Il brownstain disorder (macchia scura delle nocciole) e la cascola pre-raccolta

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Fenomeno sempre in agguato, può causare ingenti perdite di prodotto. La cascola dei frutti avviene in luglio per una mancata allegagione nel mese di giugno.

La cascola pre-raccolta delle nocciole si manifesta in forme distinte, riconducibili a cause diverse.

  • Brownstain: il frutto presenta macchie scure, da cui esce un essudato nerastro, all’interno il tessuto è spugnoso.
  • Gusci vuoti: il frutto si sviluppa normalmente, ma all’interno manca il seme, o abortisce prima dello sviluppo. Sul guscio non compaiono sintomi particolari.
  • Aborto (vuoto traumatico): dovuto alle punture precoci delle cimici.

Il brownstain disorder si manifesta con una certa frequenza in Piemonte. Nel 2019 ha danneggiato seriamente il raccolto, pur con grande disformità da zona a zona. La varietà Tonda Gentile Trilobata si è rivelata particolarmente sensibile.

Ho chiesto al Dott. Silvio Pellegrino, della Società di consulenza AgroTeamConsulting specializzata sul nocciolo, di aggiornarci in merito alle più recenti acquisizioni della ricerca scientifica, capire le basi fisiologiche del problema e fornire indicazioni sugli interventi che possano migliorare la situazione.

Di cosa si tratta?

La cascola fisiologica a macchie brune si verifica da fine giugno a luglio inoltrato. Sui frutti compaiono degli imbrunimenti a macchia (in inglese “brownstain disorder”), da cui fuoriescono gocce di essudato nerastro. I frutti cadono a terra ancora avvolti nelle cupole. Dentro, il seme è abortito, il guscio è vuoto oppure riempito di un tessuto spugnoso, acquoso e imbrunito. 

Che cosa è successo?

La fecondazione non è avvenuta (l’ovario non è stato fecondato), oppure il seme è abortito nei giorni successivi. Perché a giugno, se l’impollinazione è avvenuta a febbraio?

L’impollinazione del nocciolo avviene tra gennaio e febbraio, quando il polline delle varietà impollinatrici si posa sugli stimmi (rossi) dei fiori femminili della varietà principale. In quel momento l’ovario non è ancora pronto. Il tubetto pollinico impiega circa quattro mesi per arrivare a fecondare gli ovuli (fine maggio/inizio giugno), che nel frattempo hanno completato lo sviluppo.

Il seme comincia a vedersi nella seconda metà di giugno. I frutti si sviluppano e continuano a crescere di dimensione, anche se all’interno non si è ancora formato il seme.

Il mese di giugno rappresenta un periodo molto delicato, basta un niente per mandare all’aria tutto il processo. Si tratta di un fenomeno complesso. C’è anche una componente varietale: purtroppo la Tonda Gentile Trilobata, probabilmente a causa di sue anomalie genetiche, è una delle varietà più soggette a cascola.

Le cause

  • Stress termici e luminosi

Le cause scatenanti sono da imputare a periodi freddi e piovosi durante o subito dopo la fecondazione. Negli ambienti corilicoli piemontesi questo periodo va solitamente da inizio maggio a metà giugno.

In particolare, gli sbalzi termici – alternanza di giornate fredde a bolle di calore – determinano ondate di crescita seguite da bruschi arresti vegetativi. L’accelerazione del ritmo di divisione/accrescimento cellulare aumenta il fabbisogno di nutrienti. Si determinano situazioni di carenza temporanea, localizzata a livello degli organi riproduttivi.

Inoltre, cielo coperto/maltempo prolungato provocano un effetto ombreggiamento sull’attività fotosintetica. Si innesca una cascata di segnali interni alla pianta (fitoregolatori) che può portare il messaggio “scaricare le stive”. La pianta bada a sopravvivere, a scapito della produzione annuale (sa che potrà ritentare negli anni successivi).

  • Squilibri nutrizionali

I tessuti del frutticino in formazione si sviluppano tumultuosamente. È necessario che abbiano a disposizione tutti gli elementi nutritivi per la crescita.

In questa fase contano di più gli equilibri che non i valori assoluti. Ad esempio, troppo azoto provoca un eccessivo vigore dei germogli. Questi dirottano su di sé le sostanze nutritive normalmente destinate alla zona riproduttiva. Si creano così carenze localizzate a livello dei frutticini.

Sull’andamento climatico non possiamo intervenire, ma possiamo mitigare il suo impatto sugli equilibri nutrizionali.

Gli elementi da tenere d’occhio in questo periodo

In questa fase svolgono un ruolo chiave Azoto, Boro e Potassio. Non possiamo permetterci carenze di nessuno dei tre elementi, ma attenzione anche agli eccessi.

  • L’Azoto (N) è il motore dello sviluppo vegetativo. Se la pianta è stentata (vegetazione rada, color verde-pallido, germogli corti, foglie piccole e non distese…) non riuscirà a sostenere una produzione importante come quella che oggi potremmo vedere sulla pianta.
  • Il Boro (B) è il microelemento maggiormente coinvolto nella biologia della fecondazione/allegagione. Può essere apportato con lo Zinco nella concimazione autunnale, in modo che si accumuli come riserva nelle gemme a fiore. Nelle zone soggette a cascola è necessario monitorarlo con analisi fogliare e, se necessario, ripetere l’intervento tra fine aprile – maggio.
  • La ricerca ha evidenziato una stretta correlazione tra cascola delle nocciole e carenza di Potassio (K) nel periodo della fecondazione.

Come intervenire

Per ottimizzare il contenuto degli elementi nutritivi, si possono integrare eventuali carenze con la fertilizzazione fogliare. Si tratta di interventi di precisione, da calibrare sulla scorta di un’analisi fogliare. In assenza, è utile l’osservazione diretta dello stato vegetativo e lo storico dell’appezzamento. Sono da preferire i formulati a base amminoacidica e/o derivati di alghe, per le modalità di veicolazione degli elementi nutritivi. L’importante è dosare gli apporti sulla base degli effettivi fabbisogni della coltura.

Lorenzo Traversa
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Lorenzo Traversa
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