È una storia di innovazioni ed intuizioni quella della famiglia Chianchia. Una storia fatta di grandi lavoratori: sveglia alle 5 del mattino, ore e ore passate in officina, nei campi, sul tavolo di progettazione, senza sabati né domeniche. Meccanica e agricoltura si intrecciano a Cherasco (Cuneo), dove la ditta Chianchia ha costruito un polo all’avanguardia nella produzione di macchine per la frutta a guscio.
La storia di Chianchia in breve
Mario, Giovanni e Dario Chianchia coltivano la passione per ferro e meccanica sin da piccoli: si formano dai Salesiani, iniziano a fare la gavetta in piccole aziende artigianali del territorio, imparano a lavorare il ferro e diventano fabbri. Poi, sul finire degli anni Novanta, visitando le fiere del Piemonte e incrociando il mondo della nocciola, si è accesa la lampadina: perché non sviluppare macchinari che potessero aiutare i corilicoltori nel loro lavoro? E così, da veri e propri pionieri, hanno iniziato a realizzare le prime macchine nel garage di casa. Macchine costruite su misura per le esigenze del territorio, ascoltando gli agricoltori, capendo i loro problemi: questi i primi mattoni del successo.
L’azienda si struttura e cresce, nel 2008 arriva la prima acquisizione, inglobando un partner specializzato nel taglio e nella piegatura delle lamiere, poi la nuova sede e nel 2017 un’altra acquisizione di un’impresa di verniciatura. Così si è chiuso il cerchio: da Chianchia entra la lamiera ed esce la macchina finita.
Chianchia oggi
“Negli anni abbiamo creato una rete vendita internazionale, dal Giappone alla Nuova Zelanda, dall’Europa al Sudamerica, anche grazie all’indotto Ferrero – racconta a NocciolaRe Mario Chianchia – Il mercato si è ampliato, siamo diventati un punto di riferimento per i corilicoltori. Abbiamo brevettato macchine che ci hanno anche copiato: lo consideriamo un vanto, in fin dei conti vorrà dire che abbiamo fatto qualche cosa di buono. Il nostro cavallo di battaglia è stato il pulitore e separatore per le nocciole, una soluzione capace di eliminare i corpi estranei che ci ha fatto esplodere sul mercato: una macchina pensata per le nocciole, ma adatta anche a castagne, ghiande, cacao, noci…”.
Quella di Chianchia, come detto, è una filiera chiusa che parte dalla progettazione e arriva alla costruzione e al post vendita. “Il nostro motto è: dove c’è una nocciola, noi ci siamo – sottolinea l’imprenditore – L’estero pesa per il 60% del nostro giro d’affari, anche perché le ultime campagne in Italia sono state difficili: confidiamo che il 2024 possa dare una boccata d’ossigeno ai produttori”.
Il futuro della nocciola
“Non dobbiamo pensare alla nocciola come l’oro marrone, che basta piantare e raccogliere per fare reddito: la coltura è stata presentata un po’ così, ma è fuorviante – ammonisce Chianchia – Il nocciolo va curato come qualsiasi altra pianta da frutto, solo che richiede una manodopera diversa, che può essere gestita con meno urgenze. La nocciola, poi, non cresce dappertutto: ci sono zone vocate dove conviene investire. Dal nostro punto di vista continueremo a sviluppare macchine per la lavorazione del corileto, per la raccolta e il post raccolta delle nocciole”.
Focus sulla meccanizzazione
Raccoglitrici, selezionatrici ed essiccatori sono le soluzioni più richieste secondo Chianchia. “Le raccoglitrici sono state sviluppate per essere più veloci, anche perché, visti i cambiamenti climatici in atto, quando arriva il momento giusto bisogna portare a casa il prodotto il più velocemente possibile – evidenzia Chianchia – Testiamo le nostre macchine nei noccioleti, quando consegnamo un prodotto ci piace metterlo in funzione proprio per trasmettere all’acquirente tutte le potenzialità delle nostre soluzioni. Soluzioni che vanno messe a punto a secondo del territorio e della varietà di nocciola. Un corileto inerbito, se ben gestito, è consigliato: si raccoglie meglio sull’erba che sulla terra fresata. Poi consiglio sempre un diserbo sottofila e la trincia nell’interfila”. Focalizza inoltre un’attenzione crescente verso la trasformazione, anche da parte di piccole e medie imprese, che sta trainando la domanda di mini impianti di sgusciatura.
Uno sguardo al futuro
Non serve la sfera di cristallo per affermare che il futuro della corilicoltura sarà sempre più affidato alla tecnologia. “Piano piano si arriverà ad avere sempre più macchine automatiche, sfruttando anche l’intelligenza artificiale: vediamo già i primi modelli di robot taglia erba, avremo soluzioni robotiche anche nel nocciolo. Non sarà immediato, ma contenere la necessità di manodopera il più possibile, visti i costi e la difficoltà di reperimento, è una necessità. E’ un passaggio che richiede il suo tempo, ma è inevitabile – conclude Mario Chianchia -. Si vedono già le prime prove dei robot che tagliano l’erba nei corileti. C’è però un aspetto che ostacola la lavorazione meccanica: i polloni e per questo sarebbe molto importante avere varietà non pollonifere”.
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Pubblicato: 04-07-2024