Incontriamo Benedetto Valentini, responsabile tecnico di Assofrutti, la principale organizzazione di produttori di nocciole del Viterbese per un bilancio tecnico dell’annata appena conclusasi.
Per iniziare, qualche dato su Assofrutti. E’ storicamente la prima Associazione di Produttori nata nel Viterbese e al momento conta su un migliaio di associati per circa di 7000 ha di terreni coltivati a nocciolo, prevalentemente Tonda Gentile Romana e Nocchione che sono le due varietà locali.
Un bilancio sommario dell’annata 2016. Da un punto di vista quantitativo le produzioni quest’anno sono state molto elevate, indicativamente un 15% in più rispetto alla media. Durante la fase di raccolta sono però intervenute abbondanti precipitazioni che hanno inciso negativamente sulla qualità della seconda raccolta. Possiamo quindi dire che è stata un’ annata soddisfacente per i corilicoltori della zona, tenuto anche conto del buon andamento dei prezzi, anche se, dalle premesse, sarebbe potuta essere ancora migliore.
Come sono andate le rese e quali sono stati i fattori che le hanno maggiormente influenzate? Dal punto di vista della resa invece l’annata è stata nella norma per le aziende irrigue, mentre quelle senza possibilità di irrigare sono state penalizzate dalla siccità estiva con rese inferiori alla media. Anche le fertilizzazioni fogliari, visto il carico produttivo elevato, hanno contribuito positivamente al risultato finale.
Quali problematiche fitosanitarie avete maggiormente riscontrato quest’anno? Probabilmente l’inverno mite ha contribuito ad aumentare la presenza di fitofagi, in particolare il balanino, nelle zone fresche dove è abitualmente presente, e poi delle cimici che, favorite dall’estate calda, hanno fatto registrare popolazioni molto elevate con conseguente presenza di frutti cimiciati alla raccolta; questi però nella grande maggioranza dei casi sono risultati nella norma grazie all’attività di monitoraggio ed al conseguente posizionamento degli interventi insetticidi. Fortunatamente dai monitoraggi non è risultata presente la famigerata cimice asiatica che non è segnalata in zona. Con due – tre trattamenti insetticidi a seconda delle zone, il problema è stato correttamente gestito. L’annata asciutta ha invece ridotto le problematiche legate alle malattie fungine, ad eccezione, come si diceva prima, dei frutti della seconda raccolta che sono stati danneggiati dalle piogge.
Per il controllo della necrosi grigia della nocciola, che è il patogeno chiave in questa zona, si è generalmente effettuato un primo trattamento nel mese di giugno e poi non si è più proseguiti con altre applicazioni visto l’andamento stagionale.
Attualmente la gamma di prodotti fitosanitari autorizzati su nocciolo non è molto ampia; questo fatto ha causato dei problemi per gli agricoltori? C’è interesse per nuove registrazioni su nocciolo? Al momento la problematica nella nostra zona riguarda principalmente i prodotti insetticidi in quanto quelli a disposizione, sia per cimici che per balanino, sono pochi e quindi non consentono di impostare una strategia di alternanza come i principi della lotta integrata richiederebbero. Avere a disposizione nuovi prodotti con diversi meccanismi di azione sarebbe assai auspicabile. Il problema è acuito dal fatto che su questi fitofagi non sono al momento disponibili tecniche alternative di controllo a basso impatto come la confusione, o altri.
E per chi produce nocciole bio quali problematiche si sono evidenziate durante questa annata? Come Assofrutti abbiamo un certo numero di associati che sono produttori biologici, per un totale di circa 500 ettari e quindi siamo sensibili alle problematiche di questo comparto. Le cimici sono state causa di danni molto elevati quest’anno con un deprezzamento, anche significativo, della qualità della produzione. Non ci sono praticamente prodotti utilizzabili e questo dovrebbe creare un’ulteriore spinta alla ricerca di soluzioni alternative di cui potrebbe giovarsi anche la lotta tradizionale. Se si trovasse una tecnica di lotta efficace contro le cimici la coltivazione del nocciolo biologico potrebbe riceverne un grosso incentivo.
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