Abbiamo intervistato tre figure di riferimento delle principali aree corilicole italiane per avere qualche anticipazione su come si prospetta il raccolto di nocciole 2017 in termini di produzione e qualità nelle rispettive zone.
Piemonte
Dott.ssa Maria Corte – Responsabile Sezione Corilicola Agrion
In termini generali come si prospetta la produzione di nocciole quest’anno in Piemonte?
In Piemonte la produzione 2017 si prospetta variabile a livello quantitativo – causa della cascola consistente di giugno (ultima coda della gelata di fine aprile che ha colpito in maniera più severa alcune zone di pianura, ma non ha risparmiato neanche quelle di media e alta collina) e anche a livello qualitativo per via degli attacchi di cimice asiatica, insetto che sta tenendo in scacco molte colture frutticole, tra cui il nocciolo, in Piemonte ed in altre regioni italiane.
Dal punto di vista qualitativo quanto sta incidendo la cimice asiatica?
La cimice asiatica si può davvero definire come ‘insetto chiave’ del nocciolo. L’ impatto sulla qualità delle nocciole si è già visto la scorsa stagione: in alcuni areali, di forte presenza dell’insetto (carrucese, fossanese, monregalese e parte dell’albese) si è arrivati a percentuali di cimiciato del 13-15% (valori elevati che fanno ricordare il periodo ante 2000 prima che si partisse con monitoraggi territoriali e bollettini mirati di intervento). Agrion, in collaborazione con i tecnici dell’assistenza di base, oltre a monitorare (frappage e trappole) la presenza dell’insetto nell’areale corilicolo piemontese ha impostato prove di efficacia con uso di differenti insetticidi e metodi di contenimento spazio temporali (tecnica attract&kill) con lo scopo di ridurre la superficie trattata e di conseguenza l’impatto su operatore ed ambiente. In questa annata, a causa anche delle elevate temperature che favoriscono la prolificità dell’insetto, ci aspettiamo che le percentuali di cimiciato siano nuovamente significative. E’ stata inoltre avviata una importante collaborazione con il gruppo Ferrero con l’obiettivo di mettere a punto metodi di difesa efficaci per contenere i danni causati dalla cimice asiatica (leggi l’articolo).
In Piemonte la stagione è stata decisamente avara di piogge: questo ha in qualche modo inciso anche sulla coltura del nocciolo?
Il nocciolo non è pianta idrovora, anche se avrebbe bisogno di almeno 800 mm acqua/anno distribuiti in modo omogeneo nel corso della stagione. Purtroppo succede, ormai da qualche anno, che ci siano episodi quasi alluvionali in tardo autunno o inizio primavera e poi si registrino mesi (maggio-settembre) fortemente siccitosi. La mancanza di acqua nella fase di ingrossamento del frutto sicuramente ne riduce le dimensioni e quindi può influire negativamente sulla resa in sgusciato, situazione che potrebbe verificarsi quest’anno.
Campania
Dott. Alessandro Simeone – Responsabile Tecnico OP Cerere
Come si prospetta la produzione di nocciole quest’anno in Campania?
Quest’anno le condizioni climatiche stanno condizionando fortemente la produzione corilicola, che era partita con le giuste condizioni di freddo, utili nel periodo di fioritura, ma che si è vista rideterminata prima a causa di una leggera gelata primaverile, che poco ha toccato le colture napoletane e casertane, dal vento di fine giugno nell’avellinese e salernitano e poi da questo periodo di siccità che oramai dura da mesi. Giusto come ordine di idee, nel 2016 le stazioni meteo della nostra cooperativa hanno registrato mediamente 500 mm di pioggia dall’inizio dell’anno. Quest’anno, nel medesimo arco temporale, abbiamo registrato 280 mm di pioggia. Valori negativamente eccezionali per una coltura che abbisogna di almeno 800 mm di pioggia annui e soprattutto la presenza di acqua nel periodo di ingrossamento del frutto è fondamentale. Fare un discorso di rese è molto difficile ed è prematuro. Qualitativamente abbiamo registrato la presenza di pochissime cimici, molte di meno rispetto all’anno scorso. Ad oggi i campionamenti hanno rilevato una scarsissima presenza di cimiciato, il che non ci deve far abbassare la guardia rispetto ad un ritorno di gonocero. In definitiva ci attendiamo una buona qualità ed una resa non a livelli dell’anno scorso.
C’è stata qualche problematica fitopatologica che si è evidenziata in modo particolare?
Abbiamo registrato nel napoletano e basso avellinese una forte cascola di giugno, causata da problemi fitopatologici, ma nulla in particolare. Da quest’anno abbiamo cominciato a sistemare trappole specifiche per il monitoraggio della cimice asiatica ed allertato i nostri produttori nel segnalare la sua presenza, che speriamo il più tardiva possibile.
Lazio
Dott. Benedetto Valentini – Responsabile Tecnico Assofrutti
Come si prospetta la produzione di nocciole quest’anno in Lazio?
Quest’anno la produzione sarà variabile in funzione della gelata verificatasi ad aprile. A causa di ciò si è verificata una cascola precoce dei frutticini nelle zone fortemente colpite ed una cascola tardiva, nel mese di luglio, nelle zone meno colpite. A livello qualitativo bisognerà vedere quanto ha inciso, per contro, la siccità (solo 150 mm di pioggia dal mese di gennaio) sui calibri e sul raggrinzito.
Sono stati segnalati danni prima da gelo ai quali si sono poi aggiunti quelli da siccità e causati dal vento: quanto hanno inciso queste condizioni avverse?
Come già detto la gelata e la siccità, unite al vento di luglio hanno avuto di sicuro una incidenza negativa sulla produzione: si stima infatti una diminuzione del raccolto intorno al 50% rispetto all’anno precedente.
Oltre alla stagione meteorologicamente sfavorevole c’è stata qualche problematica fitopatologica che si è evidenziata in modo particolare?
No, ad eccezione di attacchi precoci di cimici monitorati dal servizio di assistenza tecnica e tenuti sotto controllo con interventi mirati.
Copyright: nocciolare.it