Sulla base dei primi rilievi fatti nei noccioleti del cuneese, del torinese e dell’astigiano, risulta una infestazione di eriofidi di intensità media, ma diffusa in modo disforme a macchia di leopardo. La presenza di galle parassitizzate è comunque risultata quasi sempre superiore al 15%, cioè alla soglia di intervento.
Si consiglia quindi di porre la massima cura e tempestività nell’eseguire una buona difesa con un primo trattamento atto a contenere la migrazione degli acari verso nuove gemme da colonizzare.
Purtroppo l’andamento climatico di questi ultimi giorni ha reso impossibile l’esecuzione di un trattamento fitosanitario preventivo generalizzato, per l’impraticabilità di molti corileti, ragion per cui si consiglia di eseguire, appena possibile, un primo trattamento con preparati specifici a base di zolfo bagnabile o liquido, addizionati a Sali rameici ai dosaggi minimi riportati in etichetta o in formulazione chelata, raccomandando di distribuire almeno 6 – 7 Hl ad Ettaro, bagnando tutte le parti della pianta. In alternativa, si può valutare l’intervento con zolfo in polvere.
Per il trattamento liquido con soluzione di zolfo, si raccomanda di utilizzare solo prodotti registrati per il nocciolo, idem per i formulati rameici.
Per le aziende interessate alle misure agroambientali, occorre redigere piano di concimazione facendo riferimento all’analisi del terreno (si ricorda la validità di anni 5) e agli asporti della coltura.
Pubblicato 12/04/2018
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