Il 30 settembre si è tenuto l’annuale incontro bilaterale sulle nocciole tra i Paesi dell’Unione Europea e la Turchia. Si tratta di un importante appuntamento per l’approfondimento degli andamenti produttivi del settore e per il confronto sull’armonizzazione delle regole fra UE e Turchia, al quale prendono parte delegazioni di Turchia, Italia, Francia, Spagna e rappresentanti della DG Agri della Commissione Europea.
Uno dei temi “caldi” è stato quello del significativo calo produttivo registrato in Italia (45.000/48.000 tonnellate a fronte delle 136.000 dell’anno precedente) sul quale – ad avviso di Agrinsieme – hanno pesato i sempre più evidenti effetti del cambiamento climatico e l’anomalo andamento meteo, caratterizzato da gelate primaverili, prolungata siccità, temperature superiori alla media stagionale e scarsa impollinazione, insieme agli attacchi di cimici e quelli sempre crescenti causati dalla fauna selvatica. Le conseguenze sulla redditività delle imprese sono purtroppo evidenti.
“In Italia siamo passati da 136.000 tonnellate di nocciole prodotte nella campagna 2020-21 ad una produzione stimata di 45.000-48.000 tonnellate per la stagione in corso – commenta Gianluca Griseri, referente di Confagricoltura nazionale nel Tavolo di Filiera Frutta a Guscio, sezione nocciolo del Ministero delle Politiche Agricole -. Questo calo, unito ad un costante aumento dei costi di produzione, ha portato ad una forte riduzione della marginalità economica delle aziende corilicole. L’aumento dei prezzi non potrà in molti casi compensare il mancato reddito derivante dal calo della produzione di nocciole. Nonostante questi fattori avversi, la qualità delle nocciole per ora sembra buona e i prezzi nel mese di settembre sono in crescita, così come la domanda ed i consumi di prodotto”.
L’Italia è il secondo produttore mondiale di nocciole dopo la Turchia, la cui produzione risulta in aumento, con un raccolto stimato per il 2021-22 di 700.000 tonnellate.
“L’incontro bilaterale, che ha rilevato gli stessi problemi in tutti i Paesi dell’UE che vi hanno partecipato, è stata l’occasione per parlare anche di temi importanti, quali la sostenibilità ambientale e sociale delle colture, i contributi a sostegno della coltivazione del nocciolo, la necessità di avere regole comuni tra i diversi stati produttori, la preoccupante riduzione di principi attivi utilizzabili nella lotta ad esempio della cimice, e la necessità di incrementare l’attività di sperimentazione e ricerca – sottolinea Griseri – . Dal momento che le nocciole incontrano in misura crescente il favore dei consumatori, sempre più attenti alla salute e al benessere, si è proposto di dare vita ad un coordinamento tra Stati al fine di condividere dati e esperienze che possano essere utili per trovare soluzioni comuni per tutti i produttori nell’affrontare e superare problematiche che in una annata così difficile hanno compromesso buona parte della produzione corilicola nazionale”.
Fonte: Agrinsieme
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Pubblicato 02-10-2021