PRIME INDICAZIONI SULL’UTILIZZO DI CORROBORANTI – CAOLINO BPLN E SAPONE MOLLE – SULLA RIDUZIONE DEL CIMICIATO DELLE NOCCIOLE

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Considerazioni sul caolino in agricoltura

Stagione dopo stagione l’agricoltura contemporanea deve affrontare sfide tecniche sempre più difficili e conciliare esigenze che, a prima vista, sembrano tra loro difficilmente compatibili.
Il rispetto di standard qualitativi sempre elevati, la necessità di effettuare trattamenti efficaci ed efficienti, la ricerca di limitare il più possibile l’impatto ambientale dei trattamenti stessi, assieme con l’attenzione sempre maggiore del consumatore a produzioni di tipo biologico, sono solo alcune delle richieste a cui l’agricoltore deve saper rispondere.
In questo scenario l’utilizzo di determinati corroboranti agricoli, risulta oggi un’arma valida ed efficace, compatibile con le tecniche di difesa tradizionali, che in areali con pressione non eccessiva di patogeni ed in annate favorevoli, potrebbe costituire una via realmente percorribile, alternativa ai prodotti di sintesi.
La valutazione costi/benefici dell’uso dei corroboranti non si ferma infatti solo all’efficacia contro uno specifico problema, ma può comprendere anche altri effetti positivi come la sicurezza per l’operatore, per l’ambiente e l’incremento della qualità delle produzioni che, parallelamente all’assenza di prodotti residuali alla raccolta, può rappresentare un valore aggiunto rispetto ai metodi tradizionali.
Il caolino, polvere di roccia micronizzata, derivata dalla caolinite, è utilizzato da anni con successo come repellente nei confronti di vari insetti, soprattutto contro la mosca dell’olivo, Bactrocera oleae Gmelin, e come protettivo dei frutti e della vegetazione, soprattutto contro le scottature solari.
Sul mercato sono presenti numerosi prodotti con qualità assai differenti. L’agricoltore non sempre è a conoscenza delle caratteristiche che identificano un buon caolino.
Tra le principali possiamo ricordare:
Elevata purezza del materiale
Un elevato contenuto di caolinite è indice di una ridotta presenza di inquinanti, ad es. quarzo, che possono danneggiare gli ugelli al momento della nebulizzazione della sospensione acquosa. Inoltre caolini “primari”, ottenuti cioè per estrazione dalla cava, garantiscono migliore costanza qualitativa e purezza rispetto ai “secondari”.
Assenza di elementi inquinanti
L’utilizzo di caolini primari, provenienti da cave di qualità, con analisi costanti dei materiali, garantisce l’assenza di inquinanti organici, metalli pesanti o di altra natura.
Elevata finezza delle particelle
Una micronizzazione < 10 µm, garantisce, a parità di peso, una migliore e più uniforme copertura degli organi vegetali, con migliori performance in campo.
Elevata bianchezza
Più il caolino si avvicina al colore bianco, migliore è la riflessione dei raggi UV e IR una volta applicato sulla pianta. Pertanto l’effetto “climatizzante” risulta più efficiente. Le piante, con temperatura delle foglie ridotta, resistono meglio a condizioni di stress idrico e termico.
Elevata permanenza sulla foglia e facile pulizia dei frutti
Sulla vegetazione, idealmente, il caolino deve permanere il più a lungo possibile e resistere alle asportazioni di pioggia e rugiada che si verificano nella stagione. Contemporaneamente deve poter garantire una sua facile pulizia dai frutti al momento della raccolta, caratteristica propria dei caolini puri non addittivati. Per favorire l’adesività, e quindi la persistenza del trattamento, si ricorrere all’aggiunta di adesivanti. In agricoltura biologica, la scelta di un adesivante che offre buone performance, ridotto impatto ambientale e buon rapporto costo/efficacia può essere indirizzata sul sapone molle potassico. Questo prodotto, anch’esso un corroborante biologico, svolgendo anche una buona azione bagnante, aumenta la dispersione dell’acqua e di conseguenza la copertura della vegetazione, oltre che la persistenza.

Utilizzo del Caolino su nocciolo

A supporto di quanto sopra descritto, la O.Bitossi s.r.l. distributore del caolino BPLN, insieme con Ferrero Hazelnut Company hanno ipotizzato l’utilizzo del caolino come prodotto repellente nei confronti delle cimici nocciolaie. Il centro di saggio SAGEA è stato incaricato di condurre una sperimentazione in campo per fornire le prime indicazioni sulla capacità del caolino nel ridurre il problema del cimiciato alla raccolta.

