40% dall’inizio dell’anno e il prezzo delle nocciole made in Italy, rilanciate da un progetto di filiera di Ferrero anche per smarcarsi dalla dipendenza dall’estero, è strettamente connesso alle quotazioni turche.
Il crollo della valuta turca lo scorso agosto aveva gettato in allarme i produttori italiani. La Turchia, con 500mila tonnellate, è il primo produttore mondiale ed è un bacino di rifornimento proprio della multinazionale Ferrero. L’Italia ha una produzione di cinque volte inferiore, anche se con il Progetto Nocciola Italia, lanciato dalla società Hazelnut Company, nell’alveo di Ferrero, le superfici si stanno estendendo.
La campagna 2018 ha risvolti positivi, anche se non completamente soddisfacenti in termini di prezzi che sono ben al di sotto del 2016. Il prezzo della Nocciola Piemonte Tonda e Gentile relativo all’annata 2018 si attesta dai 320 ai 330 euro al quintale. I produttori speravano in una quotazione più alta – dice Confagricoltura Asti – alla luce di una produzione leggermente inferiore rispetto alle previsioni. Un’annata che conferma però ancora una volta l’ottima qualità che da sempre contraddistingue questa nostra eccellenza del territorio che, se abbinata ad una più efficace rete di commercializzazione, non teme nessuna concorrenza, dice Confagri Asti.
“Quest’anno, secondo le prime stime, si prevede una produzione su base regionale intorno ai 120mila quintali, ovvero 12/15 quintali per ettaro, una buona ripresa dopo la catastrofica annata dello scorso anno, ma non ancora a livelli ottimali, a causa anche di numerose e persistenti piogge che durante buona parte del periodo primaverile hanno imperversato sul nostro territorio compromettendo parzialmente, nonostante la buona fioritura, la sanità della pianta. Nei prossimi mesi il prezzo dovrebbe aumentare, fatto salvo eventuali oscillazioni della lira turca“, afferma Enrico Masenga, consulente tecnico specialistico di Confagricoltura Asti.
In pista anche l’accordo di filiera di Coldiretti Asti col gruppo dolciario Novi-Elah-Dufour di Novi Ligure, al quale hanno aderito, quest’anno, 198 corilicoltori dell’Astigiano. La superficie coinvolta riguarda 500 ettari, quasi 100 ettari in più rispetto all’anno precedente, per una produzione potenziale di 10mila quintali di nocciole del Monferrato nella varietà Tonda Gentile Trilobata.
Nell’ultima campagna le nocciole monferrine hanno spuntato un prezzo attorno ai 380 euro al quintale. Facendo riferimento all’anno passato, ad esempio, la resa media ponderata che ha fissato il valore per tutti i 160 conferitori è stata del 44,83% che applicata al prezzo massimo registrato dai listini ufficiali della Camera di commercio di 8,35 punto resa, ha portato ad aver garantito ogni corilicoltore un introito di 374,33 euro al quintale a cui sono poi stati aggiunti 4 euro di premio qualità per tutti, sempre al netto di un’eventuale qualità ancora superiore, come si legge in una nota.
“Potenzialmente l’annata 2018 – afferma il presidente di Coldiretti Asti, Marco Reggio – potrebbe portare l’accordo tra Coldiretti Asti e Novi a conferimenti di nocciole del Monferrato per un valore di quasi 4 milioni di euro. In ogni caso e in soli tre anni, l’accordo Coldiretti/Novi, vale almeno il 10% dell’intera superficie corilicola dell’Astigiano, 500 ettari su un totale di 3.950 ettari”.
È invece sboom dei prezzi delle nocciole turche, lontanissime dalle quotazioni del 2016 e, appunto, alle prese con le turbolenze della valuta nazionale, sembra causata da vendita di dollari contro lira turca da parte di operatori locali e di cambio. Così, almeno, sostengono gli analisti di Bloomberg.
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Fonte: Agronotizie
Pubblicato: 12/09/2018
Autore: Redazione Agronotizie