Com’è ormai consuetudine, l’Amministrazione Comunale di Castagnole Lanze (AT) organizza la Fiera della Nocciola, giunta alla 158ma edizione, nell’ambito dei festeggiamenti patronali di San Bartolomeo. Come succede da alcuni anni, evento centrale della Fiera è il Convegno su tematiche diverse inerenti la coltivazione, la commercializzazione e la trasformazione della nocciola.
L’evento, organizzato in collaborazione con la Cia di Asti, ha visto la presenza di Alessandro Durando, presidente provinciale Cia Asti. L’incontro è stato aperto dal sindaco di Castagnole Lanze, Carlo Mancuso, e dall’assessore all’agricoltura del comune, Mario Coppa.
Quest’anno, il tema di discussione del convegno ha interessato la redditività del noccioleto alla luce di scelte agronomiche adeguate, ottenuta anche attraverso il perseguimento di un obiettivo di qualità globale, dal momento che la corilicoltura rappresenta per il territorio il secondo pilastro dell’economia agricola.
Sono intervenuti docenti del Disafa dell’Università di Torino, tecnici Agrion – Fondazione per la ricerca, importanti produttori e primari operatori della filiera e rappresentanti delle istituzioni.
Piero Mollea della Ditta Marchisio Nocciole di Cortemilia ha fatto il punto su quella che sarà la campagna 2017 delle nocciole affrontando gli aspetti economici. “La nostra azienda si occupa di trasformazione e facciamo da tramite fra i produttori e l’utilizzatore finale, per cui abbiamo una certa sensibilità e cerchiamo di capire il mercato e di trovare un punto di comune accordo tra chi lavora le nocciole – e si aspetta una giusta remunerazione – e le aziende che abbiano un prodotto da lavorare”.
“Negli ultimi anni c’è stata una crescita esponenziale di impianti ma non solo da noi ma anche in Turchia, Georgia e Azerbaijan; le nocciole sono considerate un’alternativa alle produzioni meno remunerative”.
“Ci sono aziende che hanno puntato sulle loro produzioni principali con la nocciola e stanno supportando la crescita, ma è altrettanto importante che questo prodotto non vada fuori mercato”.
Facendo una piccola panoramica sulla situazione in generale, il 2017 vede una produzione fortissima della Turchia: dopo un’annata di scarica, si stimano oltre 700mila tonnellate di nocciole in guscio, il che rappresenta un ottimo raccolto per il paese, cui si deve aggiungere la giacenza di 100mila tonnellate del raccolto 2016 che verranno gestite per realizzare semilavorati e olio. L’Azerbaijan e la Georgia sono Paesi in crescita che hanno puntato sulla coltivazione del nocciolo e che insieme rappresentano una produzione di circa 100mila tonnellate: si capisce quindi come questi tre Paesi abbiano un certo peso sul mercato.
Arriviamo in Italia, dove quest’anno si registra una battuta d’arresto nella produzione per diversi motivi legati sia alle avverse condizioni climatiche sia alla cimice asiatica. La produzione campana è inferiore alle 45mila tonnellate, dato non soddisfacente in quanto la Campania può raggiungere fino a 70mila tonnellate di prodotto; nella zona di Viterbo le gelate primaverili hanno avuto un grave impatto sulla produzione, che quest’anno risulta molto scarsa intorno alle 25mila tonnellate. Infine, per quanto riguarda il Piemonte, le prime indicazioni dicono che la produzione sarà meno della metà del raccolto 2016, circa 13-14mila tonnellate in guscio; quest’anno gelo, siccità e cimice asiatica hanno significativamente compromesso i raccolti.
La cimice asiatica è un elemento estremamente importante e da non sottovalutare: si è passati da alcune avvisaglie nella bassa Langa fino all’anno scorso e adesso si è diffusa dappertutto. Ci saranno di conseguenza partite che non hanno la possibilità di essere lavorate; anche laddove sono stati effettuati 3-4 trattamenti contro l’insetto, si sono registrati danni importanti.