Figura 1 – Effetto di copertura del Caolino BPLN: parcella del controllo non trattato a sinistra in comparazione con parcella soggetta a trattamento con Caolino BPLN.


Prova Sperimentale

La sperimentazione condotta in Piemonte nel 2017, nell’areale corilicolo della bassa Langa, era volta a saggiare prodotti corroboranti di diversa composizione insieme a formulati insetticidi applicati tra loro in strategia nei confronti delle maggiori specie di cimici nocciolaie Nezara viridula e Palomena prasina, inclusa la cimice asiatica (Halyomorpha halys [Stål, 1855]). La prova è stata condotta nel comune di Castagnito (CN), su un noccioleto di varietà Tonda Gentile Trilobata rappresentativo dell’areale della bassa Langa. Le applicazioni sono state effettuate con attrezzatura irroratrice utilizzando un volume d’acqua di 1500 L/ha, idoneo ad assicurare un’adeguata bagnatura della vegetazione. Il momento di applicazione è stato determinato mediante monitoraggio della dinamica di popolazione dei pentatomidi fitofagi con il metodo del frappage, individuando tre epoche di intervento durante il periodo di prova, rispettivamente il 17 giugno allo stadio fenologico di 10 mm di diametro della nocciola, il 6 luglio e il 25 luglio allo stadio fenologico di lignificazione del frutto.
I trattamenti prevedevano l’utilizzo di insetticidi a base di etofenprox e lamda-cialotrina, usati in strategia tra loro o in miscela/strategia con Caolino BPLN ed il Sapone molle. Tutti i dettagli sui prodotti utilizzati con le specifiche informazioni sul loro impiego sono riportati in tabella 1.

Figura 2 – Particolare di foglie e frutti sull’effetto di copertura del Caolino BPLN subito dopo l’applicazione del prodotto.

 

Tabella 1 – Lista dei trattamenti in prova con i principi attivi impiegati e le loro concentrazioni, il dosaggio di applicazione, il volume di acqua utilizzato e il numero di applicazioni eseguite durante l’intero periodo di prova. Il volume di applicazione è sempre stato di 1.500 litri/ha.

Durante il periodo di prova sono stati effettuati tre rilievi valutando la selettività dei prodotti, rispettivamente il 20 giugno (3 giorni dall’applicazione A), il 6 e il 25 luglio (prima delle applicazioni B e C).
Il 17 agosto, 400 nocciole per tesi sono state raccolte a fine cascola fisiologica, campionando in maniera casuale 100 nocciole per ripetizione. Le nocciole campionate sono state portate nei laboratori del Centro di Saggio SAGEA dove sono state sgusciate ed è stato rilevato il danno da cimici.
Dai rilievi eseguiti sulla selettività dei prodotti utilizzati, nessun sintomo di fitotossicità è stato osservato sulle tesi trattate, confermando la loro selettività nei confronti del nocciolo sia per quanto riguarda le foglie che i frutti. Per quanto riguarda il danno da cimici, il rilievo alla raccolta ha evidenziato una percentuale del 90% di frutti colpiti sul testimone non trattato, a conferma dell’elevata pressione di questi pentatomidi osservata nel corso della stagione.
Posto che nessuna delle strategie adottate ha ottenuto una riduzione del cimiciato tale da rendere la produzione consona agli standard qualitativi richiesti dal mercato, il dato interessante emerso da questa sperimentazione è la sinergia tra l’applicazione del caolino e degli insetticidi, in quanto la tesi che prevedeva l’abbinamento tra questi prodotti (tesi 4) ha fornito risultati migliori della tesi con soli insetticidi (tesi 2).
Inoltre, in questa prova gli insetticidi ed i corroboranti sono stati applicati contemporaneamente, mentre una più efficace strategia, che potrà essere oggetto di future verifiche, potrebbe essere quella di alternare applicazioni di caolino (che non ha limitazioni nel numero di trattamenti, se non per ragioni di tipo economico) a quelle di insetticidi da effettuare nei picchi di presenza delle cimici, ottenendo un periodo di protezione dall’attività delle stesse il più lungo possibile.

Pubblicato 14/03/2018

AUTORI
Marco Moizio
Carmela Pastore
SAGEA Centro di Saggio s.r.l.

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