Il Tavolo corilicolo nazionale era stato chiesto a gran voce dagli stakeholders del settore per disporre di uno strumento di governance e di rilancio di tutta la filiera. Questa negli ultimi anni ha conosciuto una inedita dinamicità grazie all’aumentata domanda del prodotto a cui hanno fatto seguito alcune importanti iniziative da parte di industrie dolciarie volte ad aumentare la produzione nazionale nell’ottica di differenziare gli approvvigionamenti.
L’insediamento del Tavolo è avvenuto nell’aprile 2021 presso il Ministero della Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, e attualmente, a un anno di distanza, gli operatori del settore si interrogano sullo stato di avanzamento dei lavori.
A tal proposito abbiamo intervistato il dr. Alberto Manzo funzionario del Ministero e coordinatore operativo dei gruppi di lavoro in cui si articola il Tavolo.
Dr. Manzo, qual è il programma dei lavori del Tavolo corilicolo nazionale? Inoltre qual è attualmente lo stato di avanzamento degli stessi nonchè il prossimo obiettivo che vi prefiggete di raggiungere?
Il Tavolo ha il compito di redigere il nuovo Piano di settore che costituirà lo strumento di rilancio di tutta la filiera corilicola nazionale. Per ottimizzarne i risultati, iI Tavolo è strutturato al proprio interno in tre Gruppi di lavoro e quattro Sottogruppi per materie di competenza:
- Il Gruppo di lavoro 1 si occupa di “Commercializzazione, problematiche economiche e organizzative delle aziende”.
- Il Gruppo di lavoro 2 “Tecniche di produzione, ricerca, difesa e ambiente” a sua volta è articolato in quattro sottogruppi: sottogruppo 2.1 “Meccanizzazione – post raccolta, fonti rinnovabili e agricoltura digitale”; sottogruppo 2.2 “Tecniche colturali, miglioramento genetico e cambiamenti climatici”; sottogruppo 2.3 “Difesa e avversità ” e sottogruppo 2.4 “Vocazionalità ambientale, paesaggio e scelte varietali”
- Infine il Gruppo 3 è competente su “Marketing territoriale, valorizzazione e tracciabilità”.
Per ogni Gruppo e sottogruppo sono stati designati i coordinatori che hanno provveduto unitamente agli esperti dei gruppi a predisporre i documenti di competenza.
Detti documenti sono stati finalmente assemblati in un documento sintetico ed un allegato tecnico che costituiscono il Piano di settore corilicolo aggiornato, ovviamente il primo documento rappresenta un quadro sintetico delle criticità e delle eventuali soluzioni con obiettivi da raggiungere, il secondo è più ampio ed approfondisce in modo estensivo le tematiche illustrando ogni aspetto tecnico in maniera esaustiva.
Entrambi i documenti sono stati già assemblati e prossimamente il Tavolo di filiera della frutta in guscio sez. nocciole verrà convocato per la ratifica finale al fine di trasmetterlo alla Conferenza Permanente tra lo Stato le Regioni e le Provincie Autonome per la definitiva approvazione politica.
Dobbiamo attenderci un Piano di settore che, fatte le debite modifiche e gli aggiornamenti, ricalcherà a grosse linee quelle del precedente risalente al 2010-2012 oppure è già possibile prevedere significative innovazioni?
Sicuramente il nuovo Piano sarà molto più operativo e avrà una valenza fortemente programmatica perché, come ho accennato prima, evidenzierà le criticità del settore e individuerà gli obiettivi per superarle. Peraltro sarà un documento molto più mirato del precedente che terrà conto dei notevoli cambiamenti a cui è andato incontro il comparto nell’ultimo decennio e della profonda evoluzione avvenuta non solo a livello nazionale ma anche internazionale.
Nel corso dei lavori si sono manifestate delle difficoltà che possono aver prodotto dei rallentamenti?
Le difficoltà sono derivate soprattutto dalla carenza di dati statistici aggiornati su aziende e superfici coltivate in tutte le regioni italiane. In particolare queste informazioni sono indispensabili per una corretta programmazione delle politiche di filiera, a maggior ragione alla luce della espansione che la coltura ha conosciuto in questi ultimi anni non solo nelle Regioni tradizionalmente produttrici ma soprattutto in quelle di recente introduzione del nocciolo.
A questo proposito è fondamentale il ruolo delle Regioni che devono aggiornare annualmente i loro data base coordinandosi con il Ministero e con gli Enti deputati a raccogliere tali informazioni (Agea, Istat).
Sono già state iscritte a bilancio delle risorse finanziarie per l’attuazione dei progetti o comunque esistono delle previsioni finanziarie di massima, anche per agevolare le nostre produzioni rispetto alla crescente concorrenza dall’estero?
Nell’ultima legge finanziaria sono previsti fondi specifici per il settore corilicolo. Dal 2022 al 2024 ai sensi del comma 861 dell’art.1 della legge finanziaria sono riservati € 300.000 all’anno per la corilicoltura. Il Tavolo dopo l’approvazione del Piano di settore dovrà decidere le priorità di assegnazione. Fermo restando che per tutto il comparto della frutta in guscio sono già previsti fondi per le campagne di promozione, destinati alle Associazioni dei produttori, ed attività di ricerca a livello nazionale attraverso il decreto filiere (in applicazione dell’art.1 comma 138 Legge 30 dicembre 2020 n.178).
Inoltre la legge finanziaria del 2021, in prosecuzione del decreto sopra richiamato prevede in bilancio altri fondi per tutta la frutta in guscio, ovvero i comparti produttivi come la mandorla, il pistacchio, ed il castagno oltre che il noce i quali non hanno mai ricevuto fondi mirati.
Questo è il quadro delle risorse statali, ma è fortemente auspicabile che anche le Regioni dal canto loro mettano a disposizione altri fondi propri per il perseguimento degli obiettivi individuati dal Piano di settore nazionale, operando sinergie virtuose per il potenziamento della frutta in guscio italiana al fine di garantire la competitività del settore rispetto alle importazioni estere attraverso la qualità che ha sempre contraddistinto le nostre produzioni.
Come si conciliano all’interno del Tavolo di lavoro le esigenze di una produzione “industriale” di nocciole e la valorizzazione delle tipicità locali?
Ci rendiamo conto tutti che una delle sfide del Piano è anche quella di riuscire a conciliare queste due esigenze che solo apparentemente sono in contrasto tra di loro perché in realtà vanno a soddisfare segmenti diversi della domanda di nocciole. Se da un lato occorre soddisfare la sempre crescente domanda da parte dell’industria trasformatrice dall’altra bisogna tutelare le eccellenze rappresentate dalle tipicità del nostro territorio ovvero le produzioni DOP e IGP che comunque soffrono della competizione estera.
Molto importante a questo proposito è l’informazione al consumatore che deve essere educato a riconoscere la qualità ed essere disposto a remunerarla maggiormente. Quest’ultimo argomento è stato evidenziato al meglio dal Gruppo di lavoro “Marketing territoriale, valorizzazione e tracciabilità”.
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Pubblicato: 07-04-2022