La Commissione Ue rafforzerà i controlli sanitari sulle nocciole turche per la forte presenza di aflatossine nel 5% delle partite importate. L’annuncio è stato dato dal vicepresidente della Commissione Jyrki Katainen che, rispondendo all’interrogazione dell’onorevole italiana Mara Bizzotto, ha spiegato: “La frequenza dei casi di non conformità all’importazione per quanto riguarda la presenza di aflatossine nelle nocciole e nei prodotti derivati provenienti dalla Turchia non ha registrato miglioramenti ed e` pertanto in fase di valutazione un rafforzamento delle misure vigenti”.
“Il 5% delle partite importate di nocciole – ha sottolineato Katainen – è sottoposto a campionamento e analisi per verificare la presenza di aflatossine dall’autorità competente dello Stato membro in cui avviene l’importazione”.
In merito alla domanda “Come intende rafforzare il supporto ai produttori italiani e all’intera filiera corilicola 100 % italiana?”, il vicepresidente della Commissione ha ricordato che, nel quadro dell’Ocm ortofrutta, “le Organizzazioni di produttori italiane hanno ricevuto un supporto per circa 235 milioni di euro nel 2017, di cui oltre quattro milioni di euro destinati ai corilicoltori”. In pratica, non saranno previsti aiuti aggiuntivi.
Nel frattempo, in Italia si continua a investire su questa coltura. Anche la Regione Lombardia, nei giorni scorsi, ha presentato un piano di lavoro per incrementare le superfici coltivate. Attualmente in regione sono censiti circa 130 ettari di nocciolo; Brescia e Pavia sono le province con maggiore superficie. Il piano prevede la promozione di accordi di filiera con il settore della trasformazione, ma anche attività di ricerca, sperimentazione, divulgazione e assistenza tecnica.
“Vogliamo promuovere lo sviluppo della corilicultura come opportunità di reddito per i giovani agricoltori”, ha sottolineato Fabio Rolfi, assessore regionale all’Agricoltura, alimentazione e sistemi verdi – La nocciola è un mercato dal potenziale enorme, una coltivazione redditizia, sostenibile e non costosa. Le grandi aziende di lavorazione della nocciola guardano alla materia prima italiana come opportunità soprattutto per la sicurezza alimentare. La Lombardia vuole sfruttare questa occasione per dare alle aziende dolciarie nocciole lombarde e non quelle importate dalla Turchia che hanno elevati livelli di aflatossine”.
Pubblicato 17-4-2019