La nocciola Tapparona vanta una tradizione antica e caratteristiche di eccellenza
Coltivata da secoli tra i magnifici scenari delle Valli Sturla, Graveglia
e Fontanabuona, in un territorio che ricade all’interno del bel
Parco Naturale Regionale dell’Aveto, la nocciola è
una vera eccellenza della tradizione gastronomica dell’entroterra
chiavarese
LA TRADIZIONE
E’ almeno dal XV secolo che la
coltivazione del nocciolo nel territorio dell’entroterra chiavarese rappresenta
un’importante risorsa economica. Risalgono, infatti, al tardo Medioevo le prime testimonianze documentali
che attestano la pratica di questa attività in un periodo compreso tra l’inizio
e la fine del XVI scolo. Si
tratta di una serie di atti notarili appartenenti
al fondo archivistico notarile di Chiavari seguiti
da altri documenti redatti nei secoli successivi in cui si fa riferimento al
ruolo di predominanza di questa coltura nell’economia locale, specialmente nei comuni di Mezzanego e, in parte,
di San Colombano. Intorno alla metà del secolo scorso
la coltivazione del nocciolo ha conosciuto un periodo di tale prosperità da
soppiantare, in parte, quella del castagno, funestata da serie fitopatologie
che avevano colpito numerosi alberi. Oggi, specialmente nella zona nord-orientale della Valle Sturla, nel cuore
del Parco Naturale Regionale dell’Aveto, nonostante il progressivo abbandono
delle colture, questi frutti rappresentano una vera
eccellenza della tradizione locale, basti pensare che vengono
celebrati ogni anno con una festa a loro dedicata.
LA DENOMINAZIONE
Con la denominazione Nocciolo Tapparona viene
identificata una cultivar di origine locale che,
per le sue caratteristiche peculiari ed il legame con il territorio di
produzione, ha meritato l’inserimento nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT).
LE CARATTERISTICHE
I noccioli locali sono alberi vigorosi,
a rapido sviluppo e a produzione costante. Il tronco, dalla corteccia liscia e
di colore marrone grigiastro, sorregge una chioma ampia tra le cui fronde
crescono frutti di peso elevato e forma allungata che
vantano una buona resa alla sgusciatura. La
scarsa pelabilità la rende, però, poco adatta alla trasformazione industriale,
pertanto viene commercializzata prevalentemente come frutto da guscio, ma anche
sgusciata, in granella e in pasta.
LA PRODUZIONE
Il raccolto viene effettuato a mano. La Tapparona (dal frutto allungato e
appiattito), assieme alle cultivar Del Rosso (dal frutto tondeggiante) e
Dall’Orto (dal guscio sottile) in percentuale rispettivamente del 16%, 17% e
55%, ed altre varietà minori, in percentuale del 12%, vengono utilizzate per
ottenere quello che in commercio viene chiamato Misto Chiavari.
LA CULTURA
A riprova della lunga tradizione che caratterizza la coltivazione delle
nocciole, in alcune zone del territorio di produzione si erano progressivamente
diffusi mestieri tradizionali legati a questa attività. In Val Carnella, ad esempio, nel comune di Mezzanego,
lo stesso in cui ogni anno viene organizzata la sagra dedicata al prodotto, si
usava realizzare le tipiche collane di nocciole chiamate“reste”.
IN CUCINA
Utilizzate soprattutto per la preparazione di numerosi dolci, le nocciole in questa zona vengono
impiegate anche per preparare la deliziosa salsa di nocciole,
dalla consistenza cremosa ed il gusto delicato, ideale per condire la pasta e,
soprattutto, i saporiti pansotti e
i ravioli di magro.
Eleonora Autilio
Pubblicato 24/05/2019
Fonte: turismo.it