San Giorgio: la scommessa di un’azienda agricola, messe a dimora 2.700 piante. L’imprenditore: i raccolti di cereali non garantiscono più la sopravvivenza.
L’agricoltura della Bassa friulana si reinventa per far fronte ai cambi climatici e ai cali di produzioni cerealicole. E lo fa dando il via alla coltivazione degli alberi di nocciolo.
L’Azienda agricola Fratelli Boraso di San Giorgio di Nogaro ha infatti messo a dimora le prime 2.700 piante (tutte certificate)dopo aver partecipato a diversi convegni a Viterbo (patria dei noccioleti) e dopo aver aderito, assieme ad altri agricoltori, alla cooperativa “Nole” di Collalto di Tarcento che cura la raccolta e la commercializzazione del prodotto. La piantagione andrà in produzione tra cinque anni.
Come spiega Augusto Boraso (che con i fratelli Michele e Luciano e la moglie Manuela porta avanti l’azienda), «dopo l’euforia di questi ultimi anni, i prezzi all’ingrosso (nazionali e internazionali)delle noccioline si sono ridimensionati di circa il 40%, ossia siamo tornati ai prezzi di mercato antecedenti il boom. Sono comunque soddisfacenti rispetto ai bassi prezzi che da un decennio affliggono i cereali e il mais. Se si considera che le difficili condizioni meteo di questi ultimi anni hanno causato minori raccolti di cereali è chiaro che questo tipo di coltivazione non sia più remunerativo se addirittura a volte non sia in perdita. A mio avviso – afferma – però bisogna avere cautela e prudenza per questa nuova coltura, che non considero adatta a tutti ma ad operatori convinti e decisi perché richiede impegno di tempo e lavoro».
Quest’anno è stato per i Boraso, un periodo di verifica e collaudo per questa coltura, alla quale la siccità ha causato la caduta anticipata dei semi lasciando i gusci vuoti per lo stress termico. Va detto che fino ad ora la maggioranza degli impianti erano in collina. «Ho verificato che le piante spontanee di quelle zone, avendo acqua in abbondanza, si sono salvate. Sono pertanto convinto che una coltura fatta con un buon sistema di irrigazione sia una scelta obbligata».
L’imprenditore agricolo consiglia chi intende avvicinarsi a questa coltivazione di informarsi, partecipando a convegni e alle fiere dedicate alle nocciole (a Viterbo e in Piemonte ce ne sono molte), soprattutto nell’approvvigionarsi delle
piante che deve essere fatto in vivai «seri e accreditati (la Regione Piemonte, ad esempio, ha un suo elenco), dove le piante vengono controllate sia dal punto di vista della varietà che sanitario, alfine di non trovarsi la piantagione con malattie e con piante dalle produzioni diverse».
Francesca Artico
Pubblicato 06 ottobre 2017
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