“La nocciola in tavola” per recuperare una antica cultura

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Si chiama “La nocciola in tavola” la nuova iniziativa gastronomico-turistica che vede coinvolti numerosi ristoratori del territorio comunale di San Colombano Certenoli, in Fontanabuona.

L’obiettivo è quello di promuovere i prodotti a chilometro zero ed in particolare, rilanciare la tipica nocciola. Fino a circa vent’anni fa la “mezzacosta” di San Colombano era coltivata a noccioleto: ogni famiglia vendeva parte del raccolto, mentre l’altra era destinata al consumo. Oggi solo qualche famiglia ed alcuni produttori continuano questa attività, che richiede dedizione e attesa per ottenere una produzione soddisfacente. E l’intento è proprio quello di invertire la rotta, visto che in valle ci sono diversi coltivatori di nocciola, in maggioranza appartenenti alle varietà “Del Rosso” e “Dall’orto”. Queste, assieme alla “Tapparona” e ad altre minori, fanno parte del cosiddetto “Misto Chiavari”, marchio riconosciuto e registrato in Camera di Commercio a Genova.

Intanto il Comune di San Colombano Certenoli, ha aderito all’associazione nazionale “Città della Nocciola” che valorizza e promuove le realtà italiane. E’ stata presentata in Municipio, seguita da una degustazione, la kermesse culinaria che inizia venerdì 19 gennaio a cena e si conclude domenica 11 febbraio a pranzo: quattro settimane, con non solo menù nel weekend ma anche il mercoledì, giovedì e venerdì.

Per la nocciola, gli organizzatori dell’evento, Pro Loco di San Colombano e Comune, insieme ai produttori e alle aziende della valle, auspicano in una ripresa della coltivazione attraverso il recupero di noccioleti abbandonati e la costituzione di una filiera corta a vantaggio dei produttori, come ha spiegato il consigliere comunale delegato all’agricoltura Franco Amadori.

A livello turistico, l’offerta gastronomica, con l’inserimento all’interno dei menù dei ristoratori di alcuni piatti a base del prodotto tipico, potrebbe diventare motivo in più di visita sul territorio. Silvana Lagomarsino, presidente della Pro Loco, crede molto in questa iniziativa che vede coinvolte tante realtà.

E anche Chiara Cafferata, insegnante dell’istituto agrario Marsano nella succursale fontanina, auspica che i ragazzi, dopo gli studi, possano avere un avvenire in valle. I progetti non mancano, dal noccioleto didattico ad altri percorsi tecnici legati alla produzione territoriale. Sono attualmente una settantina i ragazzi che frequentano la scuola.

Monica Molinari, invece, dell’azienda agricola Fabio Benvenuto, racconta la sua esperienza di rilancio e produzione della nocciola: “Vogliamo ritornare ai fasti di un tempo, è fondamentale lavorare prodotti naturali. E’ stato un anno molo duro e la richiesta è stata maggiore; è fondamentale collaborare con gli enti e le associazioni per realizzare un progetto comune”.

di Elisa Folli

Pubblicato 20/01/2018

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