Un reportage sulla produzione di nocciole in Cile

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Approfittiamo della permanenza in Cile di Stefano Virga, che vi si è recato per montare nuovi impianti di essicazione per conto di FACMA, costruttore di macchine agricole particolarmente apprezzate dai corilicoltori a livello mondiale, per raccogliere alcune sue impressioni sulla corilicoltura di quel paese.

FACMA è presente con una propria filiale in Cile che è considerato uno dei paesi emergenti dal punto di vista della produzione di nocciole, sia sotto il profilo tecnico che quantitativo: da quello che hai potuto vedere è effettivamente così?

Arrivando in questo paese dell’America Latina si intende immediatamente che l’economia dipende soprattutto dall’agricoltura in generale. Ho avuto la possibilità di venire in Cile per la prima volta nel febbraio 2011, per montare il primo impianto di essiccazione per nocciole, e mi resi subito conto della potenzialità che questo paese avrebbe potuto avere nel mondo della coricoltura. 
Ad oggi, 2021, visto il grande entusiasmo da parte degli imprenditori locali per la nocciolicoltura e data la grande disponibilità di appezzamenti di terreno, la coltivazione del nocciolo ha avuto una grande espansione.
La Fruticola Agrichile (azienda del gruppo Ferrero), come altre aziende locali, mette a disposizione degli agricoltori tutta l’assistenza che occorre per la buona riuscita dell’investimento, fornendo piante di vivaio, consulenza da parte di agronomi, ecc.  Inoltre, altre aziende locali esperte nel settore dell’irrigazione si prendono cura della progettazione ed installazione della medesima.

La filiale della Facma, Comercial Facma Chile Ltda, fornisce consigli riguardo la meccanizzazione; vende trinciasarmenti, raccoglitrici trainate e semoventi, impianti di pulizia ed essiccazione per nocciole; fornisce assistenza alle proprie macchine agricole, continua durante l’anno e particolarmente tempestiva sotto la stagione di raccolta, soprattutto in campo;  ha un magazzino ricambi molto fornito, un ufficio,  un’officina di riparazione ed un’esposizione di macchine presso Longavi, Linares; inoltre sta aprendo un’altra filiale nel Sud del Cile presso Freire, per essere maggiormente vicina ai clienti che possiedono noccioleti in quella zona.

Il microclima di alcune zone del Cile, in particolare la parte centro – sud, è molto simile a quello mediterraneo e si presta molto a questa coltura, anche se non tutti i terreni sono ottimali. A volte sotto i 50 cm di profondità si trovano dei terreni di tipo argilloso molto acidi, ma esiste anche il problema del ristagno d’acqua: questa problematica, grazie all’esperienza acquisita nella coltura cilena, è stata risolta grazie alla realizzazione di baulature, che si eseguono nell’interfila in modo da poter rialzare l’apparato radicale della pianta.

Esempio di un impianto di Tonda di Giffoni al terzo anno a baulatura e con due linee di irrigazione – Foto: Stefano Virga
Nuovo impianto di un anno dove si può notare come viene fatta la baulatura (“camellon”) e come viene posizionata la linea di irrigazione – Foto: Stefano Virga

Tuttavia questa soluzione non è applicabile in assenza di impianto di irrigazione con ala gocciolante, con gocciolatoi disposti ogni 50 cm, in modo da poter tenere ben umide tutte le radici. Spesso questi tubi vengono installati lungo entrambi i lati della pianta.

Difficilmente in questi luoghi si superano i 34/35 gradi di temperatura. Comunque, grazie alla grande disponibilità idrica data da una fitta rete di canali e fiumi, è possibile ottenere una buona riuscita della piantagione.

In questi anni in cui ho avuto la fortuna di conoscere lo sviluppo di questo nuovo mondo della coricoltura, mi ha colpito molto la dinamicità e la capacità degli imprenditori corilicoli cileni, pronti nel cogliere le opportunità che si presentano in campo frutticolo.
Purtroppo in Italia soffriamo di immobilità, mentre bisogna fornire al mercato quello che lo stesso mercato chiede, prontamente e con una eccellente qualità, cosa che ad oggi accade nel mercato delle nocciole in Cile.

Quali sono le varietà più coltivate e le rese medie?

La varietà Tonda di Giffoni ha qui trovato un ambientamento climatico idoneo per il proprio sviluppo, infatti sta producendo cospicui quantitativi di nocciole, spesso superiori ai 35 quintali per ettaro.

Impianto di quattro anni di Tonda di Giffoni senza baulatura – Foto: Stefano Virga

Anche altre interessanti varietà Americane (Yamhill, Jefferson, Lewis) sono in fase di prova per quanto riguarda produttività ed adattamento, ma comunque non mancano le varietà italiane (Tonda Gentile Romana, TGT, Tonda di San Giovanni, Nocchione) usate spesso come impollinatori.

Quest’anno come si presenta la produzione dal punto di vista quantitativo e qualitativo?

Nell’annata 2020/2021 diverse brinate mattutine nel mese di ottobre hanno compromesso il raccolto di un 15% circa in rapporto all’annata precedente, ma sicuramente la produzione cilena per questa annualità registrerà ancora un nuovo record di produzione grazie a tutti i nuovi impianti che andranno in produzione.

Parlando di aspetti agronomici ci sono innovazioni e tecniche di coltivazione che ti hanno colpito particolarmente?      

Tutta la tecnologia della gestione degli impianti proviene dall´Italia e a livello di innovazioni non c’e molto di diverso in confronto a quella nostrana, anche se il Cile è un paese molto innovativo nella frutticoltura. Comunque si sta provando a diffondere la potatura meccanizzata: infatti i sesti di impianti sono per lo più molto stretti lungo la fila, con la conseguenza che nel tempo la produzione risulta penalizzata per mancanza di luce.

Ci sono aziende biologiche, o comunque c’è attenzione per il tema della sostenibilità?

Anche se non c’è richiesta sul mercato nazionale cileno, alcune aziende stanno cercando di produrre in biologico per avvicinare questa coltura alla sostenibilità. Tutte le aziende agricole che conferiscono alla Fruticola Agrichile (unico compratore rilevante nel paese) hanno una tracciabilità del prodotto al 100%, anche ad esempio di tutti i prodotti fitosanitari impiegati durante la campagna, in modo da avere un certificato di tutta la filiera di questa nocciola, dal campo sino al prodotto trasformato.

Non c’è una promozione della coltivazione biologica e vengono quindi usati prodotti fitosanitari di sintesi, ma solo quelli autorizzati nei capitolati redatti dalla Fruticola Agrichile stessa, con conseguenti controlli anche presso le aziende agricole.

In conclusione……..

Sono oramai dieci anni che per motivi lavorativi ho l’opportunità di assistere all’evoluzione dell’agricoltura del Cile e alla sua capacità di cogliere l’opportunità che la corilicoltura rappresenta per questo paese. A mio avviso nel tempo vedremo il Cile scalare la classifica mondiale dei produttori di nocciole di altissima qualità posizionandosi tra i primi posti e scavalcando altri paesi.

Copyright: NocciolaRe

Pubblicato 08-02-2021

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