La Turchia inizia a vendere nocciole

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La Turchia comincia a vendere le nocciole conservate nei suoi magazzini. La Tmo, azienda del ministero dell’Agricoltura turco, ha infatti ufficializzato la sua prima vendita del prodotto in guscio a prezzi convenienti per gli operatori internazionali.

Da diversi anni, l’azienda di stato provvede a ritirare dal mercato e conservare ingenti quantità di nocciole per evitare che si inneschino problematiche di eccesso di offerta che possano danneggiare i corilicoltori locali. Alla fine del 2018, ad esempio, ne ha acquistate 10mila tonnellate, nel 2017 143mila

Stando alla nota pubblicata da Tmo, le industrie e gli operatori di tutto il mondo, a partire dal 3 aprile, possono acquistare gli stock delle ultime tre raccolte ai seguenti prezzi (al netto di Iva): 13 lire turche il chilo per la produzione 2016, da 13 a 15 lire il chilo per quella del 2017 e 18 lire il chilo per la raccolta dell’anno scorso. Tali condizioni sono valide nel caso di acquisto di quantità rilevanti e solo per questo mese di aprile. Il pagamento, poi, deve essere effettuato in contanti. 

“I nostri prezzi di vendita saranno determinati su base mensile“, scrive la Tmo, facendo così capire che la cessione degli stock andrà avanti in futuro. Le nocciole turche (Giresun, Levant, ecc.), come spiega l’azienda statale, garantiscono una resa media del 50% nell’operazione di sgusciatura, superiore di qualche punto percentuale alle varietà di nocciole coltivate in Italia.

Da agosto 2018, la lira turca si trova in una fase di crisi valutaria che l’ha portata a perdere quasi il 30% del suo valore rispetto al dollaro americano. I prezzi sopraindicati, convertiti in euro, ci indicano che gli importatori e gli sgusciatori europei possono comprare il prodotto turco a un range compreso tra 2,07 e2,86 euro il chilo. Quotazioni che per la Turchia, in piena crisi economica e primo produttore mondiale di nocciole, rappresentano oro colato. L’esatto contrario vale per i coricolitori italiani, abituati a ricevere ben altre quotazioni.

Quante nocciole sta ancora conservando e intende vendere la Tmo? In futuro si potrà arrivare a prezzi più bassi? Queste le domande chiave che si pongono i produttori italiani, che si trovano ora a competere con un nuovo player in grado di condizionare anche l’andamento delle quotazioni sul mercato tricolore.

Pubblicato 08/04/2019

Copyright: Italiafruit News

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