“Faremo di tutto per cercare di separare le partite non idonee da quelle idonee, però l’importante è trovare una soluzione, non nel medio ma nel breve periodo: questa situazione non deve persistere per più di un anno, altrimenti la percezione di qualità della nocciola piemontese da parte del consumatore potrebbe subire un contraccolpo negativo. Visto che la produzione è scarsa e ci sono partite che non hanno le caratteristiche per essere lavorate, penso che quest’anno per le partite qualitativamente migliori il prezzo potrà oscillare da 330 a 350 €/quintale (=100 Kg)”.
Stefano Massaglia del Disafa ha presentato i costi di gestione a ettaro di un corileto, suddividendoli in 3 macro-categorie: costo dei macchinari, costo della manodopera e costo dei mezzi tecnici.
I costi di gestione sono stati calcolati secondo 3 tipologie di aziende: con una superficie da 12 a 25 ettari; con una superficie da 3 a 10 ha; e aziende riunite in cooperativa.
“Dall’analisi dei dati raccolti, emerge che il costo dei macchinari è quello che incide maggiormente sul costo di gestione (dal 43 al 47%). Il costo di gestione medio del corileto può variare da 1400 €/ha per le aziende organizzate in cooperativa a 3200 €/ha per le aziende più piccole. Teniamo conto che questi dati si riferiscono al 2014, quando ancora la cimice asiatica non era un problema così incombente. Il prossimo obiettivo sarà infatti realizzare un focus sull’incidenza della cimice asiatica nei costi dei trattamenti, intesi come numero di trattamenti (significativamente aumentati) ed efficacia degli stessi”.
Le principali zone di produzione in Italia.
“La corilicoltura piemontese rappresenta quasi il 2% della superficie mondiale e il 3,8% dei volumi mondiali; se qualcuno ha bisogno di nocciole, siamo sicuri che venga sempre da noi? Si può rispondere solo con Sistema Nocciola Piemonte e in secondo luogo come Sistema Nocciola Italia, in quanto sono solo 4 le zone di produzione in Italia e solo lavorando insieme si può essere competitivi”.
Con queste parole, Claudio Sonnati di Agrion ha fatto alcune considerazioni sull’importanza della corilicoltura piemontese e nazionale, in particolare sottolineando la necessità di creare una filiera organizzata a livello regionale: usando le sue parole, creare un ‘Sistema Nocciola Piemonte’ per continuare e preservare quella che è la qualità indiscussa della nocciola locale. Ad oggi la superficie piemontese corilicola ha superato i 23mila ettari, pari al 49% della SAU coltivata a fruttiferi, con oltre 10mila aziende presenti principalmente nelle province di Cuneo, Asti e Alessandria.
Sono seguiti gli interventi di Secondo Scanavino, Presidente CIA nazionale, e di Alessandro Mastrocinque, Vice Presidente Cia nazionale e Presidente Cia Campania, i quali hanno sottolineato l’importanza della collaborazione fra tutti gli operatori della filiera, comprese le istituzioni, rappresentate all’incontro dall’assessore regionale Giorgio Ferrero e dal parlamentare Giacomino “Mino” Taricco.
Al termine dell’incontro è stato battuto il prezzo ufficiale del prodotto (a 335€/quintale): prima occasione in cui si stabilisce, dal punto di vista economico, la rilevanza dell’annata 2017. Infine, sono stati proclamati e premiati i vincitori dei concorsi quantità e qualità della nocciola fra i produttori residenti nei quattro comuni della Comunità Collinare “Tra Langa e Monferrato” di cui Castagnole Lanze fa parte.
Con il patrocinio della Ditta Marchisio Nocciole di Cortemilia, sono stati assegnati premi in denaro ai primi 10 classificati in base a criteri di selezione basati su quattro parametri definiti da un’apposita commissione di esperti: umidità, resa alla sgusciatura, calibratura, analisi del gusto (nocciole tostate).
Per il concorso quantità conferita, si è classificato al primo posto Cavallo Giacomo, seguito nell’ordine da Negro Pietro, Tibaldi Alessandro, Marchisio Franco, Merlino Dario; per il concorso qualità, si è classificata al primo posto Negro Maria Luigina, seguita nell’ordine da Beccaris Stefano, Bera Marco, Fogliati Monica e Borio Luciano.
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Scarica la relazione: COSTI DI GESTIONE DEL CORILETO (Stefano Massaglia, Nadia Valentini, Francesca Serra, Maurizio Pizzini)