Grande partecipazione di pubblico alla quarta edizione del convegno sul nocciolo di Cherasco (CN)

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Come nelle precedenti edizioni anche quest’anno un grande numero di agricoltori e tecnici ha partecipato sabato 10 giugno 2017 al tradizionale convegno sul nocciolo organizzato da Confagricoltura Cuneo, Ascopiemonte ed Asprocor presso il  Pala Expo di Cherasco, ad ulteriore conferma del grande interesse che questa  coltura  continua a suscitare nel mondo agricolo. Il titolo scelto quest’anno “Il nocciolo: territorio, filiera, qualità” sintetizza  bene gli elementi che devono essere presi in attenta considerazione per una produzione di successo.

Gli interventi sono stati moderati da Ercole Zuccaro, giornalista direttore di Confagricoltura Torino.

In apertura il sindaco di Cherasco, Claudio Bogetti, ha dato il benvenuto  a tutti i partecipanti sottolineando l’importanza sempre crescente per il territorio di questa coltura. L’onorevole Mino Taricco ha ribadito  il suo impegno a sostenere la corilicoltura nell’ambito della Commissione agricoltura della Camera dei Deputati di cui è membro. I saluti sono stati chiusi da  Enrico Allasia, presidente Confagricoltura Cuneo, che ha sottolineato l’esigenza di una gestione accorta del comparto, puntando sulla qualità e su un Piano nazionale per  prevenire future situazioni problematiche.

Nella prima relazione  Gianfranco Latino, funzionario dell’Assessorato Agricoltura della Regione Piemonte,  ha illustrato l’evoluzione delle superfici a nocciolo ed i futuri scenari della corilicoltura piemontese. Secondo i dati dell’Anagrafe unica regionale in  un solo anno, dal 2015 al 2016, in Piemonte gli ettari coltivati a nocciolo sono aumentati di 2.863 unità, passando da 18.137 a 21.000, mentre le aziende sono cresciute da 8.576 a 9.643. Una crescita tumultuosa che trova la sua giustificazione nella fiammata dei prezzi del 2015. Ora però stiamo assistendo ad un riposizionamento delle quotazioni  e, anche se è verosimile un aumento dei consumi nel futuro, non è possibile prevedere quale sarà il prezzo di equilibrio nei prossimi anni, quando entreranno in funzione  i nuovi impianti realizzati in tutti i continenti.  La soluzione  potrebbe consistere nel   ricercare la qualità, ottimizzare i processi produttivi, puntare sul  marchio IGP Piemonte, organizzare l’offerta  e realizzare accordi di fornitura con l’industria trasformatrice.

Successivamente  Bruno Saphy, responsabile dello sviluppo della Cooperativa Unicoque di  Cancon, (Lot e Garonne), ha descritto la corilicoltura francese. La Cooperativa gestisce quasi tutta la produzione nazionale che è localizzata prevalentemente nel sud-ovest della Francia. Sono 263 le aziende aderenti  che coltivano 5.085 ettari di noccioleto. La produzione nel 2016 è stata di quasi  10.000 tonnellate ma è in atto un progetto per arrivare a 20.000 nel 2030 grazie ad un aumento medio delle superfici di 400 ettari all’anno. Le aziende hanno una superficie media di 19 ettari. L’organizzazione produttiva  ed il livello di meccanizzazione sono tali per cui un uomo riesce a coltivare 40 ettari lavorando  1.600 ore all’anno.

Paolo Lambertini di Syngenta ha approfondito l’annoso problema   delle cimici che recentemente si è aggravato a seguito dell’introduzione  della cimice asiatica, Halyomorpha halys, specie polifaga ancora priva di limitatori naturali nel nostro ambiente. La soluzione proposta è rappresentata da Karate Zeon, un insetticida a base di lambacialotrina, caratterizzato da una formulazione innovativa che ne ottimizza l’efficacia migliorandone anche il profilo ecotossicologico. Il relatore si è poi soffermato sulla necessità di una corretta regolazione delle macchine irroratrici come condizione indispensabile per l’efficacia dei trattamenti.

