Come sta andando la fioritura del nocciolo in Italia?

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Il nocciolo si caratterizza per alcune peculiarità della sua fioritura. Oltre ad essere autoincompatibile, cioè il polline prodotto da una pianta non è in grado di fecondare i fiori femminili della stessa e di altre della identica varietà, fiorisce in pieno inverno e tra impollinazione e fecondazione intercorrono alcuni mesi. Così tra fioritura e raccolta normalmente passano circa 7 mesi, un lungo intervallo di tempo durante il quale diversi fattori avversi di natura biotica (malattie, insetti), come abiotica (gelate, grandinate, siccità) oppure la cascola fisiologica possono compromettere il risultato finale.

Comunque un’ abbondante fioritura non disturbata dal cattivo tempo è un buon punto di partenza e una premessa indispensabile per un buon raccolto.

Abbiamo pertanto pensato di verificare l’andamento della fioritura in questo scorcio d’inverno 2023, intervistando alcuni tecnici corilicoli che seguono questa coltura nelle diverse aree produttive.

Foto NocciolaRe

Per il Piemonte abbiamo intervistato Maria Corte e Simone Bardella della Divisione Corilicoltura di Agrion.

Come è andata finora la fioritura del nocciolo in Piemonte?

Gli amenti hanno iniziato a rilasciare polline ed allungarsi già a fine novembre dello scorso anno mentre la comparsa degli stigmi (i ciuffetti rossi tipici dei fiori femminili) è iniziata ad inizio gennaio ed è ancora in corso ad inizio febbraio. La fioritura sembra buona anche se la situazione varia da zona a zona e ci auguriamo che sia di buon auspicio per il proseguo della stagione.

Si sono verificate avversità climatiche che in qualche modo hanno ostacolato l’impollinazione?

La scarsità di precipitazioni è sicuramente l’avversità climatica con cui stiamo facendo i conti nell’ultimo anno in particolare. La mancanza di acqua nel lungo periodo contribuisce a stressare le piante, ma non ha influenza diretta sull’impollinazione che trova le condizioni ideali con tempo asciutto e leggera ventosità. Abbiamo comunque bisogno di acqua e neve in modo che le piante possano tornare a sviluppare il proprio ciclo vegetativo in maniera normale, garantendo una corretta fioritura, impollinazione ed allegagione ma soprattutto una adeguata produzione sia dal punto di vista della quantità ma anche della qualità delle nocciole.

Nei nuovi impianti è diventata prassi usuale l’inserimento di impollinatori oppure i corilicoltori continuano ancora ad affidarsi all’impollinazione da parte dei noccioli selvatici?

In Piemonte prosegue il trend di crescita di nuovi impianti (+5% crescita media rispetto allo scorso anno) e in particolar modo in queste situazioni vengono inserite piante impollinatrici, normalmente disposte in file separate dalla cultivar principale, per consentire un buon apporto di polline all’interno dell’impianto e una separazione delle nocciole appartenenti alle diverse varietà durante la fase di raccolta. Negli impianti delle zone più ‘storiche’ un contributo lo danno anche le piante spontanee, i cosiddetti “selvatici” anche se la fioritura di queste non è omogenea come quella degli impollinatori.

Foto Assofrutti

Per le aree corilicole del Lazio Giacomo Santinelli e Benedetto Valentini e dell’Ufficio agronomico Assofrutti, ci informano che nella stagione in corso il polline prodotto e rilasciato dalle cultivar Nocchione, Tonda Gentile Romana e Tonda di Giffoni non è stato particolarmente abbondante, probabilmente a causa del non completo soddisfacimento del freddo durante la fase di riposo invernale delle piante. Il fabbisogno in freddo per gli amenti delle cultivar sopra citate è di circa 500-600 ore di temperature inferiori a +7° C. Altro fattore determinante, soprattutto negli impianti non irrigui, è stata la siccità del 2022, che ha limitato significativamente lo sviluppo vegetativo della pianta compromettendo la frequenza delle gemme indotte a fiore.

Nei nuovi impianti consigliamo di inserire gli impollinatori anche nelle zone estremamente vocate, dove la disponibilità di polline a differente espressione allelica rilasciato dal popolamento dei noccioli selvatici (wild) presenti nelle bordure dei boschi di latifoglie garantisce l’impollinazione incrociata nei corileti commerciali.

Foto Assofrutti

La situazione della Campania ci è descritta da Francesco Napolitano, responsabile tecnico dell’OP Cerere.

Come è andata finora la fioritura del nocciolo in Campania?

In Campania, in questo periodo, siamo in piena fase di impollinazione, soprattutto per le cv tardive.

Purtroppo, però, c’è da sottolineare che in quasi tutti gli areali corilicoli, nonostante una buona presenza di fiori femminili, la presenza degli amenti (fiori maschili) è pressoché assente. Nonostante l’andamento climatico asciutto registrato finora sia un fattore positivo per lo spostamento del polline anche a grandi distanze, la cosa desta non poca preoccupazione tra i produttori di nocciole campani dato che la mancanza di amenti si traduce in una netta mancanza di polline circolante e quindi in una mancata impollinazione.

Tecnicamente, la mancata presenza di amenti può essere attribuita a tanti fattori, tra cui il prolungato periodo di siccità verificatosi tra maggio e settembre dello scorso anno. In questo periodo, infatti, sulla pianta si creano le nuove gemme alla base dei piccioli delle foglie: sulla base delle condizioni (di sofferenza o meno) in cui viene a trovarsi la pianta, si differenziano più o meno gemme a fiore. Sulla scorta di quanto detto, lo stress creato dalla siccità alla pianta può essere stato fattore   determinante nella mancata differenziazione delle gemme in futuri amenti.

Foto Francesco Napolitano

Si sono verificate avversità climatiche che in qualche modo hanno ostacolato l’impollinazione?

A parte brevi periodi di pioggia, l’andamento climatico non ha fatto registrare particolari casi avversi all’impollinazione. In questa fase, le temperature registrate non hanno creato particolari preoccupazioni, nonostante siano scese al di sotto dello “zero”, ma risultate sempre nei limiti di tolleranza vitale degli organi riproduttivi del nocciolo.

Nei   nuovi   impianti   è   diventata   prassi   usuale   l’inserimento   di   impollinatori   oppure   i   corilicoltori continuano ancora ad affidarsi all’impollinazione da parte dei noccioli selvatici?

L’approccio ai nuovi impianti di nocciole deve prevedere una sufficiente quota di impollinatori: solitamente si consiglia di inserire dal 10 al 20% di piante di una cv impollinatrice compatibile con la varietà principale.

Questa scelta garantisce una buona presenza di polline all’interno del futuro noccioleto e quindi ci si assicura   che   avvenga   regolarmente   l’impollinazione   incrociata.   Purtroppo   gli   impianti   tradizionali rappresentano  ancora una  buona  fetta della  corilicoltura  campana, per cui  in  quel  caso  ci si  affida all’impollinazione da parte dei noccioli selvatici presenti nelle aree incolte circostanti, lungo le siepi o nei boschi che caratterizzano le formazioni montuose nelle diverse aree.

Copyright: NocciolaRe

Pubblicato: 23-02-2023

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