Novità editoriale: COLTIVARE IL NOCCIOLO – Impianto e gestione del corileto da reddito

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Edizioni L’Informatore Agrario ha dato recentemente alle stampe COLTIVARE IL NOCCIOLO – Impianto e gestione del corileto da reddito, manuale tecnico scritto da Alessandro Roversi, già professore di Coltivazioni Arboree presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e uno dei massimi esperti italiani nella coltivazione del nocciolo.

L’attenzione del mondo agricolo per questo fruttifero è in continua crescita per merito delle interessanti prospettive economiche che sembra garantire a causa dello squilibrio tra domanda e offerta esistente a livello mondiale e destinato ad accrescersi nel tempo, soprattutto dopo l’ingresso della Cina sul mercato.

Abbiamo chiesto al prof. Roversi alcune anticipazioni sui contenuti.

Prof. Roversi può presentarci per sommi capi i contenuti del nuovo manuale e dirci In particolare a chi è rivolto?

Nel manuale affronto di tutti quegli aspetti della coltivazione del nocciolo che potrebbero interessare tanto il corilicoltore quanto gli appassionati, nonché gli eventuali studenti che vorrebbero superare i pur buoni o eccellenti contenuti dei normali corsi universitari. Partendo da quanto la storia e la geografia ci offrono circa l’origine e la diffusione della specie, ho voluto affrontare nel dettaglio quanto può interessare dalla propagazione al vivaismo, all’impianto e alle diverse cure colturali necessarie nel corso dei 30-35 anni di durata della vita economica del noccioleto o corileto.

Credo che il presente volume, pur non volendo certamente sostituirsi alla meritoria azione dei tecnici delle Organizzazioni di Categoria che operano sul territorio, potrà aggiungere nuovi punti di vista spesso frutto di apposite indagini sperimentali condotte sovente proprio nelle aziende di appassionati corilicoltori locali.

Sappiamo che Lei ha una lunga esperienza anche in campo vivaistico. Nel suo libro oltre a trattare approfonditamente l’argomento della propagazione, ha dedicato specifici approfondimenti a due particolari argomenti di grande attualità quali l’innesto delle varietà nostrane sul nocciolo di Costantinopoli (Corylus colurna) e l’importanza della certificazione nella filiera vivaistica.

Per il momento le barbatelle innestate non sembrano aver incontrato l’interesse dei corilicoltori, nonostante i brillanti risultati ottenuti in Serbia che diversi coltivatori piemontesi hanno avuto modo di osservare personalmente. Si tratta di una tecnologia innovativa che comunque in questi ultimi 2-3 anni è già stata adottata da vivaisti italiani. L’innesto, a doppio spacco inglese, su semenzali di 1-2 anni si effettua direttamente in vivaio, senza la forzatura tipica degli innesti-talea della vite e del noce.

Frequentando abbastanza assiduamente i corilicoltori delle Langhe e del Monferrato, ho avuto la spiacevole sensazione che, per un non scarso numero di essi più che alla certificazione genetico-sanitaria delle barbatelle, il preminente interesse fosse rivolto al costo delle stesse. Mi è anche capitato di veder offerti piantini di nocciolo ad un prezzo di circa un quarto rispetto a quello corrente.

L’introduzione di controlli per la certificazione della filiera vivaistica dovrebbe porre fine a questo increscioso stato di cose. In merito ho preferito dare la parola al ad un vero esperto del settore, il dottor Alberto Manzo, funzionario tecnico del MIPAAF che ha stilato un chiaro e documentato testo da inserire nel mio volume.

È da decenni che si parla dell’innesto su piede non pollonifero; ritiene che i tempi siano finalmente maturi per la diffusione nella pratica vivaistica di questa tecnica?

Suggerimenti e consigli in merito a futuri impianti di nocciolo con barbatelle innestate, senza il conforto di sperimentazioni italiane, sarebbero davvero poco opportuni. Credo comunque che la corilicoltura italiana, pur in concorrenza con l’impiego di materiale micro propagato, possa dare spazio all’impiego di barbatelle innestate nei nuovi impianti.

Nella filiera vivaistica in quest’ultimo decennio a livello nazionale si sono fatti dei significativi passi avanti sia sotto il profilo normativo che tecnico. Cosa resta ancora da fare a suo avviso a questo proposito?

Avendo avuto la possibilità di frequentare vivai corilicoli stranieri (Stati Uniti, Cile, Serbia, Turchia e Romania), mi pare di poter affermare che il vivaismo corilicolo italiano si è evoluto facendo passi da gigante e raggiungendo obiettivi tecnici e professionali assai competitivi. Al momento siamo l’unico Paese produttore di nocciole in grado di offrire ai coltivatori barbatelle di ottima qualità e con una certificazione genetico-sanitaria garantita dallo Stato. Purtroppo non si è ancora riusciti ad eliminare una larga schiera di individui, senz’arte né parte, che continuano a immettere sul mercato materiale corilicolo di dubbia origine e a venderlo, ovviamente, senza certificazione alcuna!

La sua lunga esperienza come docente e ricercatore in che modo Le è stata utile nella stesura di questo nuovo manuale?

Non pretendo di insegnare niente a nessuno, ma ho ritenuto utile travasare in un volume la massa di informazioni tecnico-scientifiche, teoriche o applicative, di tecniche colturali innovative, di possibili nuovi interventi operativi e delle prospettive offerte dal progresso tecnologico che ho potuto raccogliere grazie alla mia carriera universitaria e ai lunghi anni trascorsi nei vivai e nei noccioleti in Italia e in numerosi altri Paesi stranieri.

Scarica la locandina di presentazione del libro

Acquista il libro sul sito EDIZIONI L’INFORMATORE AGRARIO

Pubblicato 02-03-2020

Copyright: NocciolaRe

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