Balanino del nocciolo, necessaria la difesa integrata

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Nocciolo in espansione in molte regioni italiane. Tra le problematiche fitosanitarie con cui occorre familiarizzare il balanino (Curculio nucum) occupa una posizione di rilievo. I principi attivi utilizzabili e le strategie di prevenzione biologica

Con il secondo posto a livello mondiale per la produzione di nocciole, l’Italia riveste un ruolo fondamentale nella coltivazione di tale frutto.

In questo scenario, il Centro Italia occupa una posizione rilevante che, fino a qualche anno fa, interessava quasi esclusivamente il Lazio.

Negli ultimi anni, a seguito della crescente richiesta di prodotto, soprattutto da parte dell’industria dolciaria, anche Regioni che avevano avuto un ruolo marginale quali Abruzzo, Molise, Umbria, Toscana, stanno avviando la coltivazione di questo frutto.

Le problematiche fitosanitarie del nocciolo sono molteplici, tuttavia, tra di esse, il balanino (Curculio nucum) continua ad essere di primaria importanza per il Centro-Sud Italia.

Ciclo biologico del balanino del nocciolo

Il balanino del nocciolo è un coleottero curculionide, il cui adulto è lungo circa un centimetro ed è caratterizzato da un lungo rostro al cui apice è presente l’apparato boccale. L’insetto è ricoperto da una tipica pubescenza color ruggine.

Le femmine, una volta avvenuto l’accoppiamento, da maggio a metà luglio, scavano con il rostro una piccola cavità nelle nocciole dove depongono le uova. Ogni femmina depone 20-30 uova e le larve, nate dopo un periodo di incubazione di 8-10 giorni, iniziano a nutrirsi del seme.

Una volta raggiunta la maturità, forano il pericarpo legnoso e si lasciano cadere al suolo per interrarsi e trascorrere l’inverno in una celletta, a circa 10-20 cm di profondità. In primavera le larve si impupano e, dalla metà di maggio, si rinvengono gli adulti sulle chiome.

I danni dell’insetto

I danni sono causati essenzialmente dall’attività di nutrizione delle larve e la gravità del danno varia di anno in anno. Sulle giovani nocciole perforate dalle femmine per l’ovideposizione, il danno si manifesta con la caduta precoce di gran parte dei frutti.

I frutti attaccati sono completamente danneggiati dalle larve e risultano non commerciabili.

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Autore: Luciano A. Crivelli

Copyright: terraevita.edagricole.it

Pubblicato 04-11-2020

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