La nocciola, un’identità territoriale da coltivare: l’incontro

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“Assaggio e trasformazione della nocciola” è il titolo del convegno che si è svolto a Monteforte Irpino presso l’Azienda agrituristica “Quaresima” dedicato all’oro rosso dell’Irpinia: la nocciola.

Un evento di grande spessore organizzato per la prima volta al Sud e che ha visto la collaborazione di associazioni, privati e professionisti del settore corilicolo provenienti da tutta Italia.

La nocciola, un’identità territoriale da coltivare: l’incontro

L’evento è stato patrocinato dall’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Avellino insieme all’Associazione Nazionale Città della Nocciola, la Cooperativa Nocciola di Avellino, Agriturismo Quaresima, Mia Food, F.lli Torrengo, Laboratorio Analisi San Carlo , Noccioro. Numerosi gli iscritti provenienti dal Lazio, Molise e da tutta la Campania.

Ad aprire i lavori il presidente dell’Ordine degli Agronomi, Ciro Picariello.

“Quando ho saputo del convegno, ho voluto che l’ordine degli Agronomi patrocinasse l’evento perché la coltura della nocciola appartiene al popolo irpino” ha sottolineato Picariello.

“L’ultimo convegno internazionale organizzato dalla Regione Campania sulla nocciola, era il 1987, ha visto Avellino al centro della produzione mondiale della nocciola. Bisogna puntare non solo a produrre nocciole ma anche a trasformarle e commercializzarle, come è accaduto per la viticoltura. Bisogna sviluppare filiere corte, puntando a prodotti di nicchia e di qualità”, ha spiegato il presidente.

Al convegno ha portato il suo contributo anche il vice presidente dell’Ordine degli Agronomi, Antonio Capone.

“La nocciola per gli irpini, non è solo il frutto di una coltura, ma è soprattutto cultura, identità territoriale. Ogni famiglia di origine irpina conosce questo nobile frutto e ne è fortemente legato per storia e tradizione. La corilicoltura ha visto crescere diverse generazioni tra cui la mia ed è stato ed è un settore economico importante per la Campania. Purtoppo, negli ultimi anni sta vivendo momenti di difficoltà. Bisogna crederci, collaborare, portando a conoscenza alle persone che hanno voglia di scommettere su questa cultura”, ha detto Capone.

Irma Brizi , direttore e Panel Leader Associazione Nazionale Città della Nocciola, ha introdotto il suo contributo con l’assaggio della nocciola nelle diverse cultivar nazionali.

A seguire Carlo Iacoviello, Direttore Tecnico del Laboratorio San Carlo di Grottaminarda ha dedicato il suo intervento alla norma dell’AHCCP ed al laboratorio di trasfomazione, analisi sui prodotti, imballaggio ed etichettatura. Marco Iannaccone, invece, ha presentato le Aflatossine, determinazione qualitativa e quantitativa con kit r-Biopharm, metodi e materiale d’uso.

Luca Murialdo titolare della Mia Food Tech di Castiglione Falleto (CN), produttore di macchinari per la trasformazione, ha illustrato tutto il percorso della nocciola da cruda a tostata, passando dalla granella a farina per diventare pasta e/o crema spalmabile, con riferimento a tutti i macchinari che si utilizzano ad ogni passaggio e le capacità di controllo della temperatura, i tempi per potere ottenere un prodotto di maggior qualità e conservabilita. Ha parlato anche delle macchine per produrre le nocciole pralinate e i dragees al cioccolato. Lorenzo Torrengo, titolare di F.lli Torrengo di Montelupo Albese (CN) ha concluso l’incontro con la descrizione della macchina sgusciatrice e calibratrice che permette di ottenere nocciole in guscio calibrate e nocciole crude sgusciate e calibrate pronte per la vendita o per le fasi successive di trasformazione.

Nel corso del convegno, è stato servito un menù a base di nocciola mortarella prodotta dall’azienda Quaresima, di Filomena, titolare dell’omonimo agriturismo, che grazie alla sua creatività in cucina, ha permesso di gustare e apprezzare la bontà della nocciola.

La giornata si è conclusa ad Avella presso Noccioro, rinomata azienda corilicola e di trasformazione della nocciola di Marco Maietta. Qui è stato possibile ammirare le funzioni della sgusciatrice Torrengo, illustrata dal produttore.

I partecipanti, per lo più titolari di aziende agricole che si fermano alla prima fase di raccolta e vendita di nocciola in guscio, sono stati molto soddisfatti ed hanno espresso l’intenzione di iniziare il percorso di trasformazione presso le loro aziende.   Hanno ricevuto un attestato di partecipazione e l’invito a visitare le aziende in Piemonte che effettuano la trasformazione e vendita dei prodotti corilicoli, per poter provare le macchine in funzione ed assaggiare piatti a base di nocciola di tradizione piemontese.

Fonte: L’Occhio di Avellino

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