La Campania è la seconda regione italiane produttrice di nocciole: oltre 38.000 t raccolte in circa 20.500 ettari in produzione nel 2018, secondo Istat. Dal 2016 è in corso, in due zone tipiche della corilicoltura campana (Teano e Nola) un monitoraggio mirato sulla problematica dell'”avariato”. Nel corso del monitoraggio 2019 dall’interno delle nocciole in fase di post-raccolta è stato isolato Eremothecium coryli (Nematospora coryli ), agente causale del dry rot delle nocciole. La presenza del fungo è stata riscontrata solo sulle nocciole delle aziende del Teanese, mentre non è stata osservata in quelle provenienti dal Nolano. Nel 2017 lo stesso ascomicete è stato isolato da nocciole raccolte in Piemonte in zone con forte presenza di cimice asiatica (Halyomorpha halys) (Scarpari et al. 2018). Nel corso del 2019, in Campania, con il monitoraggio tramite il metodo “frappage” e l’uso di trappole di tipo attrattivo è stato riscontrata, solo nel teanese, un’importante presenza sia del Gonocero che del Piezodorus lituratus, ma la più massiccia percentuale (44%) è stata registrata da Halyomorpha halys, la cimice asiatica (Agronotizie).
Alla luce di questi dati è’ possibile ipotizzare che la trasmissione del dry rot nelle nocciole sia collegata alla presenza della cimice asiatica. Il CREA DC, SAGEA Centro di Saggio e FERRERO Hazelnut Company hanno messo in atto una sperimentazione al fine di chiarire meglio il ruolo della cimice asiatica nella trasmissione di questo fungo ascomicete.
Pubblicato 25-02-2020
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