Caso nocciole Langhe: “Ricorreremo al Tar perché così non va”

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Decisione di Comuni e associazioni di categoria. Il viceministro: “Incontriamoci e parliamone”

Il vertice per discutere del «caso» nocciole che si è svolto ad Alba

«Ricorriamo al Tar del Lazio». Una decisione corale e definitiva presa ieri (venerdì 9 dicembre) durante l’incontro convocato ad Alba dall’eurodeputato Alberto Cirio con tutti i coinvolti nella «vicenda nocciola». «La dicitura “Tonda gentile delle Langhe” deve essere cancellata dal Registro nazionale delle varietà delle piante da frutto», dicono.

Firmatari sono non solo oltre cento Comuni di Alta Langa, Langa del Barolo, Roero e Astigiano, ma anche il Consorzio Nocciola Piemonte Igp, Cia, Coldiretti, Confagricoltura e Unopra, l’associazione nazionale che riunisce i produttori ortofrutticoli, agrumari e di frutta in guscio. L’incarico è stato affidato all’avvocato albese Roberto Ponzio, che aveva già seguito a livello legale la battaglia per tutelare il tartufo, e all’avvocato torinese Vittorio Barosio.

«In origine – spiega Nicoletta Ponchione, delegata a rappresentare il Consorzio -, la pianta da cui nasce la nocciola Piemonte Igp conteneva l’indicazione “Langhe”, ma ci fu chiesto di toglierla in esecuzione del regolamento europeo sui prodotti di qualità, che esclude per le cultivar un toponimo geografico ingannevole per il consumatore, vista la produzione anche in comuni al di fuori di queste colline. Venne sostituito da “trilobata”, la sua caratteristica principale». E prosegue: «Anche un secondo regolamento europeo, questa volta sulle varietà vegetali, prescrive di non usare indicazioni geografiche».

Il 4 ottobre, però, il nome «Langhe» compare nel Registro nazionale come sinonimo di «Tonda gentile». «Mantenere tale dicitura – dice ancora Ponchione – sarebbe un danno per l’economia del territorio e svilirebbe la Nocciola Piemonte Igp». I termini per il ricorso scadranno il 27 dicembre, ma era necessario prendere la decisione affinché ogni ente possa deliberare.

LA PROPOSTA DI OLIVERO

Da Roma, il viceministro Andrea Olivero ribadisce: «Sarebbe utile sederci tutti intorno a un tavolo. Ho già dato la mia disponibilità: azioni come il ricorso non servono a nulla. Non si tratta di uno “scippo”: chiunque, anche in Langa, può usare il nome se non aderisce al disciplinare Nocciola Piemonte Igp. Volendo si può anche lavorare per una Dop “Langhe”. Come varietà vegetali, anche noi auspichiamo di togliere la dicitura, ma non prima di aver affrontato la questione sul piano internazionale, con Olanda e Romania. Se l’eurodeputato Cirio ci vuole dare una mano, può sostenere la causa di un Registro europeo delle varietà, così come già avviene, con successo, per il vino».

 

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