In Piemonte tra i fitofagi che possono attaccare occasionalmente il nocciolo fu descritta molti anni fa (Della Beffa, 1961) anche Anomala vitis (Fabricius, 1775) (Coleoptera, Scarabaeoidea, Famiglia Rutelidae). Gli adulti del coleottero compaiono già a fine maggio-primi di giugno e volano solo di giorno. Fine giugno-primi di luglio è il periodo di massima infestazione e di accoppiamento.
Già nella prima decade di luglio le femmine si affondano nel terreno per ovideporre. Le uova, circa trenta per femmina, schiudono ai primi di agosto o poco più avanti. Le larve che vivono a spese delle radici di piante erbacee e di giovani piante arboree, raggiungono la maturità nel maggio dell’anno successivo, si impupano dentro ad una celletta terrosa e dopo un breve periodo di metamorfosi escono dal terreno gli adulti. È noto che, a dispetto del nome, A. vitis è un coleottero del bosco e da qui la sua polifagia verso le latifoglie (olmo,ontano, salice, quercia, carpino, robinia, maggiociondolo, acero, biancospino, sambuco), ma anche verso piante da frutto (ciliegi, susini, meli, noci, noccioli e naturalmente vite). Si conoscono infestazioni su mais, fagiolo e piante ortive.
Gli adulti compiono erosioni fogliari, scheletrizzando le foglie e rispettando solo le nervature principali. La produzione di feromoni di aggregazione fa sì che il numero di esemplari, che attacca singole piante, sia a volte di centinaia di individui.
Analizzando gli attacchi di Anomala vitis, tutto sommato occasionali ed a macchia di leopardo, non si può fare a meno di pensare alle infestazioni di Popillia japonica Newman, specie affine, sempre più diffuse e gravi sul territorio piemontese, ad iniziare dalla provincia di Novara con la prima segnalazione nel 2014 (Pavesi) e poi in rapida espansione nelle province limitrofe negli anni seguenti (G. Bosio et al., 2018). Proprio sui vigneti delle colline novaresi, in anni recenti, sono state osservate infestazioni di anomala non particolarmente gravi e sporadiche. L’arrivo di Popillia japonica, presente spesso contemporaneamente allo scarabeide autoctono, ha causato gravi danni alle vigne del territorio perché le defogliazioni sono diventate molto più estese e ripetute ogni anno. Di conseguenza per la difesa dei vigneti dagli attacchi della popillia sono stati programmati ed eseguiti trattamenti contro gli adulti utilizzando insetticidi (il piretroide deltametrina ed il neonicotinoide acetamiprid) autorizzati contro il cicadellide Scaphoideus titanus, vettore della flavescenza dorata.
In provincia di Vercelli, ad inizio luglio del 2019, in un noccioleto famigliare è stata osservata un’infestazione di Anomala vitis che interessava diverse piante, ubicate lungo i filari esterni dell’appezzamento, facendo ipotizzare che l’attacco provenisse dall’esterno, come è poi stato confermato dalla presenza di un’infestazione di notevole intensità su esemplari di noce distanti un centinaio di metri dal noccioleto.
Pertanto occorre prestare la massima attenzione sul territorio interessato dalla coltura del nocciolo, ormai presente su tutta la regione, a quella che sarà l’evoluzione delle infestazioni di Popillia japonica, purtroppo in rapida ed inesorabile espansione, nonostante i tentativi di contenimento messi in atto dal Settore fitosanitario e servizi tecnico-scientifici della Regione Piemonte dopo il ritrovamento dei primi focolai nel parco del Ticino.
Autore: Giacomo Michelatti
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Pubblicato 8-11-2019