A fine agosto è stato inaugurato il nuovo impianto di lavorazione delle nocciole di Ascopiemonte a Neive (CN) e nell’occasione l’OP piemontese ha festeggiato i suoi 25 anni dalla costituzione. Una tappa significativa che abbiamo pensato di sottolineare intervistando il presidente di Ascopiemonte, Pier Paolo Bertone, anche per delineare meglio il ruolo che le OP possono giocare in questa delicata fase per la corilicoltura italiana.
Venticinque anni sono un passaggio importante: ci può raccontare le tappe principali della storia della vostra Organizzazione?
Il 26 novembre del 1997 a sensi del Reg. CE n. 2200/96, con lo scopo di organizzare, valorizzare e promuovere la filiera corilicola in Piemonte, nasce per volontà di 30 soci fondatori, nella storica sede di Santo Stefano Belbo, Ascopiemonte, Organizzazione Produttori Frutta a Guscio. Un forte legame con il territorio e con i prodotti che lo caratterizzano, la consapevolezza della necessità di produrre in modo sostenibile, la continua ricerca e l’adozione di sistemi innovativi, fanno della cooperativa un punto di riferimento per l’intera filiera corilicola piemontese e non solo.
Qualche numero per descrivere le dimensioni di Ascopiemonte?
Oggi, Ascopiemonte conta 536 soci produttori e un totale di 3. 500 ettari di superficie coltivata a nocciolo, situati per la maggior parte nella Regione Piemonte, nelle province di Cuneo, Asti e Alessandria. La principale varietà di nocciole coltivata e commercializzata è la Tonda Gentile Trilobata che, a seconda delle certificazioni e dell’aerale di produzione, può essere classificata in: “Nocciola Piemonte IGP” e “Nocciola Piemonte IGP” delle Langhe.
Come si potrebbe sintetizzare la “mission” di Ascopiemonte e quale ruolo può avere una OP nell’aiutare i produttori nel difficile contesto che la corilicoltura, e più in generale l’agricoltura, sta affrontando?
Fin dalla nascita, Ascopiemonte ha concentrato i propri sforzi nel fornire servizi ai propri associati. Assistenza tecnica in campo, miglioramento delle pratiche colturali e della qualità delle nocciole nel rispetto dell’ambiente, pulitura essiccazione e stoccaggio delle nocciole, sperimentazione e ricerca, servizio contabile e commerciale, maggior remunerazione del prodotto, promozione e valorizzazione, sviluppo di accordi di filiera con la media e grande industria sono da sempre gli obbiettivi che l’associazione porta avanti.
L’investimento sostenuto per la realizzazione del nuovo stabilimento fa pensare ad un certo ottimismo nei confronti della corilicoltura: come vedete il futuro della nocciola italiana?
Non potrebbe essere diversamente. Il nuovo centro di raccolta di Neive e quello di Canale inaugurato nel 2021 sono la dimostrazione di quanto crediamo nel futuro della coltivazione del nocciolo e di tutto quanto può rappresentare in termini economici, sociali, lavorativi e di salvaguardia del territorio Piemontese in particolare per le zone dell’Alta Langa.
Lo stabilimento di Neive cosa potrà offrire in più all’organizzazione ed ai suoi associati?
Abbandonata la storica sede di Santo Stefano il centro di Neive rappresenta un nuovo inizio per Ascopiemonte e per i propri associati. Finalmente uno spazio adeguato e funzionale con impianti per la pulitura e l’essiccazione delle nocciole di ultima generazione dove poter lavorare al meglio. Per quanto riguarda poi la commercializzazione delle nocciole, i soci possono optare liberamente fra due modalità di pagamento: il prezzo giornaliero stabilito dal mercato o il sistema di retribuzione media che non è altro che la media fra le diverse quotazioni dell’intera stagione.
La Camera di Commercio di Cuneo ha stabilito, dopo diversi “nulla di fatto” un primo prezzo delle nocciole: quali sono le vostre considerazioni in merito?
Le prime rilevazioni del prezzo delle nocciole purtroppo hanno disatteso le aspettative degli agricoltori, 7,40 euro + IVA punto resa per la Piemonte IGP e 7,12 euro + iva punto resa per la Tonda Gentile Trilobata. Il mondo agricolo si aspettava un prezzo di partenza maggiore, date le grosse difficoltà incontrate dai corilicoltori in questa annata, quali una estrema siccità, diversi eventi temporaleschi, la difficoltà nel reperire manodopera e l’aumento notevole dei prezzi dei mezzi tecnici di produzione (concimi, fitofarmaci, carburanti agricoli ecc.). Purtroppo nonostante nel mese di giugno tutto facesse presagire una buona annata in termini produttivi, ci si è ritrovati con medie produttive stimabili in 8-10 qli/ha, appena sufficienti a pagare i costi di produzione. Purtroppo in queste ultime settimane il prezzo è ulteriormente diminuito. Resta la speranza che questa sia un’annata eccezionale, unica, e che come tale non si ripeta nel futuro.
Come sta andando il mercato a raccolta conclusa?
E’ un momento particolare dopo anni di buone produzioni e prezzi remunerativi, il mercato oggi a causa di una serie di fattori sta ristagnando. Nonostante la scarsa produzione e la buona qualità delle nocciole raccolte in questa campagna, le richieste di nocciole da parte delle maggiori industrie di trasformazione è molto bassa. Questa situazione, purtroppo, non riguarda esclusivamente le nocciole ed il comparto della frutta secca in genere (mandorle, noci, ecc.), ma quasi tutte le specie frutticole e non solo.
In questa difficile annata come si presenta la qualità delle nocciole?
In queste settimane a conclusione della raccolta, abbiamo potuto esaminare già molte partite di nocciole provenienti da tutti gli areali produttivi del Piemonte. Possiamo affermare quindi che la qualità generale delle nocciole è buona, con scarsa presenza di frutti cimiciati e avariati. Si riscontrano invece livelli più alti di raggrinzito e in zone limitate di sottocalibro, in particolare nei noccioleti che hanno sofferto maggiormente l’assenza di precipitazioni piovose.
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Pubblicato 15-10-2022