Campania, nocciole di pregio alle prese con le cimici

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A Piazzolla di Nola si è concluso il ciclo di incontri sulle fitopatie voluto dall’assessorato all’Agricoltura della Regione. La produzione dell’areale di Nola vale il 10% di quella nazionale, è di ottima qualità e deve difendersi dalle cimici nocciolaie

Un momento dell’incontro promosso dalla Regione Campania. Fonte foto: © Regione Campania

L’agricoltura come principale motore di sviluppo dell’economia nolana, con la corilicoltura sempre più a fare da volano di qualità per il tessuto socio economico, nonostante i problemi di natura fitosanitaria – le cimici nocciolaie – e climatica, tra loro strettamente connessi.
Sono stati questi gli argomenti affrontati nel corso di aggiornamento professionale che ha concluso il 5 dicembre a Piazzolla di Nola il ciclo di incontri divulgativi itineranti per la provincia di Napoli, che l’assessorato all’Agricoltura della Regione Campania – Servizio territoriale provinciale di Napoli ha organizzato in materia di emergenze fitosanitarie.

Sono intervenuti, tra gli altri, il vicedirettore generale dell’assessorato all’Agricoltura della Regione Campania, Francesco Del Vecchio, il sindaco di Nola, Biancardi e il delegato della frazione Piazzolla, Raffaele Giugliano.
Tutti hanno rappresentato l’importanza che Nola ha nel comparto nocciole: qui si raccoglie il 30% della produzione corilicola campana, valutata intorno al 10% dell’intera produzione nazionale.
Una produzione che esprime un’elevata qualità, talvolta non riconosciuta adeguatamente dal mercato, e che soffre per gli attacchi dei parassiti.

Nocciole con effetti nutraceutici

La ricercatrice Milena Petriccione del Crea-Ofa, ha relazionato sulle “Proprietà nutrizionali e salutistiche delle nocciole“. Ha evidenziato come le cultivar di nocciole più rappresentative dell’areale nolano – la San Giovannie la Mortarella – hanno un tenore di grassi minore del 60% assicurando così un’armonica espressione tra aroma, profumo e consistenza della nocciola, permettendo di tenere lontano un repentino irrancidimento e deterioramento del prodotto.

Inoltre ha evidenziato che altre cultivar, quali le Tonde, sempre ampiamente diffuse nella Piana Campana, abbiano un alto contenuto nel tegumento fibroso di sostanze polifenoliche, utili a proteggere un eventuale carcinogenesi intestinale.

Petriccione ha concluso l’intervendo focalizzando l’attenzione sull’alto apporto di fitosteroli, ben presenti nelle nocciole, i quali riducono il livello di colesterolo nel sangue permettendo di abbassare il rischio di malattie cardiache coronariche.

Come controllare le cimici

All’entomologo Antonio Pietro Garonna, del dipartimento di Agraria di Portici dell’Università degli Studi Federico II di Napoli il compito di illustrare le tre cimici che più di frequente colpiscono i noccioleti degli areali campani: la Nezara, la Palomena e il Gonocero.
Tutti polifagi, ottimi volatori e condizionati dall’andamento climatico favorevole – caldo e siccitoso – e che dal secondo stadio larvale infliggono il danno sulle nocciole, provocando aborto del seme e cimiciato, effetto deleterio per le industria dolciaria.

Il monitoraggio che si rivela il metodo più affidabile per conoscere il grado di infestazione e la relativa soglia di intervento, è il “frappage” o scuotimento, ma tale sistema richiede molta attenzione, costanza e dedizione anche per via della tempistica, è efficace nelle sole ore crepuscolari.

Lo studioso ha poi illustrato il sistema di monitoraggio più in voga negli ultimi anni: l’uso di feromoni di aggregazione quale segnale sfruttato da molte specie per proteggersi, alimentarsi e svernare in gruppi numerosi.

Garonna ha infine affermato che la via maggiormente affidabile e più remunerativa nell’assicurare un prodotto integro da cimiciato è ancora la difesa chemioterapica.

Autore: Mimmo Pelagalli

Pubblicato 16/12/2017

Copyright: AgroNotizie

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