Anche l’Associazione Nazionale Città della Nocciola esprime la sua preoccupazione per il difficile momento della corilicoltura in Italia.
Da Irma Brizi, direttore dell’associazione, riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Oggi questo mio racconto è di denucia.
Con il mio slogan #noccioladay #lavocedellanocciolaitaliana sono vicina ai produttori di nocciole e promuovo il prodotto nocciola italiana.
Sono in continuo contatto, grazie alla mia Associazione Nazionale Città della Nocciola, di cui sono direttore, con le diverse realtà corilicole italiane, dal Piemonte alla Sicilia.
La corilicoltura italiana, l’eccellenza che tutti ci copiano, la capacità di coltivare, trasformare e creare prodotti dolciari con la nocciola famosi in tutto il mondo è in crisi.
Sono molto amareggiata in questo momento perchè mi interesso di corilicoltura e voglio farvi capire i gravi danni subiti negli ultimi anni da questo settore.
La gelata del 2021 (si è raccolto il 30% del prodotto) e la siccità del 2022 (perdita del prodotto del 40% – 50% e riduzione del calibro) hanno messo a dura prova e in seria crisi molte aziende. Il gasolio agricolo che dai 0,70 centesimi nel periodo della pandemia ha toccato anche 1,40 euro circa quest’anno. Poi i prezzi dei concimi sono triplicati così come sono aumentati anche quelli dei prodotti fitosanitari. Gli attacchi della fauna selvatica (ghiri e cinghiali) che devastano i noccioleti. Quindi ricapitolando il clima, la fauna, i costi energetici e le incertezze sulle forniture necessarie all’esercizio di una annualità agricola hanno aggravato una situazione già drammatica.
Nessuna risposta concreta o poche.
Nessun provvedimento attuato per garantire il lavoro dei corilicoltori.
Ogni regione si muove con tempi diversi e con una diversa attenzione alla corilicoltura.
Un esempio concreto è il ritardo nell’avviare il programma della Regione Lazio di richieste di risarcimento per la siccità di quest’estate. Eppure abbiamo l’unica DOP, la Nocciola Romana da tutelare.
La Regione Piemonte, invece, ha quasi raccolto tutte le richieste per la Nocciola Piemonte IGP.
Nella Regione Campania i corilicoltori, che in alcune zone hanno subito grandi piogge e siccità, sono stati abbandonati e pochi di loro porteranno a termine la raccolta; tenteranno di raccogliere quello che è rimasto, visto che il prezzo è molto basso, circa 180- 200 euro/quintale.
Ma ora arriviamo al problema più grave.
Le nocciole in vendita destinate ai consumatori hanno dei prezzi enormemente lievitati. Ma i prezzi dei prodotti all’origine non sono cambiati, anzi si gioca al ribasso.
Io mi chiedo perchè?
Siamo ad ottobre ormai ed ancora si gioca sulla decisione del prezzo da pagare ai corilicoltori (il prezzo si decide da sempre a fine agosto nella fiera storica di Castagnole delle Lanze).
Non si è arrivati ad un accordo e quando ci si è arrivati in alcune regioni, ha creato subito malcontento nei produttori, perchè il prezzo deciso per il ritiro del prodotto non riesce nemmeno a coprire le spese di gestione dell’azienda.
Cosa fare?
Molti minacciano di abbandonare i noccioleti e la loro conduzione.
Forse sarebbe la cosa piu giusta perchè un’azienda in passivo per due anni non ha modo di esistere!
Tutto questo è accaduto anche nel settore ristorazione, ma gli aiuti sono arrivati.
E per l’agricoltura?
Nulla!
I rappresentati dei sindacati dovrebbero muoversi: stanno rischiando
l’abbandono delle terre o degli allevamenti. Il vero dramma, comunque, tra poco sarà per tutti e si manifesterà con prezzi fuori controllo di cose semplici come il pane, l’olio, la pasta, il latte.
L’agricoltura è il motore del paese, è la benzina che ci permette di vivere e di non ammalarci con cibo sano buono pulito e giusto. I prodotti che ci alimentano provengono dalla terra e dal lavoro di chi la coltiva.
Sono due anni che le aziende agricole e corilicole riescono appena a sopravvivere, coprendo le spese in alcuni casi e anche andando in passivo, ma non se ne parla, si parla solo dei ristoranti e dei bar. Il comparto agricolo con le sue aziende è forte in difficoltà: bisogna prenderne atto ed aiutarlo a superare questa crisi.
Ho intervistato alcuni produttori corilicoli da Nord a Sud e che ringrazio. Mi hanno riferito che il prezzo medio di gestione del noccioleto va dai 4.500 ai 5.000 euro/ettaro mentre il ricavo medio è 2.000-3.500 euro/ettaro per azienda.
Quindi qualcosa non torna: come si può pagare la nocciola con una media di 6,50 euro/punto resa?
L’agricoltura è scomparsa dai programmi elettorali e presumibilmente dall’agenda politica di qualsiasi sia il prossimo governo.
Mi auguro di no!
Irma Brizi
Direttore Associazione Nazionale Città della Nocciola
Pubblicato 22-09-2022