Nocciole, i produttori irpini investono nel casertano. Boom della produzione

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L’Istat rileva che la provincia di Avellino guida la classifica campana per superficie (ettari) e produzione (quintali) coltivata a nocciole, mandorle, pistacchi e fichi. Mentre una parte dei produttori irpini guarda con apprensione alle strategie adottate dalla Basilicata per la costruzione della rete di imprese in accordo con Ferrero, un’altra ha deciso di investire altrove.

Di Elisa Forte – 3 Maggio 2019

C’è la firma dei produttori di Avellino e dell’Irpinia nel boom che il settore della nocciola registra in provincia di Caserta. Numerose aziende irpine stanno letteramente colonizzando il casertano, dove circa l’80 per cento dei territori vocati a nocciole sono di proprietà di produttori di Altavilla Irpina, Avellino e Pietradefusi. Secondo gli analisti si tratta di un investimento mirato. Secondo le stime la domanda di nocciole dovrà raddoppiare nei prossimi dieci anni.

La crescita della produzione a Caserta è impressionante e si segnala in controtendenza rispetto alle zone tradizionalmente corilicole. Nel casertano è cresciuta di quattro volte tra il 1974 e il 2010, mentre nelle province tradizionalmente corilicole di Avellino, Napoli e Salerno si è verificata una riduzione della produzione.

Teano, attualmente il primo Comune campano per superficie corilicola, Presenzano, Carinola, Vairano Patenora e Caianello, sono i territori della nocciola casertana, che il protagonismo delle aziende irpine dimostra essere frutto di espansione. Del resto, se il 41 per cento delle imprese italiane del settore risultano distribuite soprattutto nelle province di Avellino e Napoli, da sole il 77 per cento dell’intera dotazione campana, non stupisce questa fase espansiva verso un territorio considerato compatibile.

Un articolo dello Star Tribune di Minneapolis nella giornata di ieri 2 maggio, testimonia che “gli scienziati allevano nocciole come il prossimo raccolto in contanti per gli agricoltori del Midwest”. Obiettivo degli agricoltori del nuovo continente è di riprodurre gusto e dimensioni delle nocciole affinate per secoli da contadini europei, mantenendo alcune caratteristiche della frutta a guscio americana.

FRUTTA IN GUSCIO, IRPINIA LEADER. L’Istat rileva che la provincia di Avellino guida la classifica campana per superficie (ettari) e produzione (quintali) coltivata a nocciole, mandorle, pistacchi e fichi. La tavola statistica relativa al 2017 ed esplicativa del comparto “agricoltura e zootecnia” rileva 8mila e 300 ettari di superficie totale vocata a nocciole, con 148mila quintali di produzione totale, e 145mila tonnellate di produzione raccolta. A livello regionale, invece, la produzione totale di nocciole ammonta a 381mila e 674 tonnellate, coltivate su una superficie di 21mila 144 ettari.

Le stesse tavole testimoniano però l’età avanzata degli operatori, il tipo di stabilimento e dei terreni in cui si produce; e infine cosa si produce, ovvero la tipologia di nocciola, che per la provincia di Avellino si divide in quattro gruppi: la Mortarella, la lunga San Giovanni o primitiva, la Giffoni – specie cultivar- e la nocciola tonda irpina; che a sua volta si divide in camponica, bianca tonda e tonda rossa.

La ricchezza di varietà rappresenta una garanzia sotto il profilo della sanità del prodotto, ma sul piano commerciale è un fattore sfavorevole, perchè l’industria della trasformazione richiede un prodotto omogeneo da immettere nel ciclo produttivo. Nelle zone di espansione, come nel casertano, si tende a privilegiare appunto la coltivazione di una varietà specifica, con maggiori chance di accesso al mercato della trasformazione industriale.

Copyright: www.nuovairpinia.it

Pubblicato: 3 maggio 2019

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