La storica collaborazione tra Apofruit e Besana evolve
in un progetto per valorizzare la frutta secca Made in Italy. Un progetto che
parte dalla produzione e in prima battuta coinvolgerà 2.000 ettari con
l’obiettivo di salire a 3.500 avvicinando produttori di noci, nocciole,
mandorle e pistacchi nelle principali aree vocate del Paese. Quindi
Sicilia, Puglia, Campania e il Centro Italia, con Lazio e Umbria, e
l’Emilia-Romagna.
I termini dell’accordo prevedono che l’export sia affidato a
Besana, azienda dalla comprovata esperienza in questo settore, mentre Apofruit
terrà le fila della vendita sul mercato nazionale. La
commercializzazione partirà dai mercati generali e dai canali specializzati del
biologico, poi, una volta ottenuta la massa critica sufficiente, il prodotto
sarà disponibile anche per il canale della Gdo. Sarà sui banchi di vendita
contraddistinto dai marchi di valorizzazione dei due Gruppi, ossia Solarelli,
Besana e Almaverde Bio.
Besana, oltreché la struttura per l’export porta nel progetto la conoscenza
agronomica del mondo della frutta secca, sperimentata in ampi progetti di
produzione in numerosi Paesi del mondo (Kazakistan, Uzbekistan, Ucraina,
Romania, Croazia, Grecia) e le competenze per la progettazione di nuovi campi
che possono essere messe a frutto anche in Italia.
“Il mercato della frutta secca ha registrato un forte aumento dei consumi,
ma nel 2018 la situazione si è stabilizzata – afferma Ilenio Bastoni,
direttore generale di Apofruit – Noi presentiamo un progetto di categoria, Made
in Italy, che possa dare rilancio al comparto. E’ un progetto che darà reddito
ai produttori”.
“Siamo sicuri che questo progetto possa portare a risultati immediati –
spiega Riccardo Calcagni, amministratore delegato di Besana – C’è
la possibilità di convertire produzioni non più così remunerative per i
coltivatori in piante da frutto dalla redditività che si prolunga fino a 35
anni”.
La “Frutta secca Made in Italy” sarà accuratamente orientata verso
varietà specifiche, qualità, tracciabilità totale e sostenibilità ambientale.
“Attualmente – aggiunge Calcagni – abbiamo in Italia una buona produzione di
nocciole, un po’ meno di noci mentre la produzione di mandorle si è ridotta
notevolmente rispetto agli anni ’50. Una situazione determinata dalla micro
dimensione delle aziende, con produttori poco organizzati e senza supporti
tecnici e tecnologici moderni. A ciò si aggiunge la mancanza del rinnovamento
varietale. Il nostro progetto invece prevede tecnologia ad altissima
innovazione e alta tecnologia agricola”.
“In alcuni territori dove opera Apofruit – conclude Ilenio Bastoni – si è già
intrapreso un percorso di sviluppo produttivo su questo comparto. E’ in un
contesto come questo che è fondamentale il ruolo delle Organizzazioni
di Produttori che devono essere capaci di cogliere le opportunità
offerte dal mercato per differenziare le produzioni con l’obiettivo di creare
redditività per le aziende agricole”.
Pubblicato 10/05/2019
Copyright: Italiafruit News