A Nadia Valentini del DISAFA-Università di Torino è spettato il compito di  trattare  delle principali varietà di nocciole coltivate in Italia. Le varietà di particolare interesse per la trasformazione industriale sono tre: la Tonda gentile ( sinonimi: Tonda gentile delle Langhe e Tonda gentile trilobata), la Tonda di Giffoni e la Tonda gentile romana. La prima presenta ottime qualità gustative del seme, ma scarsa adattabilità ad ambienti diversi da quello di origine  inoltre è  sensibile all’eriofide. La seconda è rinomata per la sua produttività oltre che per l’ottima pelabilità e l’adattamento a diversi ambienti di coltura, mentre la terza possiede  bassa sensibilità all’eriofide, ma presenta qualche difficoltà di pelatura. I profili sensoriali della Tonda gentile e della Giffoni sono molto simili, mentre si discosta significativamente quello della Tonda romana. La relatrice ha poi trattato nel dettaglio le varie tipologie  di difetti dei semi che possono ridurre significativamente la qualità delle partite.

A conclusione del suo intervento la dr.ssa Valentini ha guidato una degustazione di nocciole tostate delle tre varietà sopra descritte a cui ha partecipato tutto il pubblico.

Nella tavola rotonda che è seguita Pier Paolo Bertone, presidente di Ascopiemonte, ha illustrato i dati della crescita della sua Associazione e ricordato le azioni di sostegno della stessa a favore dei propri soci attraverso l’accesso ai finanziamenti e l’assistenza tecnica.

Per  Roberto Botta, professore ordinario di Arboricoltura presso l’università di Torino, la ricerca può dare un significativo contributo allo sviluppo della corilicoltura piemontese attraverso  il miglioramento genetico e  le biotecnologie. Si potrebbero  selezionare migliori impollinatori e varietà più adatte ai cambiamenti climatici in atto come anche superare l’ autoincompatibilità e  risolvere il problema dei polloni.

Le iniziative editoriali di Edagricole in campo corilicolo sono state illustrate dal caporedattore Giorgio Setti.

Benedetto Valentini, responsabile tecnico di Assofrutti, ha descritto i meccanismi di pagamento della sua associazione che raccoglie i corilicoltori aderenti a cinque cooperative laziali. La maggior parte dei soci sceglie la data  in cui conferire il suo raccolto e viene pagata in base al valore di mercato di quel momento, mentre gli altri scelgono di essere pagati in base al prezzo medio della stagione.

Nicoletta Ponchione, di Piemonte Asprocor, ha affrontato  la  questione di grande attualità della denominazione della nocciola piemontese. E’ stato presentato  un ricorso al TAR del Lazio affinchè venga abolita dal registro ufficiale delle varietà la denominazione “Langhe”,  ora in vigore come sinonimo per la Tonda gentile, che allo stato attuale della normativa potrebbe essere  legittimamente utilizzata anche da produttori di altre zone. Anche l’eurodeputato Alberto Cirio e l’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero nei loro interventi a conclusione dei lavori si sono dichiarati d’accordo sulla necessità di dare quanto prima una soluzione a questo problema a tutela della produzione cuneese.

Alla fine del convegno è stato consegnato un premio per l’attenzione alle problematiche del nocciolo ad Ivano Scapin, fondatore e redattore del sito www.nocciolare.it.

Scarica le relazioni

EVOLUZIONE DELLE SUPERFICI A NOCCIOLO E FUTURI SCENARI

LA PRODUZIONE DELLA NOCCIOLA FRANCESE

LOTTA ALLA CIMICE: STRATEGIA COMUNE DI INTERVENTO

CARATTERISTICHE E PROBLEMATICHE RELATIVE ALLE PRINCIPALI VARIETÀ DI NOCCIOLE COLTIVATE

 

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