Diserbo del nocciolo: la novità 2024 si chiama Brixton

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L’erbicida di Sipcam Italia, a base di cletodim, permette di controllare le principali infestanti graminacee annuali e perenni, incluse quelle resistenti ad altre famiglie chimiche 

Autorizzato nell’ottobre 2023, Brixton è il nuovo erbicida di Sipcam Italia dedicato alla corilicoltura. Oltre che su nocciolo, Brixton è applicabile con successo anche in viticoltura, in frutticoltura, su colture orticole, nonché su soia, riso, patata, pomodoro e colza.

Unico formulato a base di cletodim attualmente autorizzato su nocciolo, nel suo spettro d’azione abbraccia le principali infestanti graminacee annuali e perenni, incluse le malerbe divenute resistenti a glifosate, una su tutte il loglio. Formulato come concentrato emulsionabile a 180 grammi per litro di sostanza attiva, Brixton risulta pratico da dosare e non necessita dell’aggiunta di alcun bagnante, poiché contiene già uno specifico coformulante capace di migliorarne l’omogeneità di distribuzione sulle infestanti e la veloce penetrazione nei tessuti fogliari.

Una volta applicato Brixton viene infatti assorbito velocemente e quindi traslocato a radici e parti aree ove agirà inibendo l’enzima Acetil-CoA Carbossilasi. Spiccata infatti la sua sistemia, aspetto che lo rende ideale per i trattamenti di post emergenza delle malerbe. Fra le specie sensibili a Brixton figurano graminacee come Loglio, Avena, forasacco, gramigna, sanguinella, giavoni, coda di volpe, orzo selvatico, falaride, fienarola, lisca, pabbio, panico, sorghetta ed eventuali ricacci di cereali.

Dosi e consigli di impiego

Circa il posizionamento tecnico e le dosi di impiego, Brixton può essere applicato nei corileti sino al pre-raccolta, intervenendo quando le infestanti si mostrino ai loro primi stadi di sviluppo. La finestra ottimale di impiego va infatti dalla fase di 2-3 foglie vere sino a inizio accestimento. Su nocciolo è permesso un trattamento all’anno alla dose massima di 1,33 litri per ettaro, focalizzando l’applicazione al sottochioma per un massimo del 30% della superficie dell’impianto.